“Barbara” (1944) di Jacques Prévert, la poesia sull’amore come antidoto al disumano

21 Febbraio 2025

“Barbara” è una poesia di Jacques Prévert pubblicata nella raccolta “Parole” del 1946. Un componimento che racconta l’amore e la guerra

barbara

Barbara” è uno dei componimenti più famosi di Jaques Prévert, poeta francese che ha fatto dell’amore e della quotidianità i temi principali della sua produzione poetica.

“Barbara” di Jacques Prévert

Ricordati Barbara
Pioveva senza sosta quel giorno su Brest
E tu camminavi sorridente
Serena rapita grondante
Sotto la pioggia

Ricordati Barbara
Come pioveva su Brest
E io ti ho incontrata a rue de Siam
Tu sorridevi
Ed anch’io sorridevo

Ricordati Barbara
Tu che io non conoscevo
Tu che non mi conoscevi

Ricordati Ricordati quel giorno ad ogni costo
Non lo dimenticare
Un uomo s’era rifugiato sotto un portico
E ha gridato il tuo nome
Barbara
E sei corsa verso di lui sotto la pioggia
Grondante rapita rasserenata
E ti sei gettata tra le sue braccia

Ricordati questo Barbara
E non mi rimproverare di darti del tu
lo dico tu a tutti quelli che amo
Anche se una sola volta li ho veduti
Io dico tu a tutti quelli che si amano
Anche se non li conosco

Ricordati Barbara
Non dimenticare
Questa pioggia buona e felice
sul tuo volto felice
Su questa città felice
Questa pioggia sul mare
Sull’arsenale
Sul battello d’Ouessant

Oh Barbara
Che coglionata la guerra
Che ne è di te ora
Sotto questa pioggia di ferro
Di fuoco d’acciaio di sangue
E l’uomo che ti stringeva tra le braccia
Amorosamente
è morto disperso o è ancora vivo

Oh Barbara
Piove senza sosta su Brest
Come pioveva allora
Ma non è più la stessa cosa e tutto è crollato

È una pioggia di lutti terribili e desolata
Non c’è nemmeno più la tempesta
Di ferro d’acciaio e di sangue
Soltanto di nuvole
Che crepano come cani

Come i cani che spariscono
Sul filo dell’acqua a Brest
E vanno ad imputridire lontano
Lontano molto lontano da Brest
Dove non vi è più nulla.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Barbara”

Abbiamo letto “Barbara” nella traduzione curata da Giovanni Raboni. La poesia originale, estratta dalla raccolta Paroles, pubblicata a Parigi nel 1946 dalla casa editrice Le Point du jour, è stata composta nel 1944, nel pieno del disastro della guerra, come del resto diversi altri componimenti presenti nella stessa raccolta.

Paroles contiene novantacinque componimenti che, in origine, l’autore francese aveva pubblicato su diverse riviste e che soltanto in seguito vengono raggruppate, con il consenso di Prévert, da René Bertelé, fondatore della casa editrice che si fa poi carico dell’edizione.

Il successo è tanto immediato quanto non del tutto atteso: poche settimane dopo la prima uscita, vengono ristampati cinquemila esemplari della raccolta, che nel 1947 si arricchisce di sedici nuovi testi poetici.

“Barbara”, insieme a diversi altri componimenti scritti da Prévert, si possono leggere in un’accurata traduzione italiana grazie a Guanda Editore, che ha curato l’edizione di “Poesie d’amore e libertà”, raccogliendo al suo interno versi tratti da “Paroles”, “Spectacle”, “La pluie et le beau temps”, “Histoires, et d’autres histoires”, “Fatras”.

Un ricordo, due sconosciuti che si amano sotto la pioggia

Non è la donna amata dal poeta. Barbara è una perfetta sconosciuta, che Prévert ricorda di aver incontrato in un giorno velato di pioggia. Il volto della donna, così come l’acqua che scroscia sulla città, è pieno di vitalità. La forza che emana da lei e dalla pioggia è quella di un amore incontenibile e straripante.

La felicità diventa ancor più potente quando un uomo, rifugiato sotto un portico, urla a gran voce, sicuro, il nome di Barbara, e lei accorre fra le sue braccia, innamorata e gioiosa. Come accade spesso nelle sue poesie, Prévert racconta l’amore attraverso scene quotidiane, da un punto di vista esterno. Sembrano quasi affreschi, luminose visioni che ci irradiano di bellezza.

L’amore e la guerra

A circa metà poesia, la pioggia si trasforma, così come la scena. Il grigiore, lo scroscio dell’acqua fanno da sfondo a un mondo distrutto, a un’esistenza incerta e non più felice come prima. Il mondo, la pioggia, la città, Barbara… tutto era felice. E Prévert invita la donna a ricordarsene, ora che la guerra infuria con la sua inutile violenza.

Il messaggio che l’autore vuole lanciare con questo componimento è proprio l’inutilità della guerra. Lo fa con un lessico forte, che restituisce la vivacità del parlato e la forza di un pensiero che prende corpo verso dopo verso fino al culmine finale che recita “che coglionata la guerra”.

Tutto acquista una valenza negativa. Ci si chiede dove sia finito il mondo di prima. E con quel “ricordati Barbara”, che costella il componimento, Prévert sembra suggerirci l’unico antidoto in grado di resistere al disumano: l’amore.

Jacques Prévert

L’autore di “Barbara”, nato nel 1900 e scomparso nel 1977, è forse il poeta francese più popolare del XX secolo.

Attratto fin da giovane dalla lettura e dallo spettacolo, una volta terminati gli studi a Parigi, si guadagna da vivere svolgendo vari piccoli lavori.

Prévert scrive poesie molto immediate, create per entrare nella vita dei lettori. Il tema dominante della sua produzione letteraria è l’amore.

L’autore trova in tale sentimento un potente strumento capace di salvare il mondo. Ma attraverso la poesia di Prévert trova espressione anche un desiderio estremo di libertà.

Le due tematiche si intrecciano, così, dando vita a versi memorabili e senza tempo, da cui risulta una verità che ognuno di noi dovrebbe ricordare per la vita: l’amore non si può incatenare o forzare.

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