Il maestro giusto di Gianni Rodari è una originale poesia che educa sull’importanza del giusto insegnamento. È un inno alla scuola e al ruolo degli insegnanti, gli unici che hanno il diritto e il dovere di trasferire le giuste nozioni per la crescita culturale e non solo di bambini e ragazzi.
A dire il vero, seguendo i versi di Gianni Rodari anche gli adulti dovremmo imparare ogni tanto a fare una “scappatina a scuola”, perché in nome della tanto decantata sapienza ci dimentichiamo che imparare serve sempre nella vita. Non si dovrebbe mai smettere di studiare e, perché no, di avere “il maestro giusto” che ci permetta sempre di migliorare.
Una poesia che abbiamo scelto per celebrare il 5 ottobre la Giornata Mondiale degli insegnanti, che guarda caso per il 2024 è dedicata a Valorizzare la voce degli insegnanti: verso un nuovo contratto sociale per l’istruzione.
Le poesie di Gianni Rodari sono uniche nel loro genere, comunicano dei messaggi estremamente profondi e di grande peso sociale, attraverso un linguaggio semplice e diretto. Ma, andiamo a leggere la poesia del più grande Maestro d’Italia di sempre, per coglierne la grandezza.
Il maestro giusto di Gianni Rodari
C’era una volta un cane
che non sapeva abbaiare.
Andò da un lupo a farselo spiegare.
Ma il lupo gli rispose
con un tale ululato
che lo fece scappare spaventato.Andò da un gatto, andò da un cavallo,
e, mi vergogno a dirlo,
perfino da un pappagallo.Imparò dalle rane a gracidare,
dal bove a muggire,
dall’asino a ragliare,
dal topo a squittire,
dalla pecora a fare “bè bè”,
dalle galline a fare “coccodè”.Imparò tante cose,
però non era affatto soddisfatto
e sempre si domandava
(magari con un “qua qua”):
“Che cos’è che non va?”.Qualcuno gli risponda, se lo sa.
Forse era matto?
O forse non sapeva
scegliere il maestro adatto?
L’importanza dell’insegnante giusto
Il maestro giusto è una poesia di Gianni Rodari, che nello stile del grande Maestro di Omegna mette al centro l’importanza di avere l’insegnante e l’insegnamento ideali per crescere nella vita.
Protagonista della filastrocca di Gianni Rodari è “un cane che non sa abbaiare” e per imparare inizia ad esplorare diversi insegnanti che purtroppo non sono giusti per lui. I suoi maestri diventano “un lupo”, “un gatto”, e dice il poeta anche “mi vergogno a dirlo” un pappagallo.
Non contento, il cane “lirico” di Rodari continua a cercare chi gli insegna ad abbaiare rivolgendosi alle rane, al bue, all’asino, al topo, alla pecora e perfino alla gallina. Ma, nessuno di loro è riuscito nell’intento cercato.
Ecco che il povero cane inizia a dubitare del proprio percorso didattico. Si chiede “Che cos’è che non va?”.
Nello stile della vera filastrocca l’autore della poesia cerca allora di imbeccare direttamente i lettori o gli ascoltatori se sono i bambini in classe alla risposta, “Qualcuno gli risponda, se lo sa”, “Forse era matto?”
E la poesia finisce suggerendo di fatto la risposta, ovvero il povero cane “non sapeva scegliere il maestro adatto”. Abbiamo tolto il punto interrogativo perché il suggerimento di Gianni Rodari è proprio questo.
Il vero insegnamento ha bisogno dell’insegnante adeguato
L’insegnamento prevede il “maestro giusto” sempre. L’insegnamento, è banale, varia in base all’età, alla materia d’insegnamento, alla lingua e aggiungiamo all’orogine culturale di provenienza.
I versi che compongono Il maestro giusto sottolineano l’importanza di trovare, lungo il proprio cammino, un maestro che sappia coltivarci nel migliore dei modi possibili e anche impossibili.
Quello di Gianni Rodari è un monito, o meglio un suggerimento rivolto ai bambini e ai ragazzi nel saper ascoltare “i giusti maestri”. Vuole trasferire loro il messaggio che è meglio scegliere gli insegnati, alle compagnie che anche se all’apparenza sono più divertenti, alla fine finiscono per non lasciare loro nulla d’importante.
C’è un latro messaggio nella filastrocca. “Il maestro giusto” sembra mettere in scena le tribù degli studenti, ad ogni animale sembra corrispondere una tipologia ideale di alunno. “Se non si sa abbaiare” non bisogna trovare la soluzione con chi non può dare il giusto insegnamento. Solo chi sta dietro al cattedra è il soggetto che può aiutare a fornire le giuste indicazioni per crescere e finalmente far sentire il “bau bau”.
Spesso si ignora l’importanza di trovare il maestro giusto lungo il nostro cammino. Basta poco per smarrirsi lungo il percorso di studi o per impantanarsi in una strada senza via d’uscita.
Gianni Rodari in questi versi lancia un messaggio anche agli insegnanti, ovvero bisogna impegnarsi per diventare i giusti maestri. Altrimenti, i bambini e i ragazzi rischiano di perdersi alla ricerca degli insegnamenti a loro parere più attendibili, o meglio, preferibili.
Anche nel vivere scegliamo i maestri giusti
Ma, in fondo Il maestro giusto è applicabile anche alla vita in generale, agli umani di tutte le età. La vita è come una grandissima scuola. Andare a caccia dei cattivi maestri non ci rende migliori, anzi ci può far apparire come dei “matti”.
La scelta dei riferimenti da predere a nostro modello devono essere quelli giusti. Quelli che non ci devono trasformare e farci diventare diversi da ciò che siamo. Semplicemente, “Il maestro giusto” è quello che ci aiuta ad essere migliori, sempre. “Saper abbaiare” nella poesia equivale ad avere le giuste cognizioni per essere adeguato alla civiltà e alla società che accoglie.
La giornata dedicata agli insegnanti
La giornata mondiale degli insegnanti, World Teachers’ Day 2024, si celebra ogni anno il 5 ottobre dal 1994. È nata per rendere omaggio al grande valore sociale e culturale degli insegnanti e del loro insegnamento.
La giornata mondiale degli insegnanti si propone l’obiettivo di mobilitare il sostegno agli insegnanti di ogni parte del Pianeta. Il ruolo dei “maestri” internazionali e quello di garantire la crescita culturale, sociale dei cittadini del mondo. Senza il dovuto insegnamento si lascia spazio all’ignoranza, la prima nemica della civiltà.
La giornata mondiale degli insegnanti fu istituita nel 1994. La data del 5 ottobre fu scelta per commemorare la firma della Raccomandazione concernente lo Status dei Docenti redatta a Parigi il 5 ottobre 1966. Il documento fu il risultato di una conferenza organizzata dall’UNESCO e dall’Organizzazione internazionale del lavoro.
Il 5 ottobre 1997 la conferenza generale dell’UNESCO adottò anche una Raccomandazione concernente lo Status dei Docenti nell’insegnamento superiore.