Spes contra spem, significato e origine della locuzione latina dedicata al Papa

25 Febbraio 2025

Scopri l'origine e il significato di “spes contra spem”, locuzione latina utilizzata dal cappellano del Gemelli, don Nunzio Corrao, nel corso della speciale adorazione eucaristica dedicata a Papa Francesco, ricoverato al Gemelli.

Spes contra spem, significato e origine della locuzione latina dedicata al Papa

“In questo momento vorrei che chiedessimo la stessa fede di Abramo, la “spes contra spem”, la speranza contro ogni speranza”. Lo ha detto il cappellano del Gemelli, don Nunzio Corrao, guidando la preghiera nel corso della speciale adorazione eucaristica dedicata a Papa Francesco, ricoverato dal 14 febbraio per una polmonite bilaterale al Gemelli. Ma qual è l’origine di questa locuzione latina?

Spes contra spem

Spes contra spem è una locuzione latina che si può tradurre letteralmente con “la speranza contro la speranza”. Come riportato sull’enciclopedia Treccani, la Spes rappresenta la divinità romana personificazione della speranza. Essa a Roma aveva un tempio nel Foro Olitorio, consacrato nella prima guerra punica, bruciato nel 31 a.C. e restaurato da Germanico nel 17 d.C.; un altro sull’Esquilino; un altro ancora, S. vetus, presso la porta Prenestina, risaliva secondo la tradizione annalistica al 5° sec. a.C. Era rappresentata in piedi con un fiore nella destra e la veste sollevata sul fianco sinistro.

L’origine nella Bibbia

Come citato dallo stesso cappellano del Gemelli, tale espressione è rintracciabile in un passaggio da Paolo di Tarso (Lettera ai Romani, 4,18), in cui l’apostolo si esprime con riferimento all’atteggiamento dell’incrollabile fede di Abramo:

“… qui contra spem in spem credidit, ut fieret pater multarum gentium, secundum quod dictum est: “ Sic erit semen tuum ”.”

Il passo viene in questo modo tradotto in italiano:

“Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza.”
(San Paolo, Lettera ai Romani, 4,18)

In base a tale interpretazione, la locuzione latina viene usata per definire l’atteggiamento di colui il quale coltiva una fede incrollabile in un futuro migliore, e non abbandona l’aspettativa, anche quando le circostanze concrete sono così avverse da indurre a credere, al contrario, alla perdita di qualsiasi aspettativa.

L’uso della locuzione latina

Negli anni Cinquanta questa espressione fu ripresa da Giorgio La Pira, sindaco cattolico di Firenze che la utilizzò ripetutamente per sottolineare il proprio atteggiamento di fronte a chi dubitava o voleva contrapporgli la crudezza delle circostanze reali. Adottò la frase come motto, simbolo dell’idea audace di chi sa “osare l’inosabile”.

Così si esprimeva in una lettera, il 29 ottobre 1958, all’indomani dell’elezione al soglio pontificio di Giovanni XXIII, manifestando la speranza che stesse per aprirsi un futuro di pace e di fraternità ecumenica, mentre il clima politico mondiale era invece polarizzato dalla guerra fredda, da divisioni e contrapposizioni religiose, sotto la minaccia di un conflitto nucleare:

“Andiamo molto in là col desiderio e con la speranza?
Sì è vero; ma il motto di Firenze cristiana è stato in questi ultimi anni, tanto drammatici ed avventurati, il motto paolino: spes contra spem: che fu anche la “divisa avventurosa” del patriarca Abramo”

Non solo credenti: tale locuzione fu utilizzata anche dal fondatore del Partito Radicale, Marco Pannella, che pure spesso ha usato questa espressione come motto per le sue battaglie contro il pensiero comune, nel significato di “essere speranza (spes) piuttosto che avere speranza (spem)”. Lo stesso Pannella ha poi utilizzato questa frase latina nella sua ultima lettera inviata proprio a Papa Francesco il 22 aprile 2016, poco prima di morire.

La speranza contro la speranza

La speranza è un concetto molto caro al Pontefice: proprio a inizio anno è stato pubblicato “Spera” la prima autobiografia mai pubblicata da un Papa nella storia. Un’autobiografia completa, la cui stesura ha impegnato gli ultimi sei anni, che procede dai primi del Novecento, con le radici italiane e l’avventurosa emigrazione in America Latina degli avi, per svilupparsi attraverso l’infanzia, gli entusiasmi e i turbamenti della giovinezza, la scelta vocazionale, la maturità, fino a coprire l’intero pontificato e il tempo presente.

L’espressione latina “spres contra spem” del cappellano del Gemelli, don Nunzio Corrao sembra quindi adatta all’attuale contesto che vede Papa Francesco in condizioni critiche ricoverato al Gemelli di Roma. Ci affidiamo alla spes contra spem nella speranza che le condizioni di salute del Santo Padre possano migliorare il prima possibile.

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