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“Estate” di Ada Negri, la poesia che celebra il dolce far niente

"Estate" di Ada Negri racconta il sole accecante, il caldo rovente, la noia che sembra impossessarsi della natura e dell'uomo...

Estate” di Ada Negri è una poesia breve ed intensa che descrive il caldo afoso, la calma placida che si instilla nel mondo, il “dolce far niente” che invade il cuore nei mesi estivi, quasi come fosse irradiato dal sole al nostro corpo. Un componimento potente, in grado di descrivere la stagione estiva come in uno scatto fotografico.

“Estate” di Ada Negri

Nei mesi estivi il solleone
rende i muri così abbaglianti
che a fissarli vien sonno:
tende gialle e rosse
si abbassano sui negozi;
il nastro di cielo
che s’allunga fra due strisce
parallele di tetti
è una lamina di metallo rovente.
Dolce è non far niente,
accucciati sulle pietre roventi,
respirando il caldo.

“Dolce è non far niente”

Nei mesi estivi il solleone
rende i muri così abbaglianti
che a fissarli vien sonno

Il “solleone” è il periodo in cui il sole transita nel segno zodiacale del Leone: un arco di tempo che indica i giorni più caldi dell’estate, quelli a cavallo fra luglio e agosto, quando la calura sembra vincere il mondo e la natura appare immobile, impietrita da una forza invincibile.

È proprio lui, il solleone, a fare da protagonista nei primi versi di “Estate”: i muri sono “abbaglianti”, colpiti da una luce tanto accecante da spingere chi li guarda a chiudere gli occhi assopito. Le saracinesche delle attività rimangono abbassate, per tentare di resistere all’invasione ardente. Il cielo somiglia a una lunga “lamina di metallo rovente”.

Non si riesce a guardare, non si riesce a toccare, non si riesce quasi a respirare. Il caldo dell’estate immobilizza la terra, la città, il quartiere, il negozio, il cielo, le pietre, l’uomo. Una calma piatta e statica invade qualunque angolo della terra e del corpo: è il “dolce far niente”, la noia estiva che nasce alla fine del componimento, in un circolo che parte dal solleone e attraversa le membra fino ad arrivare alla sede del cuore.

La potenza di “Estate” risiede nella maestria di una poetessa che è riuscita, attraverso le parole, a raccontare un attimo di eternità: leggendo questi versi sembra di avere dinanzi agli occhi una fotografia. Uno scatto dalla luminosità accecante, in cui i dettagli sono sfocati dalla luce e non sembra esserci parvenza di dinamismo. È il ritratto dell’estate.

Chi è Ada Negri

Ada Negri nasce a Lodi nel 1870. Vive un’infanzia difficile perché, rimasta orfana di padre, si adatta alle difficoltà economiche che si prospettano dopo la morte dell’unica persona che porta il pane a casa. La mamma e la nonna fanno di tutto per non far mancare alla piccola Ada il necessario, e la mamma in particolare lavora incessantemente per permetterle gli studi.

Così, dopo tante fatiche e immani sacrifici da parte di tutta la famiglia, nel 1887 Ada conclude il percorso scolastico e diventa finalmente maestra. È in questi anni di ritrovata serenità che la giovane donna incomincia a scrivere poesie. Nasce nel 1892 la prima raccolta, “Fatalità”, salutata con entusiasmo da Giosuè Carducci.

La vita sentimentale di Ada Negri è costellata di insuccessi e delusioni. Ma, da una delle relazioni intraprese, culminata con un matrimonio, nascono due bimbe. Una delle due, Vittoria, muore a un mese di vita. Bianca, invece, cresce profondamente amata dalla madre, ed è a lei che sono dedicate numerose poesie.

La fama dell’autrice di “Estate” cresce vertiginosamente, tanto che la poetessa ottiene prestigiosi premi e accarezza anche la possibilità di ricevere il Nobel. È la prima donna ad essere ammessa all’Accademia d’Italia. Ada Negri muore a Milano l’11 gennaio 1945.

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