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“La morte, l’amore e la vita”, una poesia per parlare a cuore aperto alla persona amata

I versi di Paul Eluard tratti dalla poesia La morte, l'amore e la vita ci permettono di parlare a cuore aperto alla persona amata, riconoscendo la nostra fragilità e i nostri errori.

A volte basta poco per riparare ai danni compiuti con leggerezza e superficialità, sottolineare l’importanza della persona amata nella nostra vita è sempre un buon modo per scusarsi. I versi di Paul Eluard tratti dalla poesia La morte, l’amore e la vita ci permettono di parlare a cuore aperto alla persona amata, riconoscendo la nostra fragilità e i nostri errori.

La morte, l’amore e la vita

Ho creduto di poter spezzare il profondo e l’immenso
Con il mio dolore nudo senza contatto senza eco
Mi sono steso nella mia prigione dalle vergini porte
Come un morto ragionevole che ha saputo morire
Un morto coronato soltanto dal suo nulla
Mi sono steso sulle onde assurde
Del veleno assorbito per amore della cenere
La solitudine mi è sembrata piú viva del sangue.

Volevo spezzare la vita
Volevo spartire la morte con la morte
Rendere il mio cuore al vuoto e il vuoto alla vita
Cancellare tutto che non restasse nulla né fiato né vetro
Nulla davanti nulla alle spalle nulla di intero
Avevo eliminato il gelo dalle mani giunte
Avevo eliminato l’ossatura invernale
Della promessa di vivere che si annulla.

Sei venuta tu e allora il fuoco si è riacceso
L’ombra ha ceduto il freddo dal basso si è riempito di stelle
E la terra si è ricoperta
Della tua carne chiara e io mi sono sentito leggero
Sei venuta tu la solitudine era vinta
Avevo una guida sulla terra io sapevo
Dove andare mi sapevo smisurato
Avanzavo e guadagnavo spazio e tempo

Andavo verso di te andavo senza fine verso la luce
La vita aveva un corpo alzava la sua vela la speranza
Il sonno grondava di sogni e la notte
Prometteva sguardi fiduciosi all’aurora
I raggi delle tue braccia spartivano la nebbia
La tua bocca era inumidita dalle prime rugiade
Il riposo abbagliato rimpiazzava la fatica
Io adoravo l’amore come nei primi miei giorni.

I campi sono arati le officine lampeggiano
E il grano fa il suo nido in una ondata enorme
La mietitura la vendemmia hanno testimoni innumerevoli
Nulla è semplice o singolare
Il mare è negli occhi del cielo e della notte
La foresta dà agli alberi la sicurezza
E i muri delle case hanno una pelle comune
E le strade si incrociano sempre.

Gli uomini son fatti per intendersi
Per capirsi per amarsi
Hanno dei figli che diventeranno padri di uomini
Hanno dei figli privi di case e di tetto
Che reinventeranno gli uomini
E la natura e la loro patria
Quella di tutti gli uomini
Quella di ogni tempo.

Amore ed emotività vibrante

Sulla composizione dei versi pubblicati nel 1951 nella raccolta “Le Phénix” non sappiamo molto, quindi è impossibile per noi risalire alla destinataria di questa tenera poesia. Ciò che traspare, però, è la vibrante emotività, un sentimento che arriva a noi pressoché immutato.

 

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