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Perché si dice “tigre di carta”? Chi lo disse per primo?

"Tigre di carta" è un'espressione che in molti hanno sentito dire almeno una volta. Ma qual è il significato del modo di dire? Chi lo utilizzò per primo?

Ci è capitato spesso di ascoltare l’espressione “tigre di carta”, magari in occasione di discorsi politici. Ma qual è il significato del modo di dire? Chi lo utilizzò per primo?

L’origine dell’espressione

L’espressione fu usata per la prima volta nel 1946 da Mao Tse Tung, capo dell’Esercito di Liberazione Popolare cinese e futuro presidente della Cina. Egli rilasciò la seguente dichiarazione alla giornalista americana Anna Louise Strong. “Tutti i reazionari sono tigri di carta. Apparentemente sono terribili, ma in realtà non sono poi tanto potenti”.

Il significato di “tigre di carta”

Durante gli anni del Maoismo questa espressione metaforica, usata per definire un avversario solo apparentemente minaccioso, diventerà uno slogan ricorrente nei confronti dei nemici imperialisti della Cina, e in particolare degli Stati Uniti. L’espressione avrà un notevole successo nel mondo occidentale, anche grazie alla diffusione del Libretto rosso, che alle a tale modo di dire dedicò un capitolo.

Il modo di dire in politica

L’espressione è stata usata di recente anche in Italia, in particolare all’interno della dialettica politica. Lo scorso febbraio Goffredo Bettini del PD definì Matteo Renzi una tigre di carta. Circa un anno fa Pier Luigi Bersani invece con queste parole rassicurava Giuseppe Conte. “La crisi di governo è una tigre di carta e non bisogna averne paura.”

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