Febbraio di Vincenzo Cardarelli è una poesia che attraverso la personificazione del mese più corto dell’anno offre l’immagine di una fase della vita che passa velocemente, quella della fanciullezza, in cui la vivacità tipica dei ragazzini inizia a diventare evidente, prima di raggiungere la fase più adulta dell’adolescenza, rappresentata seguendo la metafora del poeta dal mese di marzo.
Una poesia che non si limita a dare significato esistenziale al mese più corto dell’anno, ma che evidenzia l’inquietudine del cambiamento, evidentemente legato all’incessante scorrere del tempo, che evidenziano come la vita finisce per volare via velocemente.
Febbraio fa parte della raccolta Opere complete di Giuseppe Cardarelli, curata da Giuseppe Raimondi e pubblicata a Milano da Arnoldo Mondadori Editore nel 1962.
Leggiamo questa breve poesia di Vincenzo Cardarelli per coglierne l’originale significato.
Febbraio di Vincenzo Cardarelli
Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso, irritante
che mette a soqquadro la casa, rimuove il sangue, annuncia il folle
marzo
periglioso e mutante.
Febbraio, il desiderio della libertà e della gioia dei ragazzi
Febbraio è una poesia di Vincenzo Cardarelli che sembra una filastrocca per bambini per evidenziare le caratteristiche del secondo mese dell’anno. Il poeta è molto attento al linguaggio del tempo e a quello delle stagioni, che coincidono con le fasi della vita. Per Cardarelli febbraio è il mese della fanciullezza, è un ragazzino pre adolescente che sprizza vivacità, al punto di diventare irritante.
“Febbraio è sbarazzino.” Inizia così la poesia, nella logica di voler personificare il mese più corto dell’anno come un ragazzo che non riesce a stare fermo e inizia a mostrare i primi segni dell’adolescenza, che per il poeta laziale coincide con il mese di marzo.
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Vincenzo Cardarelli continua a tracciare le caratteristiche di questa fase della vita dell’uomo. I ragazzini non riescono ad avere pace, non stanno mai fermi, sembra passato il tempo quando erano bambini, in cui era possibile gestire la loro vita. “Febbraio” sta crescendo, diventa, giorno dopo giorno, un “ragazzo fastidioso, irritante”, che è per sua natura disordinato e non cessa di portare la baraonda nei posti che frequenta.
Il mese che porta la bora, dopo la stasi dei mesi gelidi, ma piatti invernali, tipici proprio dell’infanzia, di quando si è nati e ancora il controllo sembra essere efficace. Invece, adesso non è più così, “mette a soqquadro la casa, rimuove il sangue”.
Ed è proprio l’annuncio della primavera a costituire uno dei punti focali del breve componimento. “Febbraio” è mutevole, irrequieto ed a tratti irritante perché rappresenta il preludio dell’arrivo di marzo, con il suo carattere pericoloso e mutevole. L’arrivo della primavera per Cardarelli è l’ingresso nell’adolescenza, il “febbraio ragazzo” inizia a sentire l’influenza dell'”adolescente marzo” ingestibile da controllare.
Per Vincenzo Caradarelli questo passaggio da un’età della vita all’altra è troppo breve, guarda caso febbraio è il mese più corto dell’anno, passa rapido e veloce, troppo veloce, perché a ben riflettere è l’età in cui la serenità dell’umano raggiunge il massimo livello.
L’età di “febbraio” va letta nella poesia con un tocco di nostalgia da parte dell’autore, che attraverso lo sguardo dell’uomo ormai adulto, nasconde, negli aggettivi critici nei confronti del mese che rappresenta la fanciullezza, la malinconia di non poter più vivere quella vivacità interiore che l’età adulta sembra eliminare per sempre.
La tenera età di febbraio, con la sua vivacità, i suoi dispetti rappresenta la fase della gioia, della felicità assoluta. Quella che l’adolescenza sembra iniziare a minare con le inquietudini, le ansie cge arrivano in questa fase di vita e che preparano all’età adulta.
Vincenzo Cardarelli immergendosi nel mese di febbraio rimpiange che la vita è sfuggita troppo veloce, non c’è stato tempo per godere e per poter portare con sé quel ragazzo sbarazzino pieno di vita e di felicità. Purtroppo, la vita sfugge troppo in fretta per non amarla fino in fondo.