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“La Seconda Venuta” (1919), la poesia di Yeats sulla fine del Mondo

Basta guardare ciò che il mondo sta vivendo per comprendere il significato de "La Seconda Venuta" di Yeats. L'apocalisse sembra essere vicina.

La Seconda Venuta è una delle poesie più famose di William Butler Yeats che sembra mettere in scena il caos, la distruzione, l’anarchia, la violenza della nostra epoca. 

La poesia profetizza una Seconda Venuta, ovvero l’Apocalisse e la seconda venuta di Cristo sulla Terra, come promesso nel Nuovo Testamento.  

Ma l’autore irlandese immagina un Salvatore diverso, una “Bestia rozza, strisciante”, una sfinge dinoccolata che si desta nel deserto e si dirige verso Betlemme. 

Yeats scrisse The Second Coming nel 1919, e fu pubblicata due anni dopo nel suo volume Michael Robartes and the Dancer (1921).

Yeats riteneva che il mondo fosse alle soglie della fine. L’apocalisse sembrava essere vicina.

Dopo aver dato vita a nuove e meravigliose invenzioni, tutto era andato in frantumi. In diverse parti del mondo la guerra aveva preso il sopravvento. La Prima guerra mondiale (1914-1918, l’insurrezione di Pasqua in Irlanda del 1916, la Rivoluzione russa del 1917. 

Se ci pensiamo le stesse sensazioni che stiamo vivendo di questi tempi.L’olocausto nucleare, le distruzioni di massa, lo scontro tra culture, la violenza imperante portano inesorabilmente alla disillusione collettiva. Il Baratro e La Bestia sembrano prendere il sopravvento. 

Se riflettiamo quell’epoca sembra richiamare la nostra. La tecnologia fa passi da gigante, ma il mondo sembra sprofondare verso la sua fine. Per questo ci ha colpito La Seconda Venuta che invitiamo a leggere. È davvero stupenda!

La seconda venuta di William Butler Yeats

Turbinando nel cerchio che si allarga
Il falco non può sentire il falconiere
Le cose cadono a pezzi, il centro non può tenere.
Pura anarchia dilaga nel mondo
La marea insanguinata s’innalza è dovunque
La cerimonia dell’innocenza è annegata.
I migliori mancano di ogni convinzione mentre i peggiori
Sono pieni di intensa passione.

Certo è imminente una rivelazione
Certo è imminente la seconda venuta
La seconda venuta! Difficile pronunciare queste parole
Un ampio squarcio fuor dallo Spiritus Mundi
Tormenta la mia visione;
Da qualche parte nelle sabbie del deserto
Una forma con il corpo di leone e la testa di uomo
Bianco lo sguardo e senza pietà come il sole
Muove le sue zampe lente. Tutto intorno
Spirali fosche di uccelli del deserto.
Il buio discende: adesso intendo
Che venti secoli di granitico sonno
Erano condannati all’incubo da una culla ondeggiante
E quale bestia orrenda, ora che alfine è venuta la sua ora
Striscia verso Betlemme per venire al mondo?

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The Second Coming, William Butler Yeats

Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all conviction, while the worst
Are full of passionate intensity.

Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.
The Second Coming! Hardly are those words out
When a vast image out of Spiritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in sands of the desert
A shape with lion body and the head of a man,
A gaze blank and pitiless as the sun,
Is moving its slow thighs, while all about it
Reel shadows of the indignant desert birds.
The darkness drops again; but now I know
That twenty centuries of stony sleep
Were vexed to nightmare by a rocking cradle,
And what rough beast, its hour come round at last,
Slouches towards Bethlehem to be born?

Il significato de La Seconda Venuta di Yates

Molto è stato scritto sull’apocalisse, e molti di questi scritti si concentrano sui messaggeri dell’evento: è sempre sanguinoso e massiccio, un’esplosione feroce che scuote il mondo fino alle fondamenta.

Nel poema di Yeats, l’apocalisse è una vicenda molto più tranquilla, più sobria. Si apre con il turbamento della natura.

I falchi sono stati utilizzati come animali da caccia fin dall’epoca medievale. Sono incredibilmente intelligenti e dediti ai loro addestratori, rispondono ai loro comandi rapidamente.

Il fatto che il falco sia volato così rapidamente fuori dalla portata del falconiere ci mostra come il delicato equilibrio del mondo sia stato sconvolto.

In tutta la prima strofa, le parole di Yeats assumono un tono di innocenza condannata e distrutta (“le cose cadono a pezzi, il centro non regge”).

Il mondo stesso come lo conosceva – qui senza dubbio rappresentato nel mondo immediato come Yeats lo conosceva, cioè l’Europa – ha iniziato a sgretolarsi.

L’immagine della distruzione prende il sopravvento

Nella seconda strofa, l’immaginario biblico prende il sopravvento sulle visioni della natura corrotta.

La Grande Guerra è ancora fresca nella sua mente, e la frase “il centro non può reggere” può anche rappresentare le battaglie che furono combattute in Francia, battaglie che lasciarono il Paese sfregiato in modo irreparabile e in difficoltà nel dopoguerra

Anche “la marea insanguinata” può riferirsi alla stessa guerra, ma a parte il legame storico, c’è di nuovo l’idea della natura deformata dall’uomo. La distruzione pura e l’illegalità si sono diffuse in tutto il mondo, così come un’onda anomala oscurata dal sangue.

Tutti i rituali dell’innocenza sono stati inghiottiti da questa marea. Le persone migliori non sono motivate ad agire, ma le peggiori sono appassionate e impazienti: una qualche rivelazione deve avvenire presto, e la Seconda Venuta stessa deve essere vicina.

La Seconda Venuta è una Bestia strisciante

Il poeta esclama: “La Seconda Venuta!”. Ma proprio nel momento in cui il poeta pronuncia queste parole, gli giunge una visione dall’inconscio collettivo del mondo.

Yeats vede una terra deserta e arida, dove una creatura con la testa di un uomo e il corpo di un leone sta prendendo vita. La sua espressione è, come il sole, vuota e senza pietà.

Le sue zampe si muovono lentamente e intorno ad essa volano le ombre di uccelli del deserto disturbati. Tutto torna a essere buio, ma l’oratore sa qualcosa di nuovo: duemila anni di calma sono stati irreversibilmente interrotti dallo scuotimento di una culla.

Fin dall’inizio, Yeats lega il suo poema alla religione affermando che “la Seconda Venuta è vicina” ed evocando l’immagine di una creatura con il corpo di leone e la testa d’uomo, molto simile alla sfinge, e con uno sguardo “vuoto e spietato come il sole”.

Facendo un paragone con la natura stessa di cui Yeats parla nella prima parte del poema, mette in evidenza la qualità quasi infallibile di questa bestia: come la natura, non prova nulla per la sofferenza dell’uomo. È e sarà quando l’uomo sarà diventato cenere e polvere nel suo debole.

Il poeta si chiede: quale bestia, il cui tempo è finalmente giunto, si sta trascinando verso Betlemme, dove nascerà.

Una delle poesie più famose di Yeats

Per le sue immagini stupefacenti e violente e per il suo terrificante linguaggio rituale, “La seconda venuta” è una delle poesie più famose e più antologizzate di William Butler Yeats.

È anche una delle più oscure dal punto di vista tematico e di difficile comprensione. Yeats trascorse anni a elaborare un’elaborata teoria mistica dell’universo, che descrisse nel suo libro Una visione.

Questa teoria deriva in parte dal fascino che Yeats ha esercitato per tutta la vita sull’occulto e sul mistico, e in parte dal senso di responsabilità che Yeats sentiva di dover ordinare la sua esperienza all’interno di un sistema di credenze strutturato.

Il sistema è estremamente complicato e non ha alcuna importanza duratura, se non per l’effetto che ebbe sulla sua poesia, che è di straordinaria importanza duratura.

La teoria della storia che Yeats articolò in A Vision è incentrata su un diagramma formato da due spirali coniche, una dentro l’altra, in modo che la parte più larga di una delle spirali giri intorno alla parte più stretta dell’altra spirale, e viceversa.

Yeats credeva che questa immagine (che chiamava le spirali “gyres”) catturasse i moti contrari insiti nel processo storico, e divise ogni gyre in regioni specifiche che rappresentavano particolari tipi di periodi storici (e potevano anche rappresentare le fasi psicologiche dello sviluppo di un individuo).

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