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Lingua italiana: significato di “parco”, aggettivo poco usato

No, non c'entrano alberi, panchine e bei picnic all'aria aperta. Scopriamo il significato dell'aggettivo della lingua italiana "parco", ormai in disuso.

Lโ€™aggettivo della lingua italiana โ€œparcoโ€, usato fin dal Trecento, รจ una parola apparentemente semplice, ma in realtร  carica di sfumature culturali, etiche e letterarie. Derivato dal latino parcus, participio del verbo parcฤ•re, che significa โ€œrisparmiare, contenersi, moderarsiโ€, questo aggettivo rappresenta un concetto che, pur affondando le radici nella temperanza classica, si รจ trasformato nei secoli per indicare tanto una virtรน quanto, talvolta, una mancanza.

In italiano, โ€œparcoโ€ descrive chi si mantiene entro i limiti dello stretto necessario, evocando un atteggiamento di sobrietร , frugalitร , ma anche โ€” in certe sfumature โ€” di diffidenza, avarizia o scarsitร . Il suo impiego puรฒ riguardare tanto il comportamento umano quanto oggetti o situazioni, in un passaggio continuo tra lโ€™etico e il pratico, tra la scelta consapevole e la condizione imposta.

Uno dei bei aggettivi della lingua italiana

Nel suo significato piรน classico e positivo, โ€œparcoโ€ รจ chi non eccede, chi non indulge agli eccessi del consumo, del linguaggio o dei gesti. รˆ colui che vive con misura, secondo un ideale antico e nobile di moderazione. Essere โ€œparco nel mangiare e nel bereโ€, ad esempio, รจ stato per secoli un segno di autocontrollo e raffinatezza morale, piรน che di necessitร . In questa accezione, la parola รจ affine a โ€œsobrioโ€, โ€œmisuratoโ€, โ€œtemperanteโ€ โ€” tutte qualitร  che la cultura greco-romana e quella cristiana hanno storicamente esaltato.

Cosรฌ, una โ€œparca cenaโ€ puรฒ evocare un pasto modesto e dignitoso, come quello dei contadini o dei filosofi, in opposizione agli eccessi dellโ€™opulenza e della gola. La parca mensa diventa, in questo senso, una scelta di libertร  e dignitร , lโ€™opposto del consumo sregolato. Non a caso Dante, parlando del corpo umano nel Purgatorio, dice che esso รจ โ€œparcoโ€ nel salire verso il cielo, perchรฉ appesantito dalla carne e dalle passioni: la frugalitร , dunque, come condizione per elevarsi.

Quando โ€œparcoโ€ diventa povero

Eppure, lโ€™aggettivo puรฒ assumere anche un tono meno lusinghiero. In certe circostanze, โ€œparcoโ€ puรฒ significare avaro, limitato, insufficiente. Ad esempio, se si dice che qualcuno รจ โ€œparco di elogiโ€, si suggerisce non tanto un tratto di umiltร , quanto una mancanza di generositร  verbale. Allo stesso modo, โ€œparco di paroleโ€ indica una persona taciturna, forse riservata o magari ostile, restia a comunicare o a partecipare al dialogo.

In questa sfumatura, la parsimonia smette di essere virtรน e diventa grettezza, chiusura, ritrazione. Si puรฒ essere parchi non per scelta, ma per freddezza o per diffidenza, e allora la parola acquista una valenza piรน negativa. Lo stesso vale quando viene riferita al cibo: โ€œuna cena parcaโ€, se non รจ presentata nel contesto della virtรน, puรฒ sembrare insufficiente, misera, poco appagante.

In letteratura, โ€œparcoโ€ รจ spesso usato per caratterizzare figure di poeti o artisti che vivono in modo modesto, riservato, quasi appartato. Giovanni Pascoli, per esempio, fu descritto come โ€œtrito e parcoโ€, e cioรจ consunto dalla fatica della vita, ma anche sobrio e contenuto nei suoi bisogni. Il tono, in questo caso, รจ carico di rispetto: non si tratta di miseria, ma di essenzialitร . Essere parchi, per Pascoli, รจ un modo per evitare il superfluo e vivere lโ€™intimitร  della natura e del pensiero.

In “Madre”, Aldo Palazzeschi scrive: โ€œmia madre, di solito assai parca di gestiโ€, e qui lโ€™aggettivo รจ usato per indicare una forma di discrezione emotiva, quasi pudore affettivo. La madre non รจ fredda, ma trattiene i gesti, non per ariditร , ma per una forma di profonditร  non esibita. โ€œParcoโ€, dunque, diventa un segno di riservatezza interiore, una qualitร  poetica.

Nel nostro tempo, lโ€™aggettivo โ€œparcoโ€ sembra tornare di moda, soprattutto in relazione alla sostenibilitร , al consumo consapevole, alla riduzione degli sprechi. Essere โ€œparchiโ€ puรฒ oggi significare vivere secondo il principio dellโ€™essenziale, rinunciando al superfluo, non per necessitร , ma per una nuova etica ecologica. In questo senso, lโ€™aggettivo si ricollega al suo significato originario latino: parcere, contenersi, come gesto di responsabilitร .

Al tempo stesso, la societร  della comunicazione e dellโ€™apparenza rischia di rendere โ€œparcoโ€ un termine controcorrente. Chi รจ parco di parole, oggi, viene spesso scambiato per distante o scontroso. Chi รจ parco negli acquisti puรฒ essere visto come tirchio. Ma forse proprio in questa ambiguitร  risiede la ricchezza dellโ€™aggettivo: โ€œparcoโ€ non รจ mai solo una descrizione, ma un giudizio implicito, una posizione morale che chiede al lettore o allโ€™ascoltatore di interrogarsi.

โ€œParcoโ€ รจ un aggettivo che racconta la storia di un valore ambiguo, al confine tra virtรน e mancanza. Parla di misura e sobrietร , ma anche di limiti, di distanze, di privazione. รˆ una parola che cambia significato a seconda del contesto, dellโ€™intenzione e dello sguardo. Per questo continua ad affascinare chi ama la lingua italiana: in sei lettere contiene una visione del mondo, una forma di vita. Sobria, certo. Ma anche, potenzialmente, ricca di senso. Insomma, oggi “parco” viene usato parcamente.

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