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“Di salmastro e di terra è il tuo sguardo” (1945), la struggente poesia d’amore di Cesare Pavese

Cesare Pavese dedica alla sua amata Bianca Garufi “Di salmastro e di terra è il tuo sguardo”, una poesia passionale e malinconica intrisa di amore.

Una poesia in cui la donna amata e la natura sono le due protagoniste assolute, le due facce di una stessa medaglia. “Di salmastro e di terra è il tuo sguardo” è una poesia intrisa di passione che Cesare Pavese ha dedicato a Bianca Garufi, oggetto di un grande amore non corrisposto. Scopriamola insieme.

“Di salmastro e di terra è il tuo sguardo” di Cesare Pavese

Di salmastro e di terra
è il tuo sguardo. Un giorno
hai stillato di mare.
Ci sono state piante
al tuo fianco, calde,
sanno ancora di te.
L’agave e l’oleandro.
Tutto chiudi negli occhi.
Di salmastro e di terra
hai le vene, il fiato.

Bava di vento caldo,
ombre di solleone −
tutto chiudi in te.
Sei la voce roca
della campagna, il grido
della quaglia nascosta,
il tepore del sasso.
La campagna è fatica,
la campagna è dolore
Con la notte il gesto
del contadino tace.
Sei la grande fatica
e la notte che sazia.

Come la roccia e l’erba,
come terra, sei chiusa;
ti sbatti come il mare.
La parola non c’è
che ti può possedere
o fermare. Cogli
come la terra gli urti,
e ne fai vita, fiato
che carezza, silenzio.
Sei riarsa come il mare,
come un frutto di scoglio,
e non dici parole
e nessuno ti parla.

Un amore passionale e sofferto

Cesare Pavese compone “Di salmastro e di terra è il tuo sguardo” nel novembre 1945. La poesia, contenuta nella raccolta La terra e la morte, che riunisce nove componimenti ed è stata pubblicata per la prima volta nel 1947 nella rivista “Le tre Venezie”, è dedicata alla collega Bianca Garufi.

Di origini siciliane, Garufi nasce a Roma. È una scrittrice, poetessa e psicoanalista affermata. Fa la conoscenza di Pavese nel 1944, quando inizia a lavorare per la sede romana di Einaudi. Nasce un importante sodalizio professionale; ben presto, i sentimenti di Pavese si trasformano.

La donna diventa oggetto di un amore appassionato ma sofferto per via della mancata corrispondenza: Bianca è una donna forte, che sa di mare e di terra, e che non vuole conoscere l’amore dell’autore. È lei la donna che ispira i “Dialoghi con Leucò”, ed è lei la figura che si cela dietro all’accorato componimento che abbiamo appena letto.

In una crasi fra femminilità e natura, appaiono i contorni di una donna forte e libera, descritta quasi come fosse una dea ancestrale. Il poeta rivede nei tratti della natura che lo circonda – talvolta tiepida come un sasso, talvolta dolorosa e faticosa come la campagna – il volto amato. Un volto che “non dice parole”, che rifiuta di essere venerato.

Cesare Pavese

Cesare Pavese (1908-1950) è senza ombra di dubbio uno degli autori più importanti della letteratura italiana, uno scrittore e poeta che merita di essere scoperto e apprezzato anche dai lettori contemporanei.

Considerato uno degli interpreti più significativi del Novecento, Cesare Pavese ha raccontato nei suoi romanzi e nelle sue poesie, molte delle quali pubblicate postume, la realtà popolare e contadina, ma con uno sguardo sempre rivolto altre letterature europee. Fu tra i primi a interessarsi alla letteratura statunitense, di cui fu anche traduttore.

Le parole di Franco Arminio sulle poesie di Pavese

Il poeta Franco Arminio a proposito delle poesia di Pavese scrive che “hanno poco meno di cento anni, ma sono fresche e vive”:

“Pavese le ha scritte per aprire un’altra strada alla poesia italiana e ora più che mai si capisce benissimo che ci è riuscito. Queste poesie si leggono perché riescono ad appartenere perfettamente al loro tempo e anche al nostro. Sono antiche e nuove. Sono la nostra casa in collina. Un luogo in cui ritirarci un poco dal presente, non dal mondo”.

(Tratto dalla prefazione a “Poesie” di Cesare Pavese)

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