“Seminare il panico”, origine e significato del modo di dire

30 Giugno 2025

Scopri da dove nasce l’espressione seminare il panico, un modo di dire utilizzato molto in ambito giornalistico ma dalla forte valenza anche nella vita di tutti i giorni.

Seminare il panico, origine e significato del modo di dire

Vi è mai capitato di vedere qualcuno “seminare il panico”? Forse avete già sentito questo modo di dire durante un evento sportivo, oppure guardando un film thriller. Se avete dei dubbi sul significato e l’origine di questa espressione, cerchiamo di “seminare” qualsiasi dubbio con questo articolo.

Il significato di “seminare il panico

L’espressione seminare il panico, molto utilizzata soprattutto in ambito giornalistico, si riferisce a chi volutamente si adopera per spaventare o togliere tranquillità a qualcuno. “Semina il panico nella difesa avversaria” è solito dire un telecronista calcistico in riferimento ad un atleta calciatore che crea pericoli per la difesa avversaria.

Non occorre per forza essere sportivi per “seminare il panico”: in generale, è un’espressione che viene usata in riferimento a chi ha intenzione di diffondere paura, ansia o confusione in un gruppo di persone, spesso attraverso informazioni false o esagerate. Vi hanno mai riferito una notizia capace di seminare il panico tra i vostri conoscenti? Bene, allora siete stati diretti testimoni dell’uso comune di questo modo di dire.

L’origine del modo di dire

Nel caso della locuzione “seminare il panico” il riferimento alla semina non è solo figurativo: forse non tutti sanno che il panico è anche il nome di una pianta, tecnicamente la “Setaria italica”, che fa parte della specie del miglio ed è molto utilizzata nell’alimentazione delle popolazioni asiatiche. In questo caso, siamo di fronte a un doppio significato della parola panico.

Il verbo “seminare” è utilizzato anche per altri modi di dire: basti pensare ai celebri seminare gli avversari in ambito sportivo e al seminare zizzania. Ecco, a proposito, un altro modo di dire dalla curiosa origine che in molti scommettiamo ignorano: la zizzania è una pianta erbacea simile al frumento, che nasce nei campi coltivati, confondendosi fra i cereali. I vegetali che crescono nel terreno circostante ne sono influenzati negativamente, poiché questa danneggia le coltivazioni agricole producendo farina tossica. Per questo “seminare zizzania” significa creare situazioni di confusione e disagio.

Modi di dire “paurosi”

A proposito di panico: esistono altri modi di dire che tirano in ballo questo particolare stato d’animo umano: un esempio è l’espressione “prendersi uno spaghetto”. La conoscevate? Niente “timore”, ve ne parliamo noi. L’espressione prendersi uno spaghetto significa spaventarsi,
provare un momento di grandissima paura. Esempio: “La strada era deserta e pioveva a dirotto, a un tratto ho visto un’ombra che si avvicinava verso di me; non vi dico che spaghetto mi son preso!”.

Per alcuni autori questo modo di dire familiare, particolarmente adoperato in Toscana, deriverebbe verosimilmente dall’immagine di una persona che si contrae su sé stessa per gli spasimi della paura, oppure che si “raggomitola” per ripararsi da un pericolo, proprio come si avvolge uno spago sul gomitolo.

Impossibile, inoltre, non citare l’espressione “avere la coda di paglia” che indica una della maure più “umane”: quella legata al timore di esporsi per nascondere una colpa o difetto. La sua origine? In una fiaba si racconta di una volpe che aveva perso parte di una coda a causa di una trappola. Questa mancanza era per lei fonte di grande vergogna; per questo motivo gli amici animali decisero di costruirle una coda di paglia. I contadini, venuto a saperlo, circondarono i villaggi con i falò e col fuoco: la volpe, temendo di bruciarsi la coda, non si avvicinò mai alle case.

Il libro su questo e altri modi di dire

“Seminare il panico” ed altre espressioni idiomatiche simili sono protagoniste all’interno del libro “Perché diciamo così” (Newton Compton), opera scritta dal fondatore di Libreriamo Saro Trovato contenente ben 300 modi di dire catalogati per argomento, origine, storia, tema con un indice alfabetico per aiutare il lettore nella variegata e numerosa spiegazione delle frasi fatte. Un lavoro di ricerca per offrire al lettore un “dizionario” per un uso più consapevole e corretto del linguaggio.

Un “libro di società” perché permette di essere condiviso e di “giocare” da soli o in compagnia alla scoperta dell’origine e dell’uso corretto dei modi di dire che tutti i giorni utilizziamo. Un volume leggero che vuole sottolineare l’importanza delle espressioni idiomatiche. Molte di esse sono cadute nel dimenticatoio a causa del sempre più frequente utilizzo di espressioni straniere e anglicismi.

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