Tra le pieghe luminose dell’estate, Katherine Mansfield ci consegna una poesia breve ma incantata, un sussurro che viene dal fondo del mare e parla di silenzi, attese, bellezza nascosta. “Conchiglie”, titolo italiano di “The Secret”, composta nel 1911, ci invita a rallentare, ad ascoltare ciò che non fa rumore: è un invito poetico a immergerci nel profondo, dove il segreto canta, anche quando il mondo tace.
“Conchiglie” di Katherine Mansfield
Eternamente giace e splende piano
sotto l’enormi tempestose ondate
e sotto le minute onde beate
che il Greco antico un tempo ha nominato
crespe di risa.
Ascolta: la conchiglia iridescente
canta nel mare, al più profondo.
Eternamente giace e canta silenziosa.“The secret”, la versione originale della poesia
In the profoundest ocean
There is a rainbow shell,
It is always there, shining most stilly
Under the greatest storm waves
And under the happy little waves
That the old Greek called ‘ripples of laughter.’
And you listen, the rainbow shell
Sings–in the profoundest ocean.
It is always there, singing most silently!
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Conchiglie”
Nel cuore dell’estate del 1911, Katherine Mansfield scrisse una poesia breve e luminosa intitolata “The Secret”, poi tradotta in italiano da Marcella Rossi con il titolo “Conchiglie”, all’interno della raccolta Katherine Mansfield. Poesie, pubblicata da Ali&No nell’ottobre 1999.
È un componimento rarefatto, di sole otto righe, ma capace di contenere l’essenza nascosta di una poetica che rifugge il clamore e predilige i dettagli impercettibili, le emozioni sottopelle, i piccoli segreti che si rivelano solo a chi sa ascoltare.
Katherine Mansfield, nata in Nuova Zelanda nel 1888 e trasferitasi giovanissima a Londra, fu autrice di racconti modernissimi, in bilico tra impressionismo lirico e introspezione psicologica. La sua poesia, più discreta ma altrettanto intensa, custodisce la stessa tensione: una ricerca di verità silenziose, di epifanie in miniatura, che emergono non dall’azione ma dalla contemplazione.
“Conchiglie” non è solo una dichiarazione di poetica: è una micro-narrazione dell’anima, sospesa tra le profondità marine e quelle interiori.
Lo stile della poesia
A colpire sin dal primo verso è lo stile, asciutto e musicale, che si distende con naturalezza sulla pagina come una risacca.
Mansfield costruisce la poesia su una sequenza di immagini che si rincorrono con leggerezza, ma che nel contempo affondano nel simbolismo.
La sintassi è semplice, lineare, ma vibra di riverberi: “In the profoundest ocean / There is a rainbow shell” — la conchiglia arcobaleno non è soltanto un oggetto marino, è un simbolo del segreto che risplende nel silenzio, nascosto tra le onde più profonde.
Il ritmo lento, cadenzato da enjambements fluidi, accompagna il lettore in un’immersione graduale, in cui le parole sembrano sussurrare più che parlare. Particolarmente evocativo è il richiamo all’immaginario greco: quelle “ripples of laughter” – “crespe di risa” nella traduzione italiana – sono un tocco di grazia che allude a un’antichità felice, a un tempo in cui persino il mare sapeva ridere.
È una poesia che vive di contrasti: tempeste e quiete, suono e silenzio, profondità e superficie. Ma tutti questi opposti si fondono in una armonia delicata, che è cifra stilistica e insieme emozione.
Un segreto fra le onde
Eppure, dietro l’eleganza formale di “Conchiglie”, si cela un significato profondo, che sussurra qualcosa sull’esistenza e sull’arte stessa.
La conchiglia iridescente che “canta – nel più profondo oceano” è immagine di un mistero interiore, di una verità che non si urla ma si custodisce. “It is always there”, ripete Mansfield: “è sempre lì”, a prescindere dalle tempeste o dalle onde leggere.
Quel canto silenzioso, “singing most silently”, è il nucleo segreto della poesia — forse della vita. È ciò che resta quando tutto il resto si agita, una presenza costante che può essere percepita solo da chi è disposto ad ascoltare in profondità.
L’estate, stagione di luce e mare, diventa allora metafora dell’animo umano: non solo tempo di superfici brillanti, ma anche occasione per tuffarsi in ciò che sta sotto, per trovare — magari per caso — una conchiglia arcobaleno che ci parli con voce muta.
È in quella quiete remota che Katherine Mansfield ci invita a entrare, offrendo al lettore un rifugio poetico, una pausa d’ascolto. E forse, tra un’onda e l’altra, possiamo scoprire anche noi “the secret”: un segreto fatto di bellezza silenziosa, che aspetta solo di essere riconosciuto.