René Magritte è stato un visionario, un rivoluzionario de linguaggio artistico. In questa sua poesia, espressione del suo eclettismo, ci parla di quell’aspetto più caotico e affascinante della nostra vita e del suo mondo. Il mondo che viviamo e che amiamo, apprezzando la felicità di ogni giorno.
Il mondo, la poesia
Il mondo
è così totalmente
e meravigliosamente
privo di senso
che riuscire ad essere felici
non è fortuna
è arte allo stato puro.

“Gli amanti” di Magritte, il dipinto che esprime l’impossibilità dell’amore
Scopriamo cosa sta dietro “Gli amanti” l’opera di Magritte, vera icona della storia dell’arte e simbolo dell’impossibilità di amare
La felicità nel caos come forma artistica
Essere felici nel caos è arte. Trovare il proprio equilibrio in un mondo privo di senso è arte allo stato puro. Questo ci dice René Magritte nella sua poesia “il mondo”. Considerato il pittore surrealista più importante della storia dell’arte contemporanea, morto nel 1967, Magritte ci ha regalato una visione del reale totalmente nuova, fuori dagli schemi. Lui che ha saputo trovare un senso alle forme del caos. Per questo ci parla delle felicità in questa vita come una vera e proprio forma d’arte, una condizione divina del nostro spirito. Non fortuna, sarebbe banale. Ma qualcosa di superiore, come la purezza che solo qualcosa di artistico potrebbe avere. Anche perché, come scrive e come dipinge lui stesso, ogni cosa è perfetta nel suo mistero e nella sua magia.
Lo stile di René Magritte
Con un repertorio che conta più di 800 opere, tra tele e disegni, René Magritte è uno dei capostipiti del Surrealismo. L’artista dipinge con una tecnica che potremmo definire ‘illusionismo onirico‘, volta a creare nell’osservatore un ‘cortocircuito‘ visivo. Le sue opere infatti contengono una forte componente legata ai sogni, così come la contrapposizione di elementi reali che però, affiancati, creano immagini totalmente assurde. Magritte è l’artista surrealista che, più di ogni altro, gioca con spostamenti del senso utilizzando sia accostamenti inconsueti che deformazioni irreali.
Con la scoperta delle opere di Giorgio de Chirico e della pittura Metafisica, René Magritte sente il bisogno di creare universi fantastici e misteriosi, immagini naturalistiche basate su elementi apparentemente indecifrabili ed enigmatici, come ne “La Trahison des images (Ceci n’est pas une pipe)” del 1928. Un altro dei suoi quadri icona è il grande occhio spalancato nel cielo, o al contrario il cielo che si specchia nell’occhio, intitolato “Faux miroir”, piaciuto talmente tanto a Luis Buñuel da riprenderlo come scena madre nel suo film “Un chien andalou”.