La poesia di Pablo Neruda “Ho fame della tua bocca” è contenuta nella raccolta “Cento sonetti d’amore” del 1959. In questi versi, il poeta cileno racconta l’amore che prova verso la donna amata, descrivendo minuziosamente tutte le caratteristiche che gli mancano maggiormente della persona che porta nel cuore.
Attraverso questo struggente componimento, il poeta racconta con incredibile dolcezza il desiderio carico di erotismo che egli prova nei confronti della donna amata.
“Ho fame della tua bocca” di Pablo Neruda
Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue cigliae affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.
Mancanza d’amore
Nei primi 13 versi di questa poesia, l’autore parla dell’amore che prova verso la sua amata: lo fa raccontando “la fame” che prova per le labbra dell’amata, un modo energico per manifestare la mancanza dei suoi baci. A mancare all’autore sono anche la voce, i capelli: assenze a cui nemmeno il cibo può sopperire, mentre è forte l’attesa per i passi che segnerebbero il ritorno della donna amata.
L’autore è “affamato” del riso della persona amata, ma anche delle sue mani, delle sue unghie e della sua pelle, paragonate a elementi naturali di cui è possibile cibarsi. La passione dell’autore della poesia sale nella seconda strofa: la bellezza, il naso, le ciglia sono altri elementi dell’amata di cui l’autore sente sempre più una nostalgia sempre più forte.
Nell’ultimo verso, l’autore parla del suo stato d’animo: egli si trova come un puma che, nel buio della notte, ricerca le tracce, il “cuore caldo” della sua “preda” (in questa caso l’amata) lungo le strade desolate di Quitratúe, una zona della regione di Araucanía situata nel Cile centro-meridionale (probabilmente il luogo dove viveva la donna e in cui i due amanti si incontravano).
Desiderio e assenza
In “Ho fame della tua bocca”, Pablo Neruda racconta sensazioni e stati d’animo di un uomo innamorato: lo fa con una semplicità tanto incisiva da essere disarmante.
Non c’è sentimento più terreno e carnale del desiderio; e qui il poeta lo canta quasi fosse una preghiera, mentre si trova in preda ad una foga divoratrice per la sua donna, la cui mancanza coinvolge tutti i suoi sensi.
La donna amata è nutrimento essenziale per il poeta; tutte le sue caratteristiche fisiche vengono adorate, utilizzando il bisogno più naturale di ogni essere vivente, ovvero quello di cibarsi, tanto che, ad un certo punto, il poeta si paragona a un puma affamato.
La poesia, tuttavia, trasuda di assenza. Restano in sottofondo una tristezza ed una nostalgia continue. Il poeta vorrebbe avere tutto ciò che descrive ma non può. L’oggetto del suo amore non c’è.
“Ho fame della tua bocca” è una poesia che parla d’ amore e di assenza, versi d’autore che esaltato la mancanza della donna donna amata; un’opera intrisa d’emozione che racconta la solitudine di un uomo descritto come una belva felina alla ricerca della sua preda, mentre la sera si appresta a calare sulle terre cilene.