La lingua italiana è ricca di parole curiose, alcune delle quali, poco usate o appartenenti a contesti specifici, finiscono per affascinare per la loro unicità e per la storia che racchiudono. In questo articolo analizziamo cinque termini particolari – pappalasagne, bolso, parletico, vergole e sequa (nel senso di dozzina) – esplorandone il significato, l’origine e il loro utilizzo nella lingua.
5 parole poco usate che fanno parte della lingua italiana
Pappalasagne
Pappalasagne è un termine colloquiale e scherzoso che si riferisce a una persona golosa, pigra o che non ama impegnarsi troppo, concentrandosi invece sui piaceri della vita, come il buon cibo. L’immagine evocata è quella di qualcuno che mangia con avidità un piatto succulento come le lasagne, simbolo per eccellenza della cucina italiana ricca e abbondante.
In senso figurato, il termine può essere utilizzato per descrivere una persona che “pappa” (consuma senza troppi sforzi) le opportunità o le risorse che ha a disposizione, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. È un’espressione giocosa, spesso usata con una sfumatura di bonaria ironia.
Bolso
La parola bolso è usata per descrivere qualcosa o qualcuno che è privo di energia, fiacco o logorato, sia in senso fisico che metaforico. Ad esempio, si può definire bolso un cavallo stanco e incapace di galoppare con forza, oppure una persona che, per stanchezza o età, non riesce a compiere azioni vigorose.
In senso figurato, bolso può riferirsi anche a un’idea, un discorso o un’opera che appaiono stanchi, privi di vitalità o ripetitivi. Ad esempio, si potrebbe parlare di un argomento bolso per indicare qualcosa di abusato, che non suscita più interesse. Questa sfumatura rende il termine versatile anche in contesti intellettuali o critici.
Parletico
Parletico, contrariamente a quanto potrebbe suggerire l’assonanza con parlare, non descrive una persona loquace. Questo termine, infatti, è una variante di paralitico e si riferisce a una condizione di paralisi fisica o muscolare.
La sua origine deriva probabilmente da un uso popolare o dialettale che, accostando i due termini, ne ha creato una variante fonetica con un significato specifico. Sebbene oggi sia meno usato rispetto a paralitico, parletico conserva una sfumatura arcaica e una forza evocativa che richiama il linguaggio popolare e regionale.
Vergola
Vergola è un termine che si riferisce a una lista sottile di seta o d’oro, utilizzata come ornamento tessuto insieme a un drappo o sovrapposto a esso. Era un elemento decorativo tipico dei tessuti pregiati, soprattutto in epoche passate, in cui la ricchezza e la bellezza dei materiali rappresentavano un simbolo di prestigio.
L’origine della parola risale al latino virgula, diminutivo di virga (“verga” o “bacchetta”), richiamando qualcosa di piccolo e delicato. Questo significato, legato alla tradizione sartoriale e artistica, rende il termine interessante per chi si occupa di storia dell’arte o della moda. Oggi, vergola è perlopiù dimenticato nel linguaggio comune, ma sopravvive come una curiosità linguistica e storica.
Sequa
Il termine sequa, usato per indicare una dozzina, appartiene a un lessico antico e specifico, soprattutto legato a contesti commerciali o artigianali del passato. La parola deriva probabilmente dal latino sequela, che significa “serie” o “sequenza”, indicando quindi un insieme ordinato di elementi.
La scelta di “dozzina” come unità di misura è stata per secoli diffusa nel commercio, soprattutto in Europa, dove era considerata pratica per ragioni di calcolo e divisione (il numero 12 è divisibile per più numeri interi). Sequa, dunque, è un termine che ci riporta alle radici delle tradizioni mercantili e alla standardizzazione delle unità di misura.
Nonostante oggi il termine dozzina sia più comune, sequa sopravvive in alcune aree dialettali e nei testi antichi, mantenendo il suo fascino arcaico.
L’italiano tra tradizione e innovazione
Queste cinque parole – alcune ironiche, altre poetiche o tecniche – rappresentano la varietà e la profondità della lingua italiana. Ognuna di esse racconta una storia, che sia legata alla cultura popolare, al mondo rurale o alla critica intellettuale. Approfondirne il significato significa non solo riscoprire sfumature linguistiche, ma anche immergersi nei contesti storici e sociali che hanno dato loro origine.
L’italiano, come tutte le lingue, si evolve nel tempo: termini come pappalasagne si affermano grazie alla creatività contemporanea, mentre parole come sequa ci collegano al passato, ricordandoci che ogni parola è una finestra su un mondo ricco di significati. Anche termini apparentemente in disuso, come vergole o parletico, possono essere riscoperti e riutilizzati, aggiungendo colore e profondità al nostro vocabolario quotidiano.