Sei qui: Home » Lingua Italiana » 5 parole italiane che in francese hanno un altro significato

5 parole italiane che in francese hanno un altro significato

In questo articolo analizziamo cinque esempi di termini francesi che, a una prima occhiata, sembrano italiani ma in realtà raccontano tutt’altra storia.

Le parole francesi e le parole italiane condividono una radice comune: il latino. Questo rende le due lingue ricche di termini simili o addirittura identici dal punto di vista grafico, il che facilita l’apprendimento, ma a volte può anche trarre in inganno. Esistono infatti parole francesi che, pur assomigliando a vocaboli italiani, hanno significati completamente diversi, creando situazioni curiose e talvolta comiche per chi non è avvezzo alle sottigliezze linguistiche.

Di seguito analizziamo cinque esempi di termini francesi che, a una prima occhiata, sembrano italiani ma in realtà raccontano tutt’altra storia.

5 parole italiane che, simili, in francese hanno un’altra accezione

Affolé: Nella lingua italiana si può scambiare con “affollato”, in realtà è “follia”.
Assomiglia a: affollato
Significa invece: impazzito, sconvolto

A prima vista, affolé sembra derivare da affollato, richiamando l’immagine di un luogo pieno di gente. Invece, in francese, il termine indica una condizione emotiva estrema, di panico o sconvolgimento.

Ad esempio:

Il est complètement affolé ! (È completamente impazzito!)
Questa parola deriva dal verbo affoler, che significa “mettere in agitazione” o “far perdere la calma”. La sua origine latina è legata a folis (soffio), che ha dato origine anche a termini come folle. Quindi, se un francese vi dice che è affolé, non sta parlando di una folla, ma probabilmente di una situazione di ansia o turbamento.

Avant: Non sempre avanti, ma spesso prima
Assomiglia a: avanti
Significa invece: prima

Questa parola è un classico tranello per chi studia francese. In italiano avanti è un’indicazione spaziale o temporale che significa “in avanti” o “più tardi”. In francese, invece, avant si riferisce al passato, indicando qualcosa che è successo prima.

Ad esempio:

Avant de partir, vérifie les bagages. (Prima di partire, controlla i bagagli.)
Il termine può essere utilizzato anche in contesti spaziali, come l’avant di un’auto (la parte anteriore), ma il suo significato prevalente rimane temporale.

Biche: Non una biscia, ma un dolce cerbiatto
Assomiglia a: biscia
Significa invece: cerbiatto

La parola biche potrebbe far pensare a un serpente, dato che richiama il termine italiano biscia. In realtà, in francese indica una femmina di cerbiatto o di daino.

Ad esempio:

La biche s’est enfuie dans la forêt. (Il cerbiatto è scappato nella foresta.)
Curiosamente, in senso affettuoso, biche può anche essere usato come soprannome o termine vezzeggiativo per rivolgersi a qualcuno, un po’ come dire “tesoro”.

Bougie: Una luce che illumina, non una bugia che inganna
Assomiglia a: bugia
Significa invece: candela

In italiano, la parola bugia evoca immediatamente l’idea di una menzogna. In francese, invece, bougie si riferisce a una candela, l’oggetto che illumina e crea un’atmosfera intima.

Ad esempio:

Allume une bougie pour le dîner. (Accendi una candela per la cena.)
Il termine ha origini legate alla città algerina di Bougie, famosa in passato per la produzione di cera. Quindi, se in Francia chiedete una bougie, non aspettatevi un racconto inventato, ma preparatevi a illuminare la stanza!

Cantine: Non una cantina, ma una mensa affollata
Assomiglia a: cantina
Significa invece: mensa

In italiano, la cantina è il luogo dove si conservano vini, salumi e altre delizie. In francese, cantine ha tutt’altro significato: è la mensa scolastica o aziendale, il luogo dove ci si reca per pranzare.

Ad esempio:

La cantine de l’école sert de bons repas. (La mensa della scuola serve dei buoni pasti.)
Nonostante l’apparente somiglianza, cantine e cantina non hanno alcuna sovrapposizione semantica. Tuttavia, entrambe le parole evocano uno spazio dedicato al cibo, anche se con scopi diversi.

Quando le lingue si intrecciano
Questi esempi ci ricordano che, pur nella loro vicinanza, le lingue possono giocare scherzi e creare situazioni divertenti o imbarazzanti. Parole come affolé, avant, biche, bougie e cantine ci insegnano che non bisogna mai fidarsi ciecamente delle apparenze linguistiche.

Comprendere queste differenze non è solo un esercizio linguistico, ma anche un’opportunità per scoprire le sfumature culturali e storiche che hanno plasmato i significati di termini apparentemente simili. E, forse, la prossima volta che vedrete una bougie o sentirete parlare di una cantine, sorriderete pensando a come le parole, proprio come le persone, a volte sono molto diverse da ciò che sembrano.

© Riproduzione Riservata