È l’ora di Lord Byron è una poesia che ci fa rivivere la bellezza e la profondità del Romanticismo proiettandoci in una natura che appare quasi mistica. Il poeta ci dona la celebrazione di un istante magico, il crepuscolo, dove attraverso i suoi versi sembra immortalare un momento in cui ogni cosa si fonde per donare un’esperienza sensoriale piena di fascino, di bellezza.
Il crepuscolo è quell’attimo del giorno sospeso tra il giorno e la notte, in cui la luce si fonde con il buio e la natura riesce a fondere permettendo di poter vivere un’esperienza nuova, unica in cui le emozioni sembrano amplificarsi in modo esponenziale. In questo istante del giorno c’è tutto: bellezza, silenzio, intimità, dolcezza, malinconia, gioia, felicità, pace. Un attimo da brividi.
La poesia fa parte della raccolta Hebrew Melodies (Melodie Ebraiche) di Lord Byron, pubblicata per la prima volta nell’aprile del 1815.
La poesia fu scritta durante un periodo di turbolenza personale per il poeta, che stava affrontando un divorzio e difficoltà finanziarie. Tuttavia, nonostante le sue difficoltà personali, Byron riuscì a creare una bellissima opera che è ancora oggi ammirata dai lettori.
Leggiamo la poesia di Lord Byron per coglierne la raffinatezza e comprenderne il significato
È l’ora di Lord Byron
È l’ora in cui s’ode tra i rami
la nota acuta dell’usignolo;
è l’ora in cui i voti degli amanti
sembrano dolci in ogni parola sussurrata
e i venti miti e le acque vicine
sono musica all’orecchio solitario.
Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
e in cielo sono spuntate le stelle
e c’è sull’onda un azzurro più profondo
e nei cieli quella tenebra chiara,
dolcemente oscura e oscuramente pura,
che segue al declino del giorno mentre
sotto la luna il crepuscolo si perde.
It is the hour, Lord Byron
It is the hour when from the boughs
The nightingale’s high note is heard;
It is the hour – when lover’s vows
Seem sweet in every whisper’d word;
And gentle winds and waters near,
Make music to the lonely ear.
Each flower the dews have lightly wet,
And in the sky the stars are met,
And on the wave is deeper blue,
And on the leaf a browner hue,
And in the Heaven that clear obscure
So softly dark, and darkly pure,
That follows the decline of day
As twilight melts beneath the moon away.
La magia di un attimo in poesia
È l’ora è una poesia di Lord Byron che fa comprendere il grande valore di ciò che è l’opera dei gran di poeti, capaci di saper catturare l’essenza di un momento e renderlo eterno. I versi che immortalano il tempo, riuscendo a dipingerlo con i suoi colori, le sue atmosfere, le sue emozioni, più come un film in cui protagoniste sono le emozioni più profonde dell’anima.
La poesia inizia con il verso:
È l’ora in cui s’ode tra i rami
la nota acuta dell’usignolo;
Dalle parole di Lord Byron emerge già il tono del resto della poesia. L’ora a cui fa riferimento il poeta romantico è quella del crepuscolo, quando il sole è tramontato e il cielo è dipinto con sfumature di arancio e rosa. I rami sono quelli degli alberi, che ondeggiano nella leggera brezza e nel silenzio del momento emerge il canto degli uccelli che salutano il giorno per prepararsi alla notte.
La natura sembra organizzare l’atmosfera perfetta per coloro che si amano, al fine di donare loro un attimo unico in cui poter dare supporto al loro amore, alle loro passioni, alle promesse che danno linfa all’amare. Un momento romantico creato appositamente per far durare le relazioni amorose nel tempo.
La magica atmosfera naturale condisce ogni cosa per creare la perfetta armonia anche per chi vive in quel momento di pace solitaria. Grazie alle sensazioni di questo meraviglioso attimo attimo del giorno, svanisce anche la solitudine, di coloro che non hanno ancora condiviso l’amore o l’hanno perso.
Tutto diventa qualcosa di meraviglioso al crepuscolo:
Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
e in cielo sono spuntate le stelle
La bellezza pura dai fiori bagnati dalla rugiada e il cielo che si inizia ad illuminare delle prime stelle generano una fusione cosmica con la vastità dell’Universo. Al crepuscolo sembra entrare in simbiosi con l’infinito, ogni piccola parte dell’Universo si unisce per donare una malinconica ebrezza che finisce per emozionare.
Anche il colore blu del mare diventa protagonista della poesia, per trasferire la profondità e l’intensità di un attimo che se non si apprezza, si finisce inevitabilmente per perdere una parte di sé stessi.
Il poeta conclude la poesia descrivendo il colore del cielo in cui le tonalità ancora chiare delle tenebre danno il senso di sfumature naturali create per preparare dolcemente all’arrivo della sera, in cui tutto si fa buio e la luce della luna luna finisce per dissolvere ogni cosa riportandoci ad una nuova realtà.
Lord Byron
George Gordon Noel Byron, meglio conosciuto come Lord Byron, nasce a Londra il 22 gennaio 1788 da un’illustre famiglia di origine normanna per parte di padre, e imparentata con Giacomo I di Scozia per parte di madre. Il piccolo George, affetto da una malformazione del tendine d’Achille, è zoppo sin dalla nascita.
Trascorre i primi anni di vita ad Aberdeen, in Scozia, vivendo un’infanzia per niente felice: il padre, fuggito in Francia a causa dei grossi debiti contratti in Gran Bretagna, muore nel 1791 forse suicida. È in questi anni che in Lord Byron nasce l’amore smisurato nei confronti della selvaggia terra scozzese, con i suoi paesaggi mozzafiato e solitari.
George Gordon Noel Byron diventa Lord Byron nel 1798, quando il prozio muore e lui ne eredita il titolo. Adesso, George è il sesto barone Byron di Rochdale, e può non solo disporre di cospicui beni, ma anche ambire ad un’educazione adeguata al titolo che porta. Il giovane si trasferisce immediatamente in una delle proprietà ereditate dal prozio: l’abbazia di Newstead, splendida ma ormai trascurata e fatiscente. Per Lord Byron, comincia una nuova vita.
Nel 1809 rispetta le usanze tipiche dell’alta società intraprendendo il Grand Tour, e al suo ritorno pubblica i primi due canti di “Childe Harold’s Pilgrimage”, ottenendo un incredibile successo. Celebre, nobile e colto, Lord Byron vive di eccessi sfrenati, ha popolarità con le donne, e le relazioni che intraprende sono innumerevoli: ragazzine, donne sposate, fanciulle speranzose…
Si sposa pure, una volta, ma il matrimonio non è destinato a durare.Fra viaggi, relazioni sentimentali e amicizie fra cui spiccano i nomi di Madame de Staël, Percy Bysshe Shelley e di sua moglie Mary, Lord Byron continua a scrivere poemi e short poems, divenendo uno dei massimi esponenti del secondo Romanticismo inglese. Lord Byron muore in Grecia, a causa di febbri reumatiche, nel 1824. Vi si era recato l’anno precedente per allontanarsi dai moti politici che interessavano il Regno Unito.