Avete mai sentito l’espressione Perdere la Trebisonda? Si tratta di un modo di dire che può apparire bizzarro e che probabilmente non viene molto più usato nel linguaggio contemporaneo, ma vale sicuramente la pena analizzarne l’origine e il significato: magari potrà capitare anche a voi di “perdere la Trebisonda” senza accorgervene….
Cosa significa “Perdere la Trebisonda”
L’espressione perdere la trebisonda è utilizzata con il significato di perdere la bussola, l’orientamento, le staffe, essere confusi e disorientati.
Questo modo di dire è stato utilizzato frequentemente nel lessico letterario, tanto che per molti rientrano nella propria competenza linguistica passiva, in quanto espressioni di cui si conoscere il significato ma che poi nella pratica si usa poco.
Sinonimo di tale modo di dire è il più utilizzato “perdere la bussola” espressione che per l’appunto si usa quando ci si sente persi e disorientati. Un’ulteriore alternativa è anche la frase “perdere la tramontana”.
L’origine del modo di dire
Questo modo di dire trae origine dalla dall’antica città turca di Trabzon, Trebisonda appunto, il cui porto rappresenta ancora oggi uno snodo fondamentale del traffico fra la costa del Mar Nero e la Persia. Affacciata sul Mar Nero, nell’antichità questa città è stata una sorta di faro per tutti i naviganti che viaggiavano sulla rotta tra Europa e Medio Oriente. Da sempre la città turca costituisce un importantissimo punto di riferimento visivo per le navi che attraversano il tratto di mare antistante la città.
Ma come si lega il nome della città turca a questo modo di dire? Sono tre le spiegazioni possibili:
1. In passato la città costituiva un punto di riferimento importantissimo per le imbarcazioni che percorrevano le rotte tra Europa e Medio Oriente. Le coste e il porto rappresentavano un rifugio dalle tempeste e, in assenza dei moderni strumenti di navigazione, indicavano la strada ai naviganti. Quando si nascondevano alla vista era possibile che i marinai perdessero l’orientamento con il rischio di naufragare.
2. Un’altra spiegazione fa derivare questo modo di dire da un’espressione usata un tempo fra i mercanti, i quali a Trebisonda vendevano i propri prodotti ai turchi. “Perdere la Trebisonda” significava perdere le somme di denaro investite nel viaggio.
3. Un’ultima interpretazione fa risalire l’espressione alla resa del 1461 di Trebisonda, capitale dell’omonimo impero che, in seguito all’avanzata degli ottomani, fu l’ultima città a restare indipendente. Una volta caduta determinò il crollo definitivo dell’impero bizantino.
L’importanza della città di Trebisonda nella storia
Trebisonda fu fondata nell’VIII secolo a.C. da mercanti greci provenienti da Mileto. Dal 395 la città faceva parte dell’Impero romano d’Oriente da Costantinopoli, diventando importante in età imperiale romana come principale base navale presso il confine dell’Armenia.
Distrutta dai goti (257), la città rifiorì in parte come stazione militare e tale continuò a essere in età bizantina. A partire dal 1456 la città si sottomise ai turchi: la conquista turca segnò l’inizio della decadenza di Trebisonda come centro di vita politica, mentre la scoperta della via marittima attraverso l’Oceano Indiano ne segnò quella economica.
Trebisonda ebbe così una ricca classe mercantile durante il tardo periodo ottomano, con la minoranza cristiana locale che esercitava un’influenza sostanziale in termini di cultura, economia e politica. Diversi consolati europei sono stati aperti in città per la sua importanza nel commercio regionale.
Nella prima metà del XIX secolo, la città divenne addirittura il principale porto per le esportazioni persiane. Tuttavia, l’apertura del Canale di Suez nel 1869, così come l’apertura della linea ferroviaria tra Tiblisi e Teheran, diminuirono notevolmente la posizione commerciale internazionale di Trebisonda.
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