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“L’arcobaleno” di Gianni Rodari, una poesia semplice che scalda il cuore

Una bambina cammina, serena, sotto la pioggia. Il suo ombrello colorato è l'amuleto che la protegge dal tempo e dal male. "L'arcobaleno", che leggiamo in occasione del compleanno di Gianni Rodari, è una poesia che scalda il cuore e infonde coraggio.

Il 23 ottobre 1920 nasceva Gianni Rodari, autore di poesie e filastrocche fra i più amati in Italia. Per ricordarlo, scopriamo insieme uno dei suoi componimenti più belli e delicati: “L’arcobaleno“.

“L’arcobaleno” di Gianni Rodari

Va per la strada una bambina
con un ombrello di sette colori.
sotto la pioggia grigia cammina
con quel piccolo arcobaleno
nel suo cuore c’è sempre sereno.

Il cuore sereno

“L’arcobaleno” del titolo della poesia di Rodari arriva dritto al nostro cuore, lasciando un varco sereno al di là delle nuvole e dei turbinii della mente.

È la semplicità disarmante dell’immagine scelta da Rodari, insieme alle parole, altrettanto cristalline, piene, umili, a rivelarci la bellezza intrinseca nei brevi versi di “Arcobaleno”: quasi come fosse una fotografia, il poeta e paroliere ci conduce alla scoperta di una visione quotidiana. Una bambina che, provvista del suo ombrello colorato, cammina sotto la pioggia.

Un po’ incurante del grigiore che si staglia imponente sopra la sua testa, un po’ sicura di quello stato di protezione atavica fornito dal suo ombrello colorato, la bambina vive in uno stato di grazia, con il cuore abitato dal “sempre sereno”.

Il suo è un oggetto semplice, ancora una volta – perché la semplicità è una delle cifre distintive della poesia di Rodari -, che si fa complesso nel suo significato profondo: l’ombrello a spicchi colorati è un amuleto, una sorta di talismano che rassicura, protegge e rende più forte la sua piccola proprietaria.

Di tutti i desideri che animano il nostro spirito, quello della serenità è il meno ambito, il meno calcolato a un livello conscio. Di solito, desideriamo un amore unico, un lavoro diverso, un viaggio dai risvolti inaspettati, un diversivo per distrarci dalla monotonia.

Quello che cerchiamo in tutti questi sogni nel cassetto è, in realtà, molto legato al concetto di serenità: la capacità di saper vivere bene anche sotto la tempesta, la forza di riuscire a sorridere nonostante il temporale, il coraggio di continuare a camminare, anche con poco margine di manovra.

La bambina di Rodari, con il suo arcobaleno – esteriore e interiore – ci ricorda cosa vuol dire vivere bene: avere la luce dentro anche quando fuori piove.

Gianni Rodari

Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni nasce ad Omegna nel 1920, da una famiglia proprietaria di un piccolo forno. Qui, il piccolo Gianni frequenta i primi anni di scuola, fino a quando non è costretto a trasferirsi nel paese natio della madre in seguito alla prematura morte del padre.

Nel 1931, la madre lo fa entrare nel seminario cattolico di San Pietro Martire di Seveso in provincia di Milano, ma si rende conto ben presto che questa non è la strada giusta per il figlio. Così, nel 1934 Gianni comincia a studiare alle scuole magistrali.

Divenuto maestro, Gianni Rodari è obbligato a vivere, come tutti i suoi coetanei, il trauma della guerra – a cui pure lui non partecipa perché esonerato a causa della salute cagionevole – e della perdita dei suoi cari.

Sono diverse, infatti, le poesie e le filastrocche che l’autore dedicherà al tema. Rodari muore a causa di un improvviso malore nel 1980, all’età di 59 anni.

Giornalista, scrittore, poeta specializzato nella letteratura d’infanzia e pedagogista, Gianni Rodari è autore di numerose e varie opere, fra cui spicca il capolavoro “La grammatica della fantasia”, che lo ha reso uno scrittore amatissimo dai più piccoli.

I racconti e le poesie di cui è autore hanno contribuito enormemente all’ innovazione del canone letterario italiano dell’infanzia.

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