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Perché si dice… ”Piantare in asso”

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle origini storiche e gli aneddoti che si celano dietro le espressioni che usiamo quotidianamente durante la vita di tutti i giorni. Oggi vi spieghiamo l'origine dell'espressione 'Piantare in asso'...

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle origini storiche e gli aneddoti che si celano dietro le espressioni che usiamo quotidianamente durante la vita di tutti i giorni.

 

Oggi vi spieghiamo l’origine dell’espressione ‘Piantare in asso‘.

 

L’espressione viene usata con il significato di ‘abbandonare qualcuno da un momento all’altro, senza preavviso’.

La locuzione, secondo il Dizionario etimologico della Lingua italiana di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, va probabilmente ricondotta al gioco delle carte o dei dadi, nel significato di «fare il punto più basso (l’uno)».

 

Questa stessa interpretazione della polirematica è presente anche nel Vocabolario etimologico della lingua italiana di Ottorino Pianigiani, secondo cui lasciare in asso ‘vale lasciare solo, abbandonare inaspettatamente o bruscamente, presa la similitudine dall’asso, che sta solo ed è il punto peggiore. I tedeschi con frase e concetto equivalente dicono im Stich lassen «lasciare in punto»’.

 

La spiegazione secondo cui piantare in asso deriverebbe per corruzione linguistica dall’originaria espressione piantare in Nasso affonderebbe le proprie radici nella mitologia greca: Arianna, dopo aver aiutato con il suo filo l’eroe ateniese Teseo a sconfiggere il Minotauro e ad uscire dal labirinto di Cnosso, fugge insieme agli ateniesi, ma viene abbandonata (piantata) da Teseo sull’isola di Nasso, per motivi che il mito non chiarisce. L’episodio è citato ad esempio da Ovidio nei Fasti e da Igino nelle Fabulae. Nell’italiano colloquiale il toponimo esotico Nasso si sarebbe ben presto trasformato in un più comune asso.

 

(Fonte: Wikipedia

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