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“Giugno”, la poesia di Carducci che racconta la felicità della natura e del cuore

Con la poesia "Giugno", Giosuè Carducci racconta la felicità della natura e del cuore.

Con i suoi versi, Giosuè Carducci ha descritto il mese di Giugno e i preludi della stagione estiva attraverso un racconto naturale ed emozionale. Scopriamoli insieme.

Dove leggere la poesia “Giugno”

La poesia che stiamo per leggere è racchiusa nel volume “Poesie”, un’antologia di brani pubblicati da Feltrinelli e scelti fra le opere più conosciute e quelle meno note dell’autore.

Fortemente radicata nel suo tempo, la poesia di Carducci compendia al livello più alto, nell’arco di mezzo secolo, i caratteri e le tendenze della società italiana.

Tuttavia, dopo aver esercitato influssi determinanti, è stata rapidamente accantonata per i suoi aspetti “fuori moda” (attitudine retorica, patriottismo celebrativo, mitologia risorgimentale). In realtà, quella lirica, saldamente connessa all’eloquenza del professore e agli studi del critico e del filologo, fu spesso in grado di proporre soluzioni originali e nuove, grazie alla sicurezza linguistica, alla vocazione sperimentale e alla varietà delle scelte metriche.

In questa antologia sono ovviamente raccolte alcune delle sue liriche più belle e meritatamente celebri, ma anche poesie meno famose e meno lette che per varie ragioni presentano motivo di interesse e novità. Dalle sperimentazioni (anche metriche) giovanili fino all’ultimo Carducci, con le rime “alpine” e quelle per Annie Vivanti.

dalla sinossi del libro

“Giugno” di Giosuè Carducci

É il mese dei prati erbosi e delle rose;
il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
fiammanti e la sera mille e mille lucciole
scintillano fra le spighe.
Il campo di grano ondeggia al passare
del vento: sembra un mare d’oro.
Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.

Un tableau vivant che sa di estate

Ciò che colpisce subito leggendo “Giugno” è il colore vibrante che si sprigiona dai versi composti da Giosuè Carducci.

Ci troviamo catapultati in un ambiente profumato di rose e di germogli, di tramonti vivaci e di notti rischiaratrici. Il grano ondeggia in mezzo ai papaveri e ai fiordalisi anche dinanzi ai nostri occhi di lettori sognanti. E anche le lucciole inebriano i nostri sensi con il loro volteggiare luccicare.

Giugno è dipinto da Giosuè Carducci come un mese di speranza, di rinascita – naturale e agricola – che ricorda anche una rinascita del cuore:

Il campo di grano ondeggia al passare
del vento: sembra un mare d’oro.
Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.

Il mare d’oro, insieme all’immagine sorridente di un contadino affaticato ma soddisfatto, è preludio di inaudita bellezza, di felicità nascente.

Chi era Giosuè Carducci

Giosuè Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello, vicino Lucca. Dopo i primi studi, nel 1853, viene ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa dove uscirà, laureato in Filologia, nel 1856.

Partecipa agli incontri della società “Amici Pedanti” che si batte per un immediato ritorno al classicismo della letteratura contro la modernità e le nuove idee del Romanticismo.

Dopo la morte del fratello, nel 1870 Giosuè Carducci perde la madre e uno dei figli avuti nel primo matrimonio, eventi che sconvolgono la vita del poeta e segnano profondamente la sua produzione.

Nel 1890, Giosuè Carducci diventa il vate dell’Italia umbertina e viene nominato senatore del Regno. La sua carriera viene coronata dall’ottenimento del premio Nobel per la letteratura nel 1904. A pochissimi anni da questo meritato successo, Giosuè Carducci viene a mancare per una broncopolmonite: è il il 16 febbraio del 1907.

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