“La tua malattia suona e cantafino a notte fondacorre tra i boschi e le cittàrotola nel fiumeesonda dalla cartellaraschia il cementoti fa più bella”.
“La tua malattia”, Nichi Vendola per Michela Murgia
La tua malattia suona e cantafino a notte fondacorre tra i boschi e le cittàrotola nel fiumeesonda dalla cartellaraschia il cementoti fa più bellanon è un lamento che ululaalla luna e al marciapiedema una carezza stridulaun’ode alla notte e una lodealla mattinasecerne brina e poesiauna felicità strana e insolentela tua dissonante liturgiaè una sincopeche muove le ondespezza le parole tondenon combatte non s’arrendeapre al vento una velasei tu Michelala donna che ruba il fuocoe la melache sfonda l’orizzontee nuota e danza e volafino a sfiorare dioche sonda l’infinitoil mai iniziatoche abita sveste ammalail tempo col suo fiatoche stana e accoglieil buio del passatocol suo spartito di latte e di lanai solfeggi e le flebo d’amoreil dolore che sbatte le alie questa trasfusione di sognie di dodecafoniache scompone ogni saperesangue urina peste morfinae monta questa musicacurativa e celestealle porte alle finestresul proscenio del discernimentoesposta all’incantofatto raccontoarcano nuragico marinoma tu non sei un grammofononeppure un manichinosei vera e lucente come il mattinomentre seduci la mortee le fai un inchino.
Sopravvivere alla malattia
Con “La tua malattia”, Nichi Vendola è riuscito a racchiudere in versi la forza e il coraggio di Michela Murgia.
Lei che ci ha rivelato il suo vissuto senza bisogno di essere compatita, che ha sottolineato come trarre il bene da una situazione tanto tragica, che ci ha insegnato a ribellarci, a non accettare le cose come stanno solo perché la maggior parte delle persone crede vada bene così…
A lei è dedicata una poesia che scorre come le acque di un fiume, a tratti dolce, quieto, a tratti impetuoso.
Così come è stato il percorso di Michela Murgia, che ci ha riempito di bellezza e di coraggio, e ci ha lasciato un’eredità di inestimabile valore, un testimone da raccogliere e portare avanti per la vita.
Michela Murgia
Scrittrice, blogger, critica letteraria ed opinionista, la meravigliosa donna a cui Nichi Vendola ha dedicato “La tua malattia” è stata una delle autrici italiane più amate degli ultimi anni.
Nata a Cabras il 3 giugno del 1972, è cresciuta nell’amata Sardegna, dove ha condotto una vita a dir poco dinamica.
Prima di affermarsi nel mondo della scrittura, infatti, l’autrice di “Tre ciotole” ha svolto innumerevoli professioni, fra cui l’insegnante di religione nelle scuole, la portiera notturna, la dirigente amministrativa in una centrale termoelettrica, ma anche l’operatrice fiscale e la venditrice di multiproprietà.
Sembra impossibile che una sola persona abbia vissuto così tante esperienze. Ma Michela Murgia è la dimostrazione di quanto sia bello e importante inseguire i propri sogni nonostante tutte le difficoltà iniziali e tutte le persone e le circostanze che remano contro i nostri desideri.
Così, nel 2012, è uscito “Il mondo deve sapere“, racconto satirico che mette sotto i riflettori la condizione degli operatori dei call-center, presso cui l’autrice ha lavorato per un certo periodo.
Da quel momento in poi, il successo è cresciuto a dismisura, soprattutto grazie ad “Accabadora“, che ha ottenuto anche il prestigioso Premio Campiello.
Accanto al mestiere di scrittrice, l’autrice di “Tre ciotole” ha sempre coltivato l’interesse per tutto ciò che la circondava, soprattutto in ambito socio-culturale, ed ha creato, negli anni, una vera e propria community di donne che la vede come un fondamentale punto di riferimento nel quotidiano.