Tempo di attesa, tempo di rinascita. La Pasqua cantata da Andrea Zanzottoย in โElegia Pasqualeโ รจ segnata dal dolore, dal tempo trascorso e da quello immaginato, dal desiderio di risuscitare che raramente si concretizza per noi esseri umani.
Una profonda riflessione che, con immagini evocative e frammenti naturali, ci trasporta nella Pasqua laica diย uno dei piรน grandi poeti italiani delย Novecento.
Il significato della Pasqua
Cosa significa “Pasqua”? Per Andrea Zanzotto non รจ nel rito cristiano nรฉ nel momento finale della “resurrezione” che si nasconde il senso del termine.
Leggendo “Elegia Pasquale” veniamo trasportati in un tempo di attesa, in cui il racconto di una natura in fibrillazione si mescola a interrotti frammenti umani. L’idea della festa, della gioia, non appare in nessun punto del componimento.
Soltanto alla fine, timida ed evanescente, appare una luce che sembra aprire la possibilitร di una speranza soffusa. Ed รจ proprio in questo che “Elegia pasquale” trova il suo significato: la Pasqua umanizzata di Andrea Zanzotto รจ un tutt’uno con l’attesa. L’attesa di una fioritura, l’attesa di una nuova luce, l’attesa di una rinascita. La speranza che ogni giorno illumina i nostri passi e, si spera, anche il nostro agire.
โElegia Pasqualeโ di Andrea Zanzotto
โPasqua ventosa che sali ai crocifissi
con tutto il tuo pallore disperato,
dovโรจ il crudo preludio del sole?
e la rosa la vaga profezia?Dagli orti di marmo
ecco lโagnello flagellato
a brucare scarsa primavera
e illumina i mali dei morti
pasqua ventosa che i mali fa piรน acuti.E se รจ vero che oppresso mi composero
a questo tempo vuoto
per lโesaltazione del domani,
ho tanto desiderato
questa ghirlanda di vento e di sale
queste pendici che lenirono
il mio corpo ferita di cristallo;
ho consumato purissimo pane.Discrete febbri screpolano la luce
di tutte le pendici della pasqua,
svenano il vino gelido dellโodio;
รจ mia questa inquieta
Gerusalemme di residue nevi,
il belletto sโaccumula nelle
stanze nelle gabbie spalancate
dove grandi uccelli covarono
colori dโuova e di rosei regali,
e il cielo e il mondo รจ lโindegno sacrario
dei propri lievi silenzi.Crocifissa ai raggi ultimi รจ lโombra
le bocche non sono che sangue
i cuori non sono che neve
le mani sono immagini
inferme della sera
che miti vittime cela nel senoโ.
Andrea Zanzotto
Andrea Zanzotto, figlio del pittore e decoratore Giovanni Zanzotto, nasce il 10 ottobre del 1921 a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Lโanno successivo, la famiglia si trasferisce nella contrada di Cal Santa per via del lavoro del padre. I luoghi descritti nelle poesie di Andrea Zanzotto sono proprio questi.
Nonostante i problemi dovuti alle idee politiche del padre, notoriamente antifascista, il giovane Andrea trascorre unโinfanzia serena, in cui le parole, sin dal primo incontro, acquistano un ruolo fondamentale. In โAutoritrattoโ, รจ Zanzotto stesso a raccontare come giร dalle scuole elementare il suo legame con la scrittura fosse radicato in lui:
โProvavo qualcosa di infinitamente dolce ascoltandoย cantilene,ย filastrocche,ย strofetteย (anche quelle del โCorriere dei Piccoliโ) non in quanto cantate, ma in quanto pronunciate o anche semplicemente dette, in relazione a unโarmonia legata proprio al funzionamento stesso delย linguaggio, al suo canto internoโ.
Ed infatti, comincia a scrivere molto presto, giร nel 1936, quando frequenta lโistituto magistrale e si invaghisce di una ragazza. Lโadolescenza del giovane รจ segnata dallโamore per le lettere e da un forte sentimento di esclusione dovuto ai continui attacchi di allergie ed asma, che gli precludono le attivitร proprie dei suoi coetanei. Conseguita la maturitร classica, Andrea Zanzotto si iscrive alla Facoltร di Lettere dellโUniversitร di Padova.
In questi anni scopre i poeti francesi, fra cui Rimbaud e Baudelaire, e legge gli autori tedeschi del Romanticismo. Nel frattempo, Zanzotto collabora con alcune riviste venete e ottiene le prime supplenze, che gli permettono di aiutare la famiglia in un momento critico come quello della Seconda Guerra Mondiale.
Le precarie condizioni di salute non gli permettono di partecipare agli eventi bellici. Escluso dal reclutamento la prima volta, viene poi chiamato alle armi ad Ascoli, ma viene ben presto condotto in un ospedale militare.
Nei periodi di pausa dagli impegni militari, l’autore di “Elegia pasquale” scrive. Compone versi che lo riportano a casa, che sono nutriti di speranza, di amore per le radici, per la terra, le montagne e ogni cosa che esiste e ci pre-esiste. Tuttavia, le prime raccolte poetiche dellโautore risalgono a qualche anno dopo.
Fra le piรน significative, troviamo: โDietro il paesaggioโ (1951), โVocativoโ (1957), โLa beltร โ (1968), il poemetto โFilรฒโ (1970), โIl galateo in boscoโ (1978) e molte altre raccolte, che oggi sono racchiuse in unโopera omnia che ripercorre tutta la vita e la produzione di un grande poeta del Novecento.