Sei qui: Home » Poesie » “I bambini giocano alla guerra”, la poesia di Brecht sulla pace

“I bambini giocano alla guerra”, la poesia di Brecht sulla pace

"I bambini giocano alla guerra" è una poesia di Bertolt Brecht sulla pace, perfetta per riflettere sui tragici avvenimenti in Israele e in tutte le zone di guerra in cui i più piccoli sono coloro che soffrono di più .

“I bambini giocano alla guerra” è una poesia che denuncia in modo assoluto tutti i conflitti bellici. È difficile, oggi, parlare di pace. Sono giornate difficili, in cui oltre al conflitto che da ormai mesi si trascina in Ucraina si è riacceso lo scontro in Israele con l’attacco dalla Striscia di Gaza, nel quale si contano almeno 600 vittime israeliane, oltre 2000 feriti, più di 100 rapiti. 

Per questo motivo vogliamo condividere con voi questa toccante poesia di Bertolt Brecht che parla di guerra e bambini, e innocue vittime di violenti squarci di storia.

"Da leggere il mattino e la sera", la poesia di Brecht sul tempo da dedicare

“Da leggere il mattino e la sera”, la poesia di Brecht sul tempo da dedicare

“Da leggere il mattino e la sera” è una breve poesia di Bertold Brecht che ci ricorda quanto siano importanti la nostra vita e il nostro tempo.

I bambini giocano alla guerra, la poesia di Bertolt Brecht

I bambini giocano alla guerra.
E’ raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E’ la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

La rivoluzione di Bertolt Brecht

Bertolt Brecht (1898-1956) nacque in Baviera ed esordì come autore-attore a Monaco, rivelando una vena creativa influenzata dall’Espressionismo. Nel 1928 ebbe grande successo con la rappresentazione dell’Opera da tre soldi, rifacimento del dramma popolare inglese “Beggar’s Opera” di John Gay. Critico nei confronti della società del suo tempo, quando salì al potere il nazismo fu costretto a fuggire dalla Germania. Peregrinò per anni attraverso molti Paesi per poi stabilirsi negli Stati Uniti. Alla fine del conflitto mondiale, tornò a Berlino dove fondò la ‘‘Berliner Ensemble’’, destinata a diventare una delle più affermate compagnie teatrali dell’epoca.

La rivoluzione di Brecht nel teatro fu quella di tentare di cambiare il comportamento del pubblico, di renderlo critico, di non far creare nel pubblico sentimenti uguali a quelli del protagonista in scena. Brecht voleva eliminare a tutti i costi l’immedesimazione del pubblico nel protagonista teatrale, com’era nella tradizione catartica aristotelica. Brecht voleva che il pubblico del teatro fosse libero e razionale, creativo e critico, che non si immedesimasse nei protagonisti. passione e critica era alla base del pensiero di teatro di Bertolt Brecht.

Allo stesso modo la poesia di Brecht, come si può comprendere anche in “i bambini giocano alla guerra”, vuole far riflettere i lettori sulla realtà sociale e politica. La grande rivoluzione di Brecht fu quella di produrre una poesia marxista rivoluzionaria. La poesia doveva rappresentare a tutti i costi la critica della società borghese, capitalista. Il pubblico attraverso la poesia doveva poter prendere coscienza delle grandi contraddizioni della società. I conflitti sociali, la povertà, le contrapposizioni di ceto, la guerra, e così via. La poesia è il momento in cui il pubblico cerca a tutti i costi di liberarsi dalle catene imposte dalla società. Giusto o sbagliato si interpreti il pensiero di Brecht, egli contribuì ad un’idea diversa del teatro e della poesia. Come tale merita la massima attenzione e soprattutto di essere letto con attenzione.

I bambini giocano alla guerra

Come reagire quando il mondo parla di guerra? Come si affronta il dolore, l’odio, la violenza?
Spesso il mondo ci mette davanti a questi inquietanti scenari, come quelli che stiamo vedendo in Israele e in Palestina. 
In “I Bambini giocano alla guerra” Bertolt Brecht parla di tutti quei bambini che, immersi in luoghi di guerra, si abituano a concepire la vita come “lotta alla sopravvivenza”. E così anche un giocattolo, può diventare il capo espiatorio per combattere.

Per questo scrive “è raro che giochino alla pace, perché gli adulti da sempre fanno la guerra”. Brecht cerca di farci riflettere su quello che, a volte, scambiamo come normale, anche il semplice “pum” durante un gioco. Quello sparo che, da un’altra parte del mondo, sta uccidendo qualcuno. 
Educare un bambino alla pace non è una cosa semplice. Perché significa educare alla condivisione, al rispetto, all’apertura mentale. Significa saper condividere l’amore, saper insegnare il concetto di amicizia e di famiglia. E, purtroppo, in molti posti nel mondo questi valori non sono prioritari. Perché è prioritaria la violenza, la fame e la sofferenza. 

Quando parliamo di pace, vorremmo immaginarci in un mondo dove certi elementi “disumani”, non ci siano più. Quando pensiamo alla pace ci immaginiamo un mondo dove:

E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

© Riproduzione Riservata