Lingua italiana: un affascinante significato di “raccontare”

7 Febbraio 2025

In questo articolo scopriremo un significato inusuale, letterario e arcaico appartenente all'affascinante parola della lingua italiana "raccontare".

Lingua italiana un affascinante significato di raccontare

La lingua italiana è ricca di parole che, pur sembrando semplici, racchiudono significati profondi e stratificati. Una di queste parole è raccontare, un verbo di uso quotidiano che si presta a diverse sfumature di significato. Se da un lato raccontare significa riferire fatti, narrare eventi e trasmettere esperienze, dall’altro può anche indicare l’azione di passare in rassegna, menzionando ordinatamente una serie di elementi. Questi due significati, apparentemente distinti, sono in realtà strettamente connessi, poiché entrambi implicano un’organizzazione e una trasmissione di informazioni.

Il fascino della lingua italiana: “Raccontare” come riferire fatti

L’uso più comune di raccontare è quello legato alla narrazione di eventi o parole. Il verbo si riferisce alla trasmissione orale o scritta di fatti accaduti, esperienze vissute o informazioni raccolte da altri. È un’azione che fa parte della comunicazione quotidiana: raccontiamo ai nostri amici cosa ci è successo durante la giornata, riportiamo un episodio curioso sentito per strada, narriamo un sogno che ci ha colpiti o un’esperienza personale significativa.

Rispetto a sinonimi come narrare o descrivere, raccontare ha un tono più informale e familiare. Se narrare evoca un’impostazione letteraria e solenne, il racconto è invece più spontaneo, più vicino alla comunicazione diretta tra persone. Quando qualcuno dice: Ti racconto una cosa, sta anticipando una condivisione di esperienza in un tono colloquiale, spesso senza particolari preoccupazioni per lo stile o la precisione narrativa.

Un aspetto interessante di questo significato riguarda l’affidabilità del racconto. Non tutto ciò che viene raccontato è necessariamente vero: si possono raccontare storie inventate, frottole o esagerazioni. Questo è evidente in espressioni come raccontare bugie o ne raccontano di tutti i colori, che sottolineano come il racconto possa essere distorto o abbellito per diversi motivi. La capacità di raccontare bene un evento può anche influenzare il modo in cui viene percepito da chi ascolta: una storia ben raccontata può risultare più coinvolgente e memorabile di una semplice esposizione dei fatti.

“Raccontare” come passare in rassegna

Un secondo significato di raccontare, meno usato nell’italiano contemporaneo ma ancora presente, è quello di menzionare ed esporre ordinatamente una serie di elementi. Questo uso si trova soprattutto nella letteratura antica e nei testi più formali. In questo caso, raccontare non indica tanto l’atto di narrare un evento, ma piuttosto quello di elencare o passare in rassegna fatti, nomi o concetti.

L’uso in questa accezione si ritrova in opere letterarie come quelle di Giovanni Boccaccio, che nel Decameron scrive: “acciò che io non vada ogni particular cosa delle sue virtù raccontando”, intendendo dire che non vuole elencare dettagliatamente tutte le virtù di un personaggio. Anche Ludovico Ariosto, nell’Orlando Furioso, usa raccontare in senso simile: E dice queste e molte altre parole, che non mi par bisogno esser racconte, cioè enumerate una per una.

Oggi questa accezione è meno comune, ma possiamo trovarla in contesti accademici o burocratici, quando si elencano ordinatamente punti di un discorso o elementi di un documento. Ad esempio, un professore potrebbe dire: Andiamo a raccontare le principali teorie economiche del Novecento, intendendo passare in rassegna e spiegare in modo organizzato le varie correnti di pensiero.

Un legame tra i due significati

Sebbene i due significati di raccontare possano sembrare distinti, entrambi hanno un elemento comune: l’organizzazione e la trasmissione dell’informazione. Nel primo caso, quando raccontiamo un episodio, selezioniamo e strutturiamo i dettagli in modo da renderli comprensibili e interessanti per il nostro interlocutore. Nel secondo caso, raccontare implica un’esposizione ordinata e sistematica, che facilita la comprensione e la memorizzazione.

Questa connessione tra narrazione ed esposizione ordinata si riflette anche in ambiti specifici, come il giornalismo, la divulgazione scientifica e l’insegnamento. Un bravo giornalista, per esempio, non solo racconta i fatti, ma li organizza in un ordine logico, affinché il lettore possa seguirne lo sviluppo. Allo stesso modo, un docente racconta la storia di un’epoca o di una teoria scientifica, passando in rassegna gli elementi fondamentali in modo che gli studenti possano comprenderli e ricordarli.

Il verbo raccontare, con le sue due sfumature di significato, è un pilastro della comunicazione umana. Da un lato, ci permette di condividere esperienze e di costruire legami attraverso il racconto di eventi personali o collettivi. Dall’altro, serve a organizzare e trasmettere conoscenze in modo ordinato, facilitando la comprensione e la memoria.

Se pensiamo a quanto spesso utilizziamo questa parola nel nostro quotidiano, ci rendiamo conto che raccontare non è solo un’azione, ma un bisogno profondo dell’essere umano: quello di comunicare, trasmettere e dare un senso alla realtà che ci circonda.

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