“Pluribus” è la serie tv del momento. Firmata dallo scrittore e regista Vince Gilligan, creatore di “Breaking Bad” e co-creatore di “Better Call Saul”, la dramedy fantascientifica con protagonista Rhea Seehorn ha fatto il suo debutto su Apple TV il 7 novembre con i primi due episodi dei dieci totali, a cui stanno facendo seguito i nuovi episodi in uscita ogni settimana fino al 26 dicembre.
Ma qual è il significato e l’origine della parola Pluribus? Scopriamoli di seguito.
L’origine della parola “pluribus”
La parola “pluribus” non è un termine autonomo, ma è la forma al caso dativo o ablativo plurale (maschile, femminile o neutro) dell’aggettivo latino plus, che significa “più” o “molto”/”tra molti”. L’uso e la notorietà di “pluribus” sono legati quasi esclusivamente alla celebre locuzione latina “E pluribus unum”.
Sebbene la frase completa non sia di uso comune nel latino classico, una variante appare in Virgilio (color est e pluribus unus), dove descrive il miscelarsi dei colori in uno solo. La frase è anche simile a una parafrasi di Cicerone (che a sua volta cita Pitagora).
Cosa significa
La locuzione si traduce letteralmente come “Dai molti, uno”. Il significato è quindi quello di unità che emerge dalla diversità o dalla moltitudine. La preposizione E (o Ex) significa “fuori da” o “originario da”, indicando un’origine o un’estrazione.
Il motto degli Stati Uniti d’America
Nella storia moderna, l’uso più noto e significativo della locuzione “E pluribus unum” è legato al motto nazionale degli Stati Uniti d’America, proposto il 4 luglio 1776 e adottato nel 1782 come parte integrante del Gran Sigillo. Il significato simbolico si riferisce al concetto che dall’unione delle tredici colonie originali emerse una sola nuova nazione. La frase, ancora oggi visibile sul Gran Sigillo degli Stati Uniti, sulle banconote e sui passaporti americani, rappresenta l’idea di unità nella diversità. Nel 1956 fu sostituita da “In God We Trust” come motto ufficiale del Paese.
“Da molti, uno” nella serie tv
In contesti moderni, il termine Pluribus (spesso usato come titolo) rievoca questa essenza di frammentazione e unità, come nel caso dell’omonima serie tv trasmessa su Apple TV, il cui titolo racchiude l’essenza di “uno (che emerge) da molti”, interrogandosi sul prezzo di tale unità.
In un’intervista a TechRadar, lo stesso regista ha spiegato il perché ha scelto il concetto dietro alla parola “pluribus” per il titolo della sua serie tv: “Mi piaceva l’idea del ‘da molti, uno’ non solo in riferimento alla democrazia americana, ma anche al concetto di unione tra le persone di tutto il mondo”.
Se si guarda la serie, però, emerge il vero significato dietro alla scelta di questa parola: in Pluribus, un misterioso segnale extraterrestre genera un virus che trasforma quasi tutta l’umanità in una mente collettiva, formata da persone sempre gentili, felici e perfettamente cooperative tra loro, seguendo il significato letterale dell’espressione “da molti, uno”.
Solo in poche persone, tra cui la protagonista Carol, riescono a rimanere immuni a questa condizione, chiedendosi se questa “felicità condivisa” sia un una manna dal cielo oppure una vera propria forma di schiavitù. E’ lo stesso regista a rivolgere questo interrogativo agli spettatori della serie tv: “È una distopia o un’utopia? Lasciamo che sia il pubblico a deciderlo”
Pluribus, la serie tv di cui tutti parlano
Già rinnovata per una seconda stagione, “Pluribus” è una serie originale che mescola diversi generi, in cui la persona più infelice della Terra deve salvare il mondo dalla felicità. Oltre a Seehorn, la serie vede protagonisti Karolina Wydra (“Sneaky Pete”) e Carlos-Manuel Vesga (“Il Sequestro del Volo 601”), con la partecipazione speciale di Miriam Shor (“American Fiction”) e Samba Schutte (“Our Flag Means Death”).
“Pluribus” è prodotto da Sony Pictures Television, con il vincitore dell’Emmy Vince Gilligan in veste anche di produttore esecutivo insieme al vincitore del WGA Award Gordon Smith, Alison Tatlock, Diane Mercer, Allyce Ozarski e Jeff Frost. Jenn Carroll e Trina Siopy sono co-produttori esecutivi.
