“Il mattino” (1963), la poesia di Jacques Prévert sull’eterno contrasto fra sogno e realtà

1 Aprile 2025

Carica di ironia e di significati profondi, “Il mattino” di Jacques Prévert racconta con stile non convenzionale il contrasto fra ciò che si vuole e ciò che si deve fare.

“Il mattino” (1963), la poesia di Jacques Prévert sull’eterno contrasto fra sogno e realtà

Sognare è una delle attività che più ci eleva. Ma poi occorre vivere, scrollarsi di dosso le idee e i desideri per immergerci nel mondo reale, fatto di concretezza, di ritmi serrati, di cose che si devono fare. Nella sua “Il mattino”, il poeta francese Jacques Prévert racconta queste eterna lotta fra desiderio e obblighi, fra sogni e realtà, in modo assolutamente originale.

“Il mattino” di Jacques Prévert

Grido del gallo
canto del cigno della notte
messaggio monocorde e fastidioso
che mi grida
oggi si deve cominciar da capo
oggi ancora oggi
non sento la tua romanza
e faccio orecchie da mercante
non ascolto il tuo grido
eppure esco dal letto di buonora
quasi ogni giorno della mia vita
e taglio il collo in pieno sole
ai più bei sogni delle notti mie.

 

“Le matin”

Cri du coq
chant du cygne de la nuit
monocorde et fastidieux message
qui me crie
aujourd’hui ça recommence
aujourd’hui encore qujourd’hui
je n’entends pas ta romance
et je fais la sourde oreille
et je n’écoute pas ton cri
puortant je me leve de bonheur
presque tous les jour de ma vie
et j’égorge en plein soleil
les plus baux rêves de mes nuits.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Il mattino”

La poesia di Jacques Prévert è inclusa in una delle sue raccolte più celebri. Si intitola “Storie e altre storie”, in originale “Histoires et d’autres histoires”, uscita per Gallimard nel 1963. Quella che abbiamo appena letto è la versione tradotta da Ivos Margoni in un’edizione del 1965 edita da Feltrinelli.

Un poeta non convenzionale

Jacques Prévert, anche questa volta, sfida le convenzioni della scrittura poetica tradizionale. La sua poesia è diretta, colloquiale, spesso costruita con un linguaggio semplice ma carico di suggestioni e di immagini potenti.

Il mattino ne è un perfetto esempio: le parole si susseguono con un ritmo quasi parlato, senza rime o schemi metrici rigidi, ma con una musicalità interna che nasce dalle ripetizioni e dai contrasti.

Il “grido del gallo”, che segna l’inizio della giornata, viene immediatamente associato alla fine della notte, definita con una metafora sorprendente: il canto del cigno.

Prévert ama giocare con le immagini e i suoni, accostando elementi inaspettati che trasformano una scena quotidiana in qualcosa di più profondo. Il poeta, con il suo tono apparentemente disincantato, si ribella a questa chiamata dell’alba, rifiutando il suo “messaggio monocorde e fastidioso”. Eppure, in una contraddizione tipicamente umana, ammette di alzarsi quasi ogni giorno della sua vita, lasciando intendere che questa lotta con il mattino è costante e inevitabile.

L’ironia e le immagini

Un elemento fondamentale nella poetica di Prévert è l’ironia, che si esprime in modo sottile e pungente anche in questo componimento.

Il tono iniziale sembra di protesta, quasi di sfida contro il nuovo giorno, ma presto si colora di un’ironia amara: il poeta dice di non voler ascoltare il gallo, eppure esce dal letto comunque.

Il gioco di parole tra de bonheur (che suona come “di buonora” ma significa “di felicità”) aggiunge un ulteriore strato di significato.

Il poeta si alza presto, ma non necessariamente con felicità; il risveglio è un obbligo, un atto che si ripete meccanicamente. L’ironia si fa ancora più tagliente nel verso finale, dove l’immagine del gallo, simbolo della sveglia e della routine, si ribalta in un gesto di violenza poetica: il poeta “taglia il collo ai più bei sogni delle notti sue”.

Qui Prévert gioca con una metafora forte e cruda per raccontare un’esperienza universale: il mattino non porta solo luce e inizio, ma segna anche la fine di un mondo onirico e libero, quello dei sogni, spesso più affascinante della realtà.

Sogno e realtà

Il significato profondo de “Il mattino” risiede proprio in questo contrasto tra sogno e realtà, tra desiderio e obbligo. Prévert racconta un momento che tutti conoscono – il risveglio – ma lo trasforma in una riflessione più ampia sulla vita.

Il gallo diventa il simbolo della routine quotidiana, di un mondo che chiede di ricominciare sempre da capo, senza tener conto dei desideri più profondi.

Il poeta, come tutti, si trova costretto a cedere alla realtà, a lasciare andare i sogni che la notte gli ha donato, quasi fosse un sacrificio necessario per affrontare il giorno. Ma il modo in cui lo dice, con quella vena ribelle e ironica, suggerisce anche un sottile rifiuto: è consapevole della sua resa, ma la racconta con amarezza e sarcasmo, come se non volesse accettarla fino in fondo.

In questo senso, “Il mattino” non è solo una poesia sul risveglio, ma una metafora dell’esistenza, con il suo eterno conflitto tra ciò che si vorrebbe e ciò che si deve fare.

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