“Dove sei tu è la patria” è un’interessante poesia in cui Emily Dickinson usa il simbolismo religioso per celebrare il suo incommensurabile amore.
“Dove sei tu è la patria” di Emily Dickinson
Dove sei tu è la patria –
Eldorado o Calvario non importa;
gloria o vergogna,
non mi curo del nome,
posso seguirti.Dolce con te ogni evento:
la schiavitù sarebbe un lieve gioco,
la prigionia delizia
e la condanna un’estasi
per il nostro incontro!Dove non sei è l’orrore,
anche se i più preziosi incensi spirano;
e tutto, senza te, è disperazione,
mi lodasse anche un angelo, Signore!“Where Thou art – that – is Home”
Where Thou art — that — is Home
Cashmere — or Calvary — the same —
Degree — or Shame —
I scarce esteem Location’s Name —
So I may Come —What Thou dost — is Delight —
Bondage as Play — be sweet —
Imprisonment — Content —
And Sentence — Sacrament —
Just We two — meet —Where Thou art not — is Woe —
Tho’ Bands of Spices — row —
What Thou dost not — Despair —
Tho’ Gabriel — praise me — Sire —
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Dove sei tu è la patria”
Il componimento che abbiamo appena letto è datato 1863. Si tratta del F749, J725, fascicolo 36, una poesia molto strutturata che da alcuni critici è stata ritenuta un’opera di natura religiosa. In realtà, come vedremo a breve, Emily Dickinson si serve del tema religioso per raccontare un amore personale, che la investe sia in modo carnale che spirituale.
Abbiamo letto “Dove sei tu è la patria” nella traduzione curata da Margherita Guidacci per “Emily Dickinson. Poesie d’amore”, un volumetto con testo a fronte edito da Bompiani nel 2023.
Cashmere o Calvario
Si nota sin da subito l’importante presenza di una struttura ben precisa all’interno di questa poesia di Emily Dickinson. Da una parte, ci accorgiamo immediatamente dell’accostamento di termini antitetici, a cominciare da quel “cashmere or Calvary” che in italiano è stato reso come “Eldorado o Calvario” e che ad alcuni critici ha fatto associare questi versi al tema religioso.
In effetti, la poetessa statunitense usa spesso i simboli religiosi per raccontare un amore totalizzante, che investe corpo e anima. Il cashmere è un materiale morbido, soffice e carezzevole, lussuoso, caldo e affascinante. Il Calvario è la sede del dolore universale. Eppure, all’io lirico non importa di vivere l’una o l’altra esperienza, se ha accanto la persona che ama.
Un amore totalizzante
Il componimento procede così, con l’associazione di termini opposti e l’affermazione che ogni luogo, ogni cosa sia quella giusta con la persona amata al proprio fianco. Anche l’ambito verbale segue uno schema ben preciso: nella prima strofa c’è l’ “essere”, nella seconda il “fare”.
E lungo tutto il componimento, i riferimenti religiosi si rincorrono, creando un’atmosfera mistica e a tratti sensuale, che ci fa immaginare una Emily Dickinson intenta a scrivere una poesia d’amore totalizzante, che sfrutta il tema religioso (l’ultimo verso è un riferimento ad una delle preghiere più note per i cristiani, l’Ave Maria) per esprimere la portata del suo sentimento.
Emily Dickinson
Emily Dickinson nasce il 10 dicembre del 1830 ad Amherst in una famiglia borghese di tradizioni puritane. Dopo studi irregolari continua a studiare come autodidatta e scopre il suo grande amore per la poesia.
La sua vita fu segnata dall’inquietudine sia per motivi religiosi sia a causa dei noti disturbi nervosi che le impedirono spesso di uscire di casa. Forse soffrì anche di una forma genetica di epilessia.
Muore di nefrite nel 1886, nella sua città natale. Le sue poesie, trovate nella sua camera da letto dalla sorella, che si occuperà personalmente di pubblicarle con l’aiuto di un’amica, erano scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo.
Altre poesie sono state ricavate dalle sue corrispondenze private o dai biglietti di accompagnamento ad alcuni regali per parenti e amici.