“Amore mio” di Andrea Camilleri, la poesia che celebra il vero amore e i 100 anni del maestro

5 Settembre 2025

Scopri “Amore mio” di Andrea Camilleri, la poesia dedicata alla moglie che dona la forza del vero amore, per celebrare i 100 anni del genio siciliano

"Amore mio" di Andrea Camilleri, la poesia che celebra il vero amore e i 100 anni del maestro

Amore mio di Andrea Camilleri è molto più di una poesia. È un immenso testamento all’umanità di uno scrittore che ha fatto delle storie e delle parole la sua più grande arte. Anche trovare le espressioni giuste per dichiarare l’adorazione alla moglie, per il maestro siciliano diventa esercizio di ricerca, originalità, genialità.

Oggi diremmo che grandi storyteller come Camilleri ne esistono pochi, e questo cameo poetico del papà di Montalbano dimostra perché la sua voce rimane unica. In pochissimi versi riesce a racchiudere la sua grandezza, trasformando una poesia in un nuovo modo di raccontare.

Condividiamo questa lirica perché il 6 settembre ricorre il suo anniversario. Andrea Camilleri, il genio di Porto Empedocle, la sua Vigata, avrebbe compiuto cento anni. Come sempre accade con i grandi, il suo pensiero resta vivo, continua a esistere e a offrirci qualcosa di speciale.

Amore mio di Andrea Camilleri

Ho vegliato tutta la notte
leggendo i più grandi poeti d’amore
per rubare dai loro versi
le parole più ricche e più rare
per dirti tutto quello che sento per te.
Alla fine queste parole le ho trovate.
Eccole:
ti amo.

Per dichiarare l’amore bastano poche parole

In Amore mio si svela un Andrea Camilleri che non tutti conoscono. Il grande maestro del romanzo e della narrativa ha lasciato anche alcune poesie, e tra queste una delle poche di cui la paternità sia certa e documentata è proprio quella dedicata alla moglie. Un testo breve che, nelle mani di Camilleri, diventa evento nazionale: solo lui sapeva trasformare un gesto intimo in un racconto collettivo.

Amore mio fu letta dallo stesso Camilleri il 13 febbraio 2007 al TG1, alla vigilia di San Valentino. Quelle parole essenziali e colme di emozione erano rivolte alla moglie Rosetta dello Siesto (1928-2025), compagna di una vita e punto di riferimento silenzioso ma fondamentale. Dal loro matrimonio, celebrato nel 1957, nacquero le tre figlie Andreina, Mariolina ed Elisabetta, che lo resero nonno e bisnonno, circondandolo di una famiglia numerosa e affettuosa.

Questa unione, durata oltre sessant’anni fino al giorno della sua morte nel 2019, non racconta soltanto la dimensione privata dell’autore, ma custodisce un’idea di amore e fedeltà che riecheggia nella delicatezza della poesia Amore mio. In fondo, la vita accanto a Rosetta è la prova concreta che la semplicità di un “ti amo” quotidiano può durare un’esistenza intera.

I versi che celebrano il vero amore

Il testo di Amore mio è breve, quasi disarmante nella sua semplicità. L’io poetico racconta di aver cercato parole sublimi tra i grandi poeti, in un confronto che sembra mettere in luce l’impossibilità di dire fino in fondo l’amore. Ma la rivelazione finale rovescia tutto: non servono versi ricercati, perché l’essenza si racchiude nelle due parole più semplici e più universali, “ti amo”.

Se letto alla luce della biografia, questo messaggio diventa ancora più potente. Non si tratta di un amore astratto o idealizzato, ma di una dichiarazione reale, pronunciata da un uomo a sua moglie dopo oltre cinquant’anni di vita insieme.

Andrea Camilleri, che ha trascorso la vita a costruire storie, consegna qui un lascito diverso. Dona un inno alla forza della semplicità. Amore mio diventa così la prova che le parole più autentiche non hanno bisogno di orpelli. La verità di un sentimento può vivere e rinnovarsi anche dopo decenni di matrimonio, trasformando il quotidiano in poesia.

Con questa poesia Andrea Camilleri ha reso pubblico il suo amore privato, trasformando una dedica personale a Rosetta in una lezione universale. Non servono i versi dei grandi poeti, sembra dirci, quando il cuore ha già tutto quello che serve.

Un arrivederci al grande genio che, anche al di fuori delle sue opere, ha saputo insegnarci che le parole più semplici sono quelle che durano per sempre.

La poesia di Andrea Camilleri al TG1 della Rai

 

 

Chi era Andrea Camilleri

Andrea Camilleri è stato uno degli scrittori italiani più amati e riconosciuti a livello internazionale. Nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, il 6 settembre 1925, crebbe in una Sicilia che avrebbe segnato in profondità la sua immaginazione e il suo stile. Dopo gli studi a Palermo e a Roma, intraprese una lunga carriera come regista teatrale, sceneggiatore e uomo di televisione, lavorando per anni dietro le quinte della Rai e collaborando con figure centrali del teatro italiano.

La letteratura arrivò relativamente tardi, ma quando trovò la sua voce, Camilleri seppe trasformarla in un fenomeno unico. Il grande successo giunse nel 1994 con La forma dell’acqua, il primo romanzo con protagonista il commissario Montalbano, personaggio destinato a diventare una delle icone narrative del nostro tempo. Con lui, Camilleri costruì un universo narrativo riconoscibile e amatissimo, fatto di ambienti, atmosfere e personaggi che restituiscono la complessità della Sicilia, ma che parlano al mondo intero.

La sua cifra stilistica resta inconfondibile. Il genio siciliano ha saputo creare un intreccio di italiano e dialetto che non è mai puro esercizio linguistico, ma il modo più autentico per restituire la voce viva della sua terra. Con ironia, lucidità e passione civile, Camilleri ha saputo raccontare vizi e virtù dell’Italia, diventando punto di riferimento non solo per i lettori, ma anche per la società.

Quando si spense a Roma il 17 luglio 2019, lasciò un vuoto profondo. Eppure, la sua eredità continua a vivere attraverso le pagine dei suoi libri e attraverso il commissario Montalbano, che ormai appartiene al patrimonio culturale collettivo. Nel centenario della sua nascita, ricordarlo significa celebrare un autore che ha saputo trasformare la parola scritta in arte e in memoria condivisa.

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