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“Io vorrei stare sopra le tue labbra” di García Lorca, una poesia sull’amore passionale

Dedicata agli amori travolgenti, che, come una tempesta, scompigliano i cuori e i corpi degli amanti, rileggiamo oggi una delle poesie più memorabili di Federico García Lorca

Dedicata agli amori travolgenti, che, come una tempesta, scompigliano i cuori e i corpi degli amanti, rileggiamo oggi una delle poesie più memorabili di Federico García Lorca. Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti.

Vita breve e produzione letteraria intensa

Sostenitore dichiarato delle forze repubblicane durante la guerra civile spagnola, Federico García Lorca fu catturato a Granada, dove si trovava ad alloggiare in casa di amici, e fucilato da uno squadrone della milizia franchista. Nonostante la breve esistenza, Garcia Lorca dà vita ad una corposa produzione letteraria, sia in prosa che in versi. Fondamentale, nella sua intera esperienza intellettuale, è il debito con la madre, da cui impara l’amore per la musica e per la tradizione popolare spagnola.

Tratta dal volume “Poesie” (Garzanti), ecco il testo della lirica “Io vorrei stare sopra le tue labbra”. 

“Io vorrei stare sopra le tue labbra” di García Lorca

Io vorrei stare sopra le tue labbra
per spegnermi alla neve dei tuoi denti.
Io vorrei stare dentro il tuo petto
per sciogliermi al tuo sangue.
Fra i tuoi capelli d’oro
vorrei eternamente sognare.
E che diventasse il tuo cuore
la tomba al mio che duole.
Che la tua carne fosse la mia carne,
che la mia fronte fosse la tua fronte.
Tutta l’anima mia vorrei che entrasse
nel tuo piccolo corpo.
Essere io il tuo pensiero, io
il tuo vestito bianco,
perché tu t’innamori
di me d’una passione cosi’ forte
che ti consumi cercandomi
senza trovarmi mai.
E perché tu il mio nome
vada gridando ai tramonti,
chiedendo di me all’acqua,
bevendo, triste, tutte le amarezze
che sulla strada ho lasciato,
desiderandoti, il cuore.
E intanto io penetrerò nel tuo
tenero corpo dolce
essendo io te stessa
e dimorando in te, donna, per sempre,
mentre tu ancora mi cerchi invano
da Oriente ad Occidente,
fin che alla fine saremo bruciati
dalla livida fiamma della morte.

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