Lingua italiana: si dice “ha piovuto” o “è piovuto”?

2 Settembre 2025

Scopriamo se secondo le norme della lingua italiana è corretto dire "ha piovuto" oppure "è piovuto", o magari entrambe, con diverse accezioni.

Lingua italiana si dice ha piovuto o è piovuto

Tra i numerosi dubbi che la lingua italiana suscita anche nei parlanti più esperti, quello legato all’uso del verbo piovere nei tempi composti è uno dei più ricorrenti. Non è raro infatti che, di fronte alla scelta tra ha piovuto ed è piovuto, ci si chieda quale delle due forme sia corretta. La risposta, come spesso accade in grammatica, non è univoca, perché entrambe le costruzioni sono ammesse, ma in contesti diversi.

Il verbo “piovere” e la sua particolarità nella lingua italiana

Il verbo piovere è indicato nei principali dizionari come difettivo, cioè non coniugato in tutte le persone e i modi, almeno nell’uso comune. Nella forma più frequente e nota, quella intransitiva impersonale, esso significa semplicemente “cadere della pioggia dal cielo”. In questo senso si usa tipicamente alla terza persona singolare, come in:

  • “Oggi piove”,

  • “Ieri pioveva tutto il giorno”.

Quando si passa ai tempi composti, la particolarità di piovere è che può combinarsi sia con l’ausiliare essere che con avere. Ciò significa che frasi come “ieri è piovuto tutto il giorno” e “ieri ha piovuto tutto il giorno” sono entrambe corrette. La scelta, in questo uso impersonale, non comporta differenze sostanziali di significato, anche se alcune sfumature stilistiche o preferenze regionali possono orientare verso l’una o l’altra forma.

Uso impersonale: entrambe le forme sono corrette

Quando il verbo indica semplicemente l’evento meteorologico della caduta della pioggia, ha piovuto ed è piovuto sono dunque equivalenti.

  • “Durante la notte ha piovuto senza tregua”.

  • “Durante la notte è piovuto senza tregua”.

Questa doppia possibilità è riconosciuta e accettata dalla grammatica italiana. È interessante notare che l’uso di avere si spiega per analogia con altri verbi meteorologici come grandinaha grandinato, tuonaha tuonato. L’uso di essere, invece, risponde a una tradizione più antica della lingua, in cui i verbi di movimento o di mutamento di stato tendevano a costruire i tempi composti con essere.

Uso figurato: solo con “essere”

La situazione cambia però radicalmente quando il verbo piovere viene impiegato in senso figurato o traslato. In tali contesti, infatti, il verbo non ha più valore impersonale e regge esclusivamente l’ausiliare essere.

Alcuni esempi chiariscono meglio la regola:

  • “Sono piovuti auguri da ogni parte” (nel senso di “sono arrivati in gran quantità”).

  • “Mi sono piovute addosso critiche feroci”.

  • “Mario è piovuto a casa mia alle tre di notte” (qui piovere assume il significato di “arrivare improvvisamente”).

In tutti questi casi, l’uso di avere sarebbe scorretto. Non potremmo dire, ad esempio, “mi hanno piovuto addosso critiche”, perché il verbo in questo impiego non ammette l’ausiliare avere.

Un raro uso transitivo

La storia della lingua, tuttavia, ci riserva anche curiosità meno note. Sono documentati, in alcuni autori, rari casi in cui piovere è adoperato in senso transitivo, cioè con un complemento oggetto diretto. In tali circostanze, il verbo regge necessariamente l’ausiliare avere.

Un esempio famoso è tratto da Torquato Tasso:

  • “Padre e Signor, s’al popol tuo piovesti / già le dolci rugiade entro al deserto”.

Qui piovere significa “far cadere la pioggia”, e il soggetto non è la pioggia stessa, ma Dio, che compie l’azione. Si tratta tuttavia di un uso arcaico, raro nella lingua contemporanea e confinato quasi esclusivamente alla tradizione letteraria.

Il parlante moderno: quale forma scegliere?

Nell’italiano d’oggi, dunque, possiamo riassumere così:

  1. Uso meteorologico impersonale → entrambe le forme sono corrette (ha piovuto / è piovuto).

  2. Uso figurato o traslato → solo essere (sono piovuti auguri, critiche, noie…).

  3. Uso transitivo letterario → solo avere, ma limitato a esempi antichi o poetici.

Questa tripartizione aiuta a risolvere gran parte dei dubbi. Tuttavia, nell’uso comune, soprattutto parlato, prevale leggermente ha piovuto per indicare il fenomeno meteorologico, mentre è piovuto risulta più frequente in registri letterari o regionali.

Se il parlante moderno può scegliere liberamente tra ha piovuto ed è piovuto per descrivere un temporale, deve invece ricordare che in senso figurato solo l’ausiliare essere è corretto. Un piccolo accorgimento che permette di rispettare la norma e, nello stesso tempo, di apprezzare la varietà espressiva che la nostra lingua offre.

Il dubbio, dunque, è risolto: ha piovuto ed è piovuto sono entrambe forme legittime, ma il contesto fa la differenza. E proprio questa flessibilità è una delle ricchezze che rendono l’italiano una lingua viva e affascinante. per ulteriori dubbi: Il piovere vuole l’ausiliare essere o avere?

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