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“Anno bisestile”: origine, storia e significato

Nella tradizione popolare l'anno bisestile sarebbe foriero di sventure, secondo il detto "anno bisesto, anno funesto". Scopri l'origine della parola bisestile

Il 2024, come succede ogni 4 anni, è un anno bisestile, cioè in cui i giorni sono 366 invece di essere i canonici 365. Ma perché si aggiunge un giorno in più ogni 4 anni? E qual è l’origine della parola “bisestile”?

La spiegazione scientifica

La storia dell’anno bisestile, detto anche bisesto, risale ai tempi dell’antica Roma ed è un accorgimento utilizzato in quasi tutti i calendari solari, come quelli giuliano e gregoriano, per evitare lo slittamento delle stagioni.

Ogni anno dura esattamente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi: le ore e i minuti residui ogni anno formano un giorno in più, che si aggiunge ogni 4 anni in coda al mese di febbraio, che diventa di 29 giorni. 

Si accumulano quindi ogni 4 anni 24 ore di differenza fra l’anno reale, quello cioè dettato dalla posizione del Sole rispetto alla Terra, e il nostro calendario civile. Se non venisse introdotto l’anno bisestile con tale frequenza, in pochi anni il modo con cui regoliamo il passare del tempo e delle stagioni inizierebbe a presentare degli sfasamenti. 

L’origine della parola bisestile

Il termine bisestile viene dal latino “bisextus e vuol dire “bisesto”, ovvero “due volte sesto”. Il nome è legato al calendario dell’epoca, quello romano, che prevedeva l’usanza di contare due volte il sesto giorno prima delle calende di marzo, equivalente all’attuale 24 febbraio, allungando così di un giorno la durata dell’anno.

Nel calendario romano le calende indicavano il primo giorno del mese, le none erano il quinto giorno e le idi il tredicesimo giorno.

All’epoca il calendario era legato il ciclo lunare e cominciava con il novilunio, anche detto Luna nuova, ovvero quando in cielo si poteva scorgere la luna piena. Le calende non corrispondevano sempre al novilunio, visto che in quel caso ogni mese sarebbe dovuto durare 29,5 giorni.

Da qui il motivo l’introduzione della parola “bisestile”: il sest’ultimo giorno di febbraio, che all’epoca era un mese di trenta giorni, veniva anche chiamato il sesto giorno avanti al primo giorno di marzo. Dunque ogni quattro anni gli veniva affiancato un altro giorno, che veniva chiamato “secondo sesto”. Per abbreviazione il termine è stato sostituito con “bisesto”, da qui l’aggettivo “bisestile” e la definizione di “anno bisestile”.

Anno bisesto, anno funesto

Anno bisesto anno funesto è un celebre detto popolare conosciuto da tutti. Esso sta ad indicare che gli anni bisestili sono portatori di sfortuna ed avvenimento particolari. E l’ultimo anno bisestile, il 2020 caratterizzato dalla pandemia di Covid-19, è sembrato proprio confermare tale  diceria che risalirebbe all’epoca romana.

La scelta di utilizzare la parola funesto in Italia è perché fa rima con bisesto. Di scientifico e razionale non c’è nulla, ma l’origine dell’espressione “anno bisesto anno funesto” sembra risalire alla tradizione popolare, in particolare al periodo romano. Nell’antica Roma febbraio era il Mensis Feralis, dedicato ai defunti.

Nel 1400 il nonno di Girolamo Savonarola disse che i bisesti erano nefasti e che avrebbero distrutto greggi e vegetazioni. Inoltre a trasformare funesto l’anno bisesto sono accaduti alcuni tragici eventi di portata mondiale verificatisi proprio in occasione dell’anno bisestile. 

Perché si dice "anno bisesto anno funesto"

Perché si dice “anno bisesto anno funesto”

Anno bisesto anno funesto è un celebre detto popolare che ha origine nell’antica Roma. Ecco le origini dell’espressione

Anno bisestile, la rana e il salto

In occasione del 29 febbraio, la home page di Google presenta un Doodle dedicato all’anno bisestile 2024 (“leap year“): l’immagine raffigura una rana che salta allegramente su una ninfea, con il numero 29 in evidenza sullo sfondo.

Perché è stata scelta una rana? L’animale in questo caso rappresenta un simbolo in quanto è associato al salto, che rappresenta il giorno aggiuntivo nel calendario; nei paesi anglosassoni, infatti, l’anno bisestile è indicato con l’espressione “Leap Year”, dove “leap” significa “salto”, “balzo”.

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