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10 parole d’amore che non esistono in lingua italiana

Scopri queste dieci parole d'amore che in italiano non esistono, parole che identificano una sensazione, un gesto o uno stato d'animo

Parole d’amore per manifestare tutte le sfumature di ciò che si prova. Dire “ti amo” e manifestare amore a parole non è sempre facile. La varietà delle emozioni che proviamo ogni giorno è infinita e per quanto sia vasto il nostro vocabolario non è sempre facile trovare le parole per spiegare il fermento che proviamo dentro di noi.

In aiuto, fortunatamente, ci vengono le frasi più belle sull’amore tratte dai libri, un vero e proprio patrimonio che è possibile condividere o anche solo usare come fonte d’ispirazione per una dedica speciale.

Tuttavia, ci sono parole nelle altre lingue capaci de definire con un unico termine una delle sfaccettature del sentimento amoroso. Parole utili da conoscere per approfondire i propri sentimenti e sapere che, almeno in un’altra lingua, esiste un termine capace di rappresentare ciò che proviamo in quel preciso istante.

10 parole d’amore che non esistono in lingua italiana

Benché tantissime siano le parole italiane che ci invidiano gli stranieri, oggi vi proponiamo dieci parole d’amore che in italiano non esistono, parole provenienti da tutto il mondo, parole che identificano una sensazione, un gesto o uno stato d’animo che conosciamo tutti ma che non riusciamo a definire.

Kilig (Tagalog, una lingua delle Filippine)
La vertigine che si prova quando si incontra la persona per cui si ha una cotta.

il termine Kilig racchiude in sé il sentimento di eccitazione dovuto al contatto visivo con la persona amata. Non esiste una definizione autentica del concetto, né una traduzione vera e propria di quest’ultimo: è infatti la parola è resa, spesso, con vocaboli quali vertigine, brivido, formicolio.

L’etimologia del termine pare appartenga alla lingua austronesiana Tagalog, uno degli idiomi principali delle Filippine. Semanticamente, il suo significato è molto potente oltre che, abbastanza suggestivo e magico.

Retrouvailles (Francese)
La gioia che si prova quando si incontra una persona amata dopo una lunga separazione.

Retrouvaille è una parola francese che significa “ritrovarsi“. Vuole indicare la felicità che si prova, dopo una lunga crisi, quando in una coppia si riaccende la passione che si era affievolita, tanto da provocarne la separazione.

Cwtch (Gallese)
L’abbraccio in cui ci sentiamo protetti, il posto sicuro che ci dà la persona che ci ama.

Questa parola intraducibile, originaria dal Galles, indica il posto sicuro che ci dà la persona che ci ama quando l’abbracciamo. E’ un posto in cui niente ci turba, niente ci ferisce, niente può colpirci. Il valore degli abbracci è risaputo: hanno la capacità di custodire e rafforzare qualsiasi tipo di relazione affettiva, dall’amore fraterno a quello amichevole, passando per l’amore tra genitore e figlio o tra innamorati.

Flechazo (Spagnolo)
Il colpo di fulmine, l’amore a prima vista.

In spagnolo esiste la parola “flechazo” che, prendendo in prestito il significato figurativo della parola “freccia”, indica il colpo di fulmine, l’innamoramento istantaneo che la leggenda vuole scocchi quando Cupido lancia la sua freccia verso due persone.

Cafuné (Portoghese)
Il gesto di passare le dita tra i capelli della persona amata.

Questo termine, di origine brasiliano, indica l’atto di passare le dita tra i capelli della persona amata, al fine di farla sentire felice e al sicuro. Potrebbe essere usata per spiegare al proprio partner che si è in vena di una coccola precisa: le carezze ai capelli.

Cheiro no cangote (Portoghese)
Il gesto di strofinare la punta del naso sul collo della persona amata.

“Cheiro no cangote” è un’espressione colloquiale portoghese, tipica del Brasile, che generalmente si riferisce a una sensazione o un gesto legato alla vicinanza fisica e a un tipo di intimità affettuosa.

l cangote è una parte del corpo che si trova appena sotto la nuca e lungo il collo. Cheiro significa “odore” o “profumo”. Quindi, cheiro no cangote potrebbe descrivere l’odore o il profumo che proviene dal collo di una persona, un odore che può essere associato a una sensazione di affetto, vicinanza, intimità o amore. Come quando appoggiamo la testa o il viso sulla spalla di qualcuno, sentendo il suo profumo o il calore della sua pelle.

Geborgenheit (Tedesco)
La sensazione di sicurezza che si prova stando insieme alle persone a cui si vuole bene.

“Geborgenheit” è un termine tedesco che descrive principalmente una sensazione di sicurezza nel trascorrere il tempo insieme alle persone a cui si vuole bene. Esistono anche altre sfaccettature di significato di questa parola. Possiamo dire che sia un intreccio di sicurezza, protezione e conforto provenienti dalle relazioni con gli altri.

Merak (Serbo)
La sensazione di unità e armonia con l’universo che deriva dai piaceri più semplici.

Merak ha un significato  profondo che in italiano non ha una parola di riferimento ma serve un’intera frase per darne una spiegazione. La sua origine proviene dal nome di una stella, la quinta più brillante della costellazione dell’Orsa Maggiore. È una stella bianca di magnitudine apparente come il Sole, ma è molto più calda e luminosa.

Iktsuarpok (Inuit)
La sensazione di attesa prima di incontrare qualcuno.

Iktsuarpok è una parola Inuit che descrive quella sensazione di attesa che si prova quando si aspetta qualcuno e ci si affaccia alla finestra o alla porta di continuo per vedere se è arrivata. A chi non è mai capitato di vivere “il piacere dell’attesa”?

Koi no yokan (Giapponese)
Incontrare qualcuno e sapere di essere destinati ad innamorarsi a vicenda.

diametralmente opposto al concetto di colpo di fulmine troviamo l’espressione “Koi no Yokan” che in giapponese si traduce letteralmente con: “premonizione d’amore”. Essa indica la sensazione che una tra due persone può avere al loro primo incontro finendo, inevitabilmente, per innamorarsi

Scopri le 10 parole intraducibili per descrivere le emozioni che proviamo

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