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“I passi” (1922) di Paul Valéry, sublime poesia che racconta l’attesa degli innamorati

La dolcezza, la sensualità, il desiderio che assediano il cuore di chi aspetta la persona amata: questo racconto Paul Valéry nella sua sublime poesia “I passi”.

Paul Valéry, originale poeta francese ritenuto erede di Stephane Mallarmé, ha incantato i lettori con i suoi versi onirici e tormentati.  “I passi”, è uno dei suoi componimenti più amati, dedicato all’amore e al desiderio che ciascuno di noi nutre nei confronti di esso.

“I passi” di Paul Valéry

Nati dal mio silenzio,
posati santamente,
lentamente, i tuoi passi
procedono al mio letto
di veglia muti e gelidi.

Persona pura, ombra
divina, come dolci
i passi che trattieni.
O iddii, quali indovino
i doni che mi attendono
sopra quei piedi nudi!

Se da protese labbra,
per’ acquietarlo, all’ospite
dei miei sogni prepari
d’un bacio il nutrimento,
non affrettarlo il gesto
tenero, dolcezza
di essere e non essere:

io vissi dell’attesa
di te, il mio lento cuore
non era che i tuoi passi.

“Les pas”, la poesia in francese

Tes pas, enfants de mon silence,
Saintement, lentement placés,
Vers le lit de ma vigilance
Procèdent muets et glacés.

Personne pure, ombre divine,
Qu’ils sont doux, tes pas retenus !
Dieux !… tous les dons que je devine
Viennent à moi sur ces pieds nus !

Si, de tes lèvres avancées,
Tu prépares pour l’apaiser,
A l’habitant de mes pensées
La nourriture d’un baiser,

Ne hâte pas cet acte tendre,
Douceur d’être et de n’être pas,
Car j’ai vécu de vous attendre,
Et mon coeur n’était que vos pas.

Il significato della poesia

Dove leggere “I passi”

Nel cuore della raccolta Les Charmes, pubblicata nell’estate del 1922, vive un componimento tra i più delicati e intensi di Paul Valéry: Les pas, “I passi”.

Questa raccolta poetica, il cui titolo evoca i carmina della tradizione classica greco-latina, è un susseguirsi di incanti, formule, richiami sonori e spirituali. In essa, ogni poesia si lega alle altre attraverso fili invisibili, in una trama armoniosa che trova nel tema dell’attesa, della contemplazione e della fusione tra corpo e spirito il suo nucleo vitale.

“I passi”, in particolare, si innesta perfettamente in questo disegno: una lirica in cui l’amata appare come un’apparizione sacra, una figura quasi ultraterrena che si manifesta nella vita interiore del poeta non tanto attraverso gesti concreti, quanto attraverso la percezione sonora e immaginifica dei suoi passi. La poesia è anche contenuta nella prima edizione italiana dell’opera, pubblicata da Bompiani nel 1942, e ancora oggi sorprende per la sua purezza e profondità.

Una poesia sonora

Il suono è il primo elemento che “I passi” fa emergere: quello dei piedi nudi dell’amata che si avvicinano, lenti, solenni, come un rito. Già nei primi versi, Valéry orchestra una musica fatta di silenzi, sospensioni e delicatezza.

I versi ottosillabi, disposti in quartine a rime incrociate, disegnano un ritmo misurato, cadenzato come un respiro o il battito di un cuore che attende. L’andamento lento e raccolto rispecchia il contenuto del testo: i passi trattenuti della donna, il loro avanzare verso il letto del poeta che veglia.

L’amata non ha peso, è pura ombra divina, presenza che si manifesta come un presagio. Il gesto del bacio, evocato più avanti nella poesia, non avviene: viene preparato, sospeso, rimandato.

Anche in questo, Paul Valéry gioca sul limite tra l’essere e il non essere, tra ciò che si offre e ciò che si sottrae, tra l’immaginazione e il contatto. Le immagini utilizzate – il silenzio, l’ombra, i piedi nudi, il gesto trattenuto – costruiscono un universo rarefatto in cui la sensualità si unisce alla spiritualità, e l’attesa diventa essa stessa poesia.

La forza dell’amore 

Il significato profondo di “I passi” risiede proprio in questa attesa sublimata, che si fa esistenza. Paul Valéry non celebra l’amore consumato, vissuto, ma quello sospeso, che non si è ancora realizzato e che per questo mantiene intatta la sua potenza evocativa. L’io lirico non è solo attratto dalla donna, è abitato dalla sua presenza: la desidera, la sogna, la riconosce nei rumori che precedono il suo arrivo.

Nei versi finali, la rivelazione: “Ho vissuto dell’attesa di te, il mio lento cuore non era che i tuoi passi.” L’amata non è soltanto una figura esterna, ma diventa parte della sua interiorità più profonda. I passi, prima percepiti nel silenzio, si trasformano nel battito del cuore: simbolo dell’amore come forza vitale, come tensione che anima, come desiderio che dà forma al tempo e alla coscienza.

In questa fusione tra attesa e sentimento, Valéry ci consegna una delle più alte espressioni poetiche dell’amore immaginato, sognato, vissuto in silenzio. Una poesia che, a distanza di un secolo, ancora sussurra, ancora vibra.

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