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Le parole da scoprire per conoscere tutte le parti di un libro

Scopri tutte le parole da sapere che compongono la struttura di un libro e di cui molti spesso non conoscono l'utilità; molte di esse sono di origine latina.

Quando prendiamo un libro in mano, senza accorgercene, stiamo sfogliando un’opera costituita da elementi disposti non a caso, ma seguendo un filo logico scelto dall’autore e dall’editore. Un’opera letteraria, infatti, proprio come succede per il corpo umano, è una macchina perfetta, costituita da diversi elementi che, ciascuno per il suo ambito di competenza, svolge una precisa funzione capace di contribuire al “benessere”, o meglio al successo, di un’opera.

Conoscere tutte le parole che compongono un’opera letterarie può aiutare anche coloro che vogliono affacciarsi al mondo del selfpublishing e desiderano capire come strutturare il loro libro.

Anatomia di un libro: le parole utili a conoscere tutte le parti che costituiscono un’opera letteraria

Al netto di possibili differenze in base alla tipologia di genere letterario (romanzi, saggi, raccolte di poesie, gialli), esistono degli elementi fissi che compongono un’opera letteraria, il cui nome spesso è sconosciuto ai più. Scopriamo di seguito tutte le parole da sapere che compongono la struttura di un libro; molte di essere sono di origine latina e greca.

 

Occhiello

L’occhiello, o anche occhietto, nei libri corrisponde a una pagina dispari, quasi completamente bianca, che precede il frontespizio e contiene solo il titolo dell’opera, seguito talvolta dal nome dell’autore.

Questo nome deriva dalla pratica di alcuni tipografi del XV secolo di racchiudere il titolo abbreviato, stampato in prima pagina, entro un contorno ovale, che ricordava un occhio.

 

Frontespizio

Deriva dal latino frontispicium, cioè la parte anteriore. Il frontespizio è la prima pagina di un libro, che riporta il nome dell’autore, il titolo dell’opera e il nome dell’editore. Si dice che nel frontespizio siano presenti talvolta anche il luogo e la data di stampa.

 

Colophon

Il colophon o colofone (altra derivazione dal greco κολοϕών, con il significato di estremità) contiene una serie di informazioni relative alla stampa dell’opera, quindi contiene la data e il luogo di stampa, il copyright, il nome del direttore responsabile, l’eventuale titolo originale se il libro è tradotto, il tipo di edizione, ecc.

 

Epigrafe o esergo

Epigrafe ed esergo sono entrambi termini che indicano una citazione o un motto che si trova all’inizio di un libro. La differenza? L’epigrafe ha un tono più lapidario, mentre l’esergo può comunicare maggiore leggerezza.

Derivando dal greco Ἐπιγραϕή, cioè qualcosa “scritto sopra”, l’epigrafe in realtà è posta come conferma del testo che segue. Si tratta di una citazione, presa da un’opera illustre.

Derivata dal greco ἐξ “fuori” e ἔργον “opera”, la parola esergo indicata un’iscrizione o un motto che si collocava sulle medaglie. Detto così perché, appunto, al di fuori dell’opera. In un libro corrisponde ad una frase o un passo tratto da un’altra opera e attinente, anche se decontestualizzato, al libro. Di solito il testo è scritto giustificato a destra e in caratteri più piccoli rispetto al resto.

L’“esergo” è un aforisma o una citazione che segue la dedica e che precede il primo capitolo del testo. Esso si può inserire, eventualmente, all’inizio di ogni capitolo.

 

Dedica

Breve testo, collocato nell’occhiello di servizio o su pagina appositamente dedicata, con cui l’autore dedica l’opera a qualcuno. Viene scritta allo stesso modo dell’esergo.

 

Indice

Si tratta della mappa dei contenuti presenti in un libro. L’indice si può trovare sia all’inizio sia alla fine dell’opera. L’indice racchiude tutti gli elementi significativi che compongono il testo di un libro: le parti preliminari (Prefazione, Presentazione, Premessa, Introduzione, Ringraziamenti), le suddivisioni del corpo del testo, le parti finali (Bibliografia, Appendici).

 

Prefazione

Questa parola deriva dal latino praefatio, che indica qualcosa detto prima. Come suggerisce la parola stessa, si tratta di un testo che si premette un libro, indicando le finalità del testo scritto. La prefazione può essere realizzata, oltre che dall’autore, anche dall’editore o da un curatore.

 

Premessa

La parola deriva dal latino praemissa, ossia praemissa sententia. In gergo librario, si tratta di un breve testo scritto per illustrare il libro, dando indicazioni generali relative all’opera.

 

Introduzione o prologo

Esprime a livello “panoramico” il campo d’azione del testo di un libro, presentando brevemente i temi trattati e i protagonisti. Si tratta di un approfondimento più specifico della trama dell’opera rispetto alla prefazione, che invece suggerisce “il raggio d’azione” all’interno del quale si inserisce l’opera in questione.

Esso viene indicato anche con la parola prologo, in particolare quando rappresenta una parte integrante del racconto, utile a introdurre la storia principale e l’ambientazione. 

 

Corpo del testo

Le suddivisioni del corpo del testo, generalmente, si citano in indice: le parti, i capitoli, le sezioni principali di capitolo (paragrafi) ed eventualmente quelle secondarie (sottoparagrafo).

 

Incipit

La parola incipit deriva dal verbo latino “incipĕre” che significa letteralmente “incomincia”. Questo termine indica la parola o la frase iniziale di un qualsiasi testo di un’opera. Oggi,  l’uso che la parola incipit ha assunto nella critica letteraria moderna è più esteso: non solo la prima parola o la prima frase, ma l’intera parte iniziale del testo di un libro.

 

Explicit

L’explicit è la parte conclusiva di un’opera letteraria. La parola deriva dal latino explicit, che significa “finisce, termina”.

 

Note

Sono annotazioni scritte per chiarire alcuni termini o passi del libro e sono poste di solito a piè di pagina. Sono segnalate nel testo da un numero posto in apice.

Le note sono scritte dall’autore, dall’editore, dal traduttore o dal curatore e sono stampate con un corpo più piccolo rispetto al testo e sono numerate.

 

Postfazione

Rispetto alla prefazione, la postfazione si trova alla fine del libro. Solitamente si tratta di un commento finale al libro, realizzato dall’autore, dal curatore o dall’editore.

 

Nota al testo

Si tratta di un commento all’opera, che possiamo trovare all’inizio o alla fine del libro. Esso può essere di tre tipi: nota dell’editore (notizie sull’opera e sull’edizione a cui appartiene), nota del traduttore (racconto delle scelte stilistiche legate alla traduzione dell’opera originaria, nota storica (differenza tra fiction e fatti realmente accaduti).

 

Appendice

Presente alla fine del libro, l’appendice serve a chiarire alcuni aspetti e passi presenti nel libro che necessitano di ulteriori approfondimenti.

 

Ringraziamenti

solitamente posta alla fine del libro, si tratta di una pagina in cui l’autore ringrazia tutte le persone che, direttamente e indirettamente, hanno contribuito alla stesura e nella preparazione dell’opera da lui realizzata.

 

Bibliografia

Si tratta dell’elenco delle opere consultate per la stesura di un libro. La bibliografia può essere generale o analitica, riferita a tutta l’opera o suddivisa per capitoli. In bibliografia generalmente si indica, oltre il cognome dell’autore, anche il suo nome per esteso, e poi tutte le altre informazioni editoriali.

L’elenco bibliografico presenta tutte le opere di riferimento o che siano state di utile consultazione al fine dell’elaborazione del libro. A seconda del tipo di opera, si possono scegliere diverse modalità di suddivisione della bibliografia.

 

Glossario

Il glossario è un elenco di termini solitamente tecnici o, in ogni caso, specifici in un determinato contesto. Accanto a ogni termine è posta una breve spiegazione che ne chiarisce il significato. Il glossario va posizionato in fondo al libro in ordine alfabetico.

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