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“Come per miracolo” (1963), una tenera – e ironica – poesia di Prévert sulla bellezza della vita

Due sono le caratteristiche principali della poesia di Jacques Prévert: il romanticismo che sa di libertà e l’ironia che colpisce i potenti e gli ottusi. Leggiamo “Come per miracolo” per scoprirlo.

Il 4 febbraio 1900 nasceva nella regione dell’Île-de-France uno dei massimi poeti del nostro tempo. È Jacques Prévert, autore francese che ha saputo raccontare il suo tempo attraverso un linguaggio originale, prediligendo la libertà espressiva, lo strumento dell’ironia, lo sfrenato romanticismo e la vena giocosa.

Come per miracolo” è un componimento nato dalla penna del poeta e paroliere per raccontare le piccole cose che rendono speciale la nostra vita. La poesia, particolarmente musicale e romantica nel senso più pregnante del termine, termina con una chiusa in cui Prévert non manca di ironizzare su una delle figure che più spesso vengono prese di mira nella sua produzione.

“Come per miracolo” di Jacques Prévert

Come per miracolo
arance ai rami di un arancio
Come per miracolo
un uomo viene avanti
mettendo come per miracolo
un piede davanti all’altro per camminare

Come per miracolo
una casa di pietra bianca
dietro di lui è posta sulla terra
Come per miracolo
l’uomo si ferma ai piedi dell’arancio
coglie un’arancia la sbuccia e poi la mangia

Butta la buccia e sputa fuori i semi
calmando come per miracolo
la sua gran sete del mattino

Come per miracolo
l’uomo sorride
guardando il sole che s’alza
e che splende
come per miracolo

E l’uomo abbacinato se ne ritorna a casa
e ritrova come per miracolo
la moglie addormentata

Meravigliato
di vederla tanto giovane e bella
e come per miracolo
nuda nel sole
la guarda

E come per miracolo lei si desta
e gli sorride

Come per miracolo lui l’accarezza
e come per miracolo lei si lascia accarezzare

Allora come per miracolo
passano in cielo uccelli di passaggio
che passano così
come per miracolo
uccelli di passaggio che vanno verso il mare
altissimi volando
sopra la casa di pietra
dove l’uomo e la donna
come per miracolo
fanno l’amore

Uccelli di passaggio sorvolano il giardino
dove come per miracolo l’arancio culla le sue arance
nel vento del mattino
spargendo come per miracolo la sua ombra sulla strada

Sulla strada dove un prete viene avanti
col naso nel breviario ed il breviario in mano
e il prete camminando sulla buccia di arancia buttata dall’uomo
scivola e cade
come un prete che scivola su una buccia d’arancia e che cade su una strada
un bel mattino.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Come per miracolo”

La poesia di Jacques Prévert è inclusa in una delle sue raccolte più celebri. Si intitola “Storie e altre storie”, in originale “Histoires et d’autres histoires”, uscita per Gallimard nel 1963. Quella che abbiamo appena letto è la versione tradotta da Ivos Margoni in un’edizione del 1965 edita da Feltrinelli.

Un quadro di natura e tenerezza

“Le poesie della tenerezza e dell’anticonformismo, della ribellione anarchica e dell’umorismo strafottente”: recita così la copertina di “Storie e altre storie” nella sua versione italiana del 1965.  In effetti, leggendo “Come per miracolo”, ci rendiamo conto di quanto queste parole siano calzanti.

In questo componimento, in cui le parole scorrono sciolte e libere come un fiume in piena, abbiamo la sensazione che quella cantilena che dà il titolo alla poesia sia quasi una formula magica, un mantra che ci ricorda quanto tutto ciò che viviamo, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, abbia un respiro di eternità dentro di sé: dall’albero di arance che “culla” i suoi frutti per placare la nostra sete allo stormo di uccelli che vola sulle cose della terra.

Il culmine di questa tenera magia è rappresentato dall’intreccio intimo e romantico fra l’uomo e la donna, che si avvicinano e si amano, in un mondo che abbiamo guardato macroscopicamente dall’esterno.

La chiusa ironica

La poesia, così piena di vitalità, di positività e di tenerezza, termina con una chiusa altamente ironica e anticonformista.

Protagonista degli ultimi versi di questa canzone dedicata alla bellezza della natura e dell’amore è un prete che, col suo breviario, si incammina sulla stessa strada percorsa poc’anzi dall’uomo innamorato, e proprio sulla buccia di arancia che quest’ultimo aveva gettato a terra, cade.

Qui, non ci sono miracoli. La scena, descritta istante per istante in modo anche piuttosto ridondante, suscita la stessa ilarità che spesso si ritrova in altri componimenti di Jacques Prévert, dedicati alla critica politica e sociale a un mondo – e ai suoi esponenti – che è solo apparenza, e che non ha nulla di ciò che professa di possedere.

L’amore, la bellezza e la genuinità sono proprie di chi vive la vita con spontaneità e libertà, e forse questa è una delle poesie in cui Prévert esprime al meglio questa sua idea.

Jacques Prévert

Jacques Prévert, nato nel 1900 e scomparso nel 1977, è forse il poeta francese più popolare del XX secolo.

Attratto fin da giovane dalla lettura e dallo spettacolo, una volta terminati gli studi a Parigi, si guadagna da vivere svolgendo vari piccoli lavori.

Prévert scrive poesie molto immediate, create per entrare nella vita dei lettori. Il tema dominante della sua produzione letteraria è l’amore.

L’autore trova in tale sentimento un potente strumento capace di salvare il mondo. Ma attraverso la poesia di Prévert trova espressione anche un desiderio estremo di libertà.

Le due tematiche si intrecciano, così, dando vita a versi memorabili e senza tempo, da cui risulta una verità che ognuno di noi dovrebbe ricordare per la vita: l’amore non si può incatenare o forzare.

Esso è quanto di più spontaneo esista al mondo. Chiunque provi ad istituzionalizzarlo o a sottometterlo, finisce inevitabilmente per perderlo.

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