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“Il vestito di Arlecchino” di Gianni Rodari: il Carnevale è altruismo

Carnevale è anche aiuto a chi ha bisogno, ai meno fortunati. Questo il messaggio de "Il vestito di Arlecchino" la poesia di Gianni Rodari dedicata alla maschera più celebre della festa.

Il Vestito di Arlecchino di Gianni Rodari è una poesia, o meglio una filastrocca, che educa all’altruismo.

Attraverso il divertente linguaggio delle maschere storiche più famose del Carnevale, il Maestro d’Italia ci offre una lettura diversa della festa più divertente dell’anno.

Certo, oggi le “maschere” sono decisamente cambiate, soprattutto per i più piccoli. Ma, tra tutte quella di Arlecchino sembra sopravvivere all’estinzione intergenerazionale.

Il Vestito di Arlecchino fa parte del libro per ragazzi di Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra (Einaudi – 1960), tra l’altro conteneva le illustrazioni originali di Bruno Munari.

Una poesia carica di significato che mette in scena la storia della maschera di Arlecchino, nello stile tipico del maestro di Olmegna.

Una poesia che spinge a sostenere i meno fortunati, i bisognosi, i più poveri.. 

Da un gesto di generosità può nascere sempre qualcosa di magico, di bello, di memorabile, che aiuta reciprocamente chi dona e chi riceve.

Arlecchino, teniamo a segnalare, nella tradizione del Carnevale è il personaggio povero.  L’abito di questa celebre maschera nasceva bianco ma diventò multicolore per i rattoppi che Arlecchino cuceva sopra.

Una moltitudine di stoffe che raccatta come può, e che vanno infine al risultato finale del costume pluricolore.

Riguardo ai suoi umili natali, c’è un’altra corrente di pensiero convinta che il vestito è frutto di un gesto di carità di altre famiglie.

Portando ciascuna una stoffa, riuscirono a far partecipare Arlecchino al Carnevale con un costume tutto suo che divenne il più bello. 

Il vestito di Arlecchino, poesia di Carnevale di Gianni Rodari

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduja, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
“Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta!”.

Il Significato della filastrocca

Come si evince dalla lettura della filastrocca di Gianni Rodari, ogni personaggio contribuisce con ciò che possiede a sostenere le difficoltà di Arlecchino. 

Anche il più avaro, ovvero Pantalone, dona il suo contributo semplicemente con “uno strappo sul ginocchio”. 

Il messaggio è chiaro ciascuno di noi non dovrebbe trasformare le proprie qualità o mitigare i propri difetti per dare una mano agli altri. 

Aiutare chi ha bisogno ci aiuta a vivere la gioia

Aiutare chi ha bisogno significa anche stargli vicino, accompagnarlo nei momenti difficili semplicemente non facendolo sentire solo, emarginato. 

Ad insistere sulle difficoltà di Arlecchino, la tanto amata Colombina, che gli cuce il vestito troppo stretto. 

Anche questa difficoltà può essere benissimo superata. Basta far la dieta giusta, suggerisce il Dott. Balanzone, e tutto si aggiusterà.

Ciò vuol significare che quando tutto gira storto se hai il sostegno degli altri ci sarà sempre una soluzione. 

La storia di Arlecchino, una fiaba utilizzata nelle scuole

Ci teniamo a riportare una fiaba che in occasione del Carnevale molte insegnanti utilizzano per far lavorare i loro alunni.

Una fiaba che attinge dalla storia stessa di Arlecchino e sembra contenere lo stesso significato della poesia di Gianni Rodari.

C’era una volta un bambino molto povero chiamato Arlecchino che viveva con la sua mamma in una misera casetta. In una scuola di Bergamo, per carnevale, la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i bambini della scuola di vestirsi in maschera. Tutti i bambini furono molto felici di indossare i loro vestiti coloratissimi ma il povero Arlecchino, quando sentì questa notizia fu molto triste e non partecipò all’entusiasmo dei compagni di classe poiché sapeva che la sua mamma era povera e non avrebbe mai potuto comprargli la stoffa per cucirgli il vestito. I suoi compagni, dispiaciuti nel vedere Arlecchino tanto triste, decisero di portargli un pezzetto di stoffa avanzata dai loro costumi colorati e fu così che la mamma di Arlecchino lavorò tutta la notte, cucendo fra loro tutti i pezzi colorati creando un bellissimo abitino. Al mattino Arlecchino trovò uno splendido abito di colori diversi. La mattina del martedì grasso, alla festa della scuola quando Arlecchino entrò in classe tutti lo accolsero con un fragoroso applauso perché il suo vestito, non solo era il più bello ma anche il più originale!

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