Sei qui: Home » Poesie » “Desiderio di cose leggere” (1934), poesia sul valore della vita senza l’angoscia

“Desiderio di cose leggere” (1934), poesia sul valore della vita senza l’angoscia

Come si fa a sopravvivere all'inquietudine e al mal di vivere? Scoprilo con "Desiderio di cose leggere", meravigliosa poesia di Antonia Pozzi.

Desiderio di cose leggere di Antonia Pozzi è una poesia che evidenzia la voglia di poter finalmente vivere la propria esistenza senza il peso dell’inquietudine e dell’angoscia. La poetessa milanese si tolse la vita a soli ventisei anni in una serata nevosa di dicembre, per una profonda “disperazione mortale”, come lei scrisse nel biglietto d’addio lasciato ai genitori.

Purtroppo, in tanti sono costretti a convivere con il “mal di vivere”, con l’ansia, la depressione, problematiche legate alla sensibilità e all’incapacità di saper accettare o sostenere le contraddizioni della vita.

Desiderio di cose leggere fu scritta l’1 febbraio del 1934 e fa parte della raccolta di poesie Parole. Liriche di Antonia Pozzi, pubblicata postuma a Milano da Mondadori nel 1939.

Leggiamo la poesia di Antonia Pozzi per coglierne il profondo significato.

Desiderio di cose leggere di Antonia Pozzi

Giuncheto lieve biondo
come un campo di spighe
presso il lago celeste

e le case di un’isola lontana
color di vela
pronte a salpare –

Desiderio di cose leggere
nel cuore che pesa
come pietra
dentro una barca –

Ma giungerà una sera
a queste rive
l’anima liberata:
senza piegare i giunchi
senza muovere l’acqua o l’aria
salperà – con le case
dell’isola lontana,
per un’alta scogliera
di stelle –

1° febbraio 1934

Il desiderio di cose leggere

Desiderio di cose leggere è una poesia di Antonia Pozzi che esprime un’esigenza fortemente avvertita da tante persone dall’animo sensibile, da molti poeti, scrittori, artisti, persone comuni costrette a vivere con sofferenza le grandi contraddizioni che la vita pone davanti.

Tutta la poesia di Antonia Pozzi è caratterizzata dalla sofferenza dell’anima, riuscendo a dare voce alla muta disperazione di molti esseri umani che non riescono a sopportare il malessere esistenziale.

La poetessa milanese si è fatta portavoce di tutti coloro che sono alla ricerca della leggerezza dell’essere, che hanno bisogno di quell’amore che molte volte la vita non riesce a donare, anche quando ti è accanto, vicino e allo stesso tempo invisibile.

La poesia ha il compito di prendere tutto il dolore che ci spumeggia e ci rimbalza nell’anima e di placarlo, di trasfigurarlo nella suprema calma dell’arte, così come sfociano i fiumi nella celeste vastità del mare.

Queste erano le parole di Antonia Pozzi che, con “Desidero cose leggere”, intende porre l’attenzione sui gesti, le sfumature più semplici in grado di mettere pace dentro di noi. Il cuore pesa come pietra, perché la vita è dura e spesso gli ostacoli troppo alti.

Così siamo fermi, bloccati. La voglia è solo quella di essere liberata da questa pesantezza, con le cose più semplici, come un campo di spighe. La voglia è quella di respirare libertà dell’esistenza.

In questa poesia, intrisa di malinconia e di voglia di fuga, la poetessa ci parla delle piccole cose leggere che servirebbero ad ognuno di noi, quando l’animo e la vita circostante si fanno pesanti.

Il significato della poesia

Desiderio di cose leggere fin dai primi versi ci offre la voglia di poter evadere da un animo gravato dal peso di ciò che l’anima vive. C’è armonia nella visione dei “giunchi biondi” e “le case color di vela pronte a salpare”, è l’immagine di uno stato interiore che vorrebbe vivere come il paesaggio che si ha davanti gli occhi.

La naturale bellezza del paesaggio che la poetessa ha davanti gli occhi, diventa espressione della voglia di trascendere ad una vita più alta, spirituale. Il reale che purtroppo si è costretti a vivere ammanta l’anima di un pesante fardello “nel cuore che pesa come pietra dentro una barca”. Una sofferenza che finisce per trascinare sempre più verso il fondo, verso il buio.

In Antonia Pozzi c’è la voglia e la speranza di poter non coesistere con questo stato di insano esistere. È convinta che

Ma giungerà una sera
a queste rive
l’anima liberata

L’unica via purtroppo possibile è quella di poter trascendere verso “un’alta scogliera di stelle”, nella stasi assoluta della fine della vita. L’unico viaggio possibile sarà infatti “senza piegare i giunchi/senza muovere l’acqua o l’aria.

È triste ma poeticamente sublime l’essenza della poesia di Antonia Pozzi. Se fosse vissuta in un’epoca più vicina alla nostra sarebbe considerata come una delle anime dannate del Rock, del cinema. L’evasione dal monto terreno come unica via per sfuggire a questa vita, sembra comune al desiderata di grandi geni del nostro tempo che con le loro opere dci hanno saputo donare vera poesia.

© Riproduzione Riservata