Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, per non dimenticare le vittime dell’Olocausto ma, soprattutto, per ricordarci che orrori come quello dei lager, delle leggi razziali e dei genocidi non devono mai piรน trovare spazio nel mondo in cui viviamo. Per l’occasione, scopriamo “La pietร ingiusta” di Vittorio Sereni, una poesia pubblicata nella raccoltaย Diario di Algeria.
Cosa significa “non dimenticare”
Quella della Giornata della Memoria dovrebbe essere un’occasione per ricordare e riflettere. Soprattutto per riflettere. Perchรฉ, nonostante movimenti orridi, turpi ed estesi come quello del nazismo nei confronti della comunitร ebraica non siano piรน avvenuti, non sono pochi i casi di genocidio nel mondo.
Pensiamo agli Yazidi, ai Rohingya… alle pulizie etniche intenzionali e sistematiche portate avanti nei territori dell’Africa e dell’Asia… pensiamo a Gaza, dove muoiono centinaia di palestinesi e proprio oggi la Corte dell’Aja ha intimato a Israele di fare di tutto per “evitare il genocidio”.
Celebrare la Giornata della Memoria significa leggere passi del “Diario di Anna Frank”, poesie come quella di Vittorio Sereni, ricordare le vittime dell’Olocausto. Ma significa, soprattutto, non lasciare che gli stessi errori, od orrori, accadano ancora. Oggi. Sotto i nostri occhi ipocriti.
“La pietร ingiusta” per una Giornata della Memoria consapevole
Mi prendono da parte, mi catechizzano:
il faut
faire attention, vous savez.
Et surtout si lโaffaire
Doit marcher jusqโau bout,
ne causez pas de ces choses bien passรฉes.
Il paraรฎt quโil en fut un, un SS
quโil a รฉtรฉ mรชme dans lโarmรฉe
quoique pas allemandโฆEcco in cosa erano
forza e calma sospette
lโabnegazione nel lavoro, la
cura del particolare, la serietร
a ogni costo, fino in fondoโฆIntorno cโรจ aria di niente, mani
sulla tavola, armi (chi le avesse)
al guardaroba: solo adesso
si comincia a capire โ e lโaffare un pretesto
il pranzo un trucco, una messinscena
benchรฉ non esistano dubbi sulle portate
benchรฉ non ci siano orripilanti cataste sulla tavola nรฉ sotto
ma in cucina, chi puรฒ dirlo?
ah le dotte manipolazioni di cui furono capaci,
matasse, matassine innocue, oro a scaglie
da coprirne un deserto di sale, di nubi dโanime
esalanti-esulanti da camini
con la piena dolcezza degli stormi dโautunno
altre anche meno visibili spazzate da una raffica in unโora di notteรจ una questione dโocchi fermi sul cammello che passa
e ripassa per la cruna in piena libertร
e con tocchi di porpora una cittร
dโinverno, una cittร di cenere si propaga
dentro una lente di mitezza.
Solo adesso si comincia a capire.Incredibile โ dirรฒ piรน tardi โ le visioni
immotivate che si hanno a volte
(e pazienza per queste
ma esserne coinvolti al di lร del giudizio
fino al tenero, fino allโindebita pietร โฆ):
le giubbe sbottonate della disfatta, un elmo
ruzzolante tra i crateri, sugli argini maciullati
facce su facce lungo un canale a ridosso di un muro
un reparto in sfacelo che si sbraca, se ne fotte
della resa con dignitร , ma su tutte
quella faccia dโinfortunio, di gioventรน in malora
con la sua vampa di dispetto di bocciato
di espulso dal futuro
nellโora giร densa della campagna
verso lโestate che verrร โฆTra poco apparecchieranno, porteranno
le cartelle per la firma. Si firmerร .
Si firmerร la pace barattandola con la nostra pietร โ
e lui rimesso in sesto, risarcito di ventโanni dโamaro
bene potus et pransus arbitro dellโaffare.Non si vede piรน niente. Se non โ per un incauto
pensiero, per quel momento di pietร โ quella mano
quel mozzicone di mano sulla parete.
Ci conta ci pesa ci divide. Firma.
E tutti quanti come niente โ come la notte
ci dimentica.
Il senso della poesia
“La pietร ingiusta” ci spiazza. Sia perchรฉ inizia con una strofa che non ci aspetteremmo, sia perchรฉ non รจ il tipo di componimento che ci aspetteremmo sul tema della Shoah e della Giornata della Memoria.
Il testo si apre in francese, lingua usata per scambi e diplomazia nel secolo scorso, in quella che ha tutta l’aria di essere una conversazione fra l’autore e un’autoritร che cerca di spiegargli la linea da seguire con la persona che sta per incontrare a breve.
Si tratta di un ex SS, con cui Sereni deve condividere del tempo seduto al tavolo di un ristorante.
Per tutto il tempo della poesia, Vittorio Sereni si divide fra la realtร e le immagini allucinate che gli appannano gli occhi mentre guarda la persona che ha di fronte. Un criminale di guerra. Un genocida.
Un verme assassino di cui, comunque, non riesce a non provare pietร , perchรฉ ingranaggio di un sistema malato e degenere.
Oggi, per celebrare in modo degno la Giornata della Memoria, leggiamo questi versi, e ricordiamoci non solo del passato, ma di ciรฒ che nel presente, indisturbato, continua ad accadere sotto ai nostri occhi.
Vittorio Sereni
Lโautore di โLa pietร ingiustaโ รจ ricordato per essere stato un grandissimo poeta. Vittorio Sereni รจ nato il 27 luglio 1913 a Luino, piccola cittadina sulla riva lombarda del Lago Maggiore, paese natale di un altro grande esponente della poesia italiana, Piero Chiara.
I due strinsero un forte legame di amicizia. Unโinfluenza, quella letteraria, che ha coinvolto appieno Sereni, il quale รจ stato uno dei protagonisti della cultura del Novecento, prima come guida dei โMeridianiโ, e poi come direttore letterario della casa editriceย Mondadori.
Prima di lavorare nel campo dellโeditoria, Sereni aveva lavorato presso la Pirelli. Fu per questo motivo che nel corso di tutta la sua vita ebbe sempre unโattenzione particolare al mondo della fabbrica. Era di carattere introverso e riservato. Preciso, ordinato ed elegante, aveva solo un grande vizio: il fumo.
Nonostante abbia vissuto soltanto lโinfanzia a Luino, la terra natia รจ rimasta nel cuore del poeta. Qui faceva spesso ritorno, a trovare gli amici e a trarre ispirazione per i suoi scritti. Erano in particolar modo i luoghi di โarrivo e partenzaโ che piacevano ed affascinavano Sereni.
Fu proprio lโimbarcadero di Luino ad ispirargli i versi di una delle sue piรน belle poesie, โTerrazzaโ. Vittorio Sereni รจ scomparso a Milano il 10 febbraio 1983.
La poesia di Vittorio Sereni
Laย poesiaย di Vittorio Sereni รจ essenziale nel panorama della letteratura italiana del Novecento, e passa attraverso i cambiamenti epocali che hanno interessato il nostro Paese, dalle guerre al boom economico, approfondendo le tematiche esistenziali che ritroviamo, in piccola parte, anche in โSettembreโ.
Nei versi di Vittorio Sereni, la fragilitร degli esseri umani, il senso di precarietร , la paura dellโignoto, il dolore della guerra non chiudono mai alla possibilitร di un ritorno alla vita. La speranza cโรจ, e resiste agli sconquassi della terra.