Nella lingua italiana esistono numerosi dubbi ortografici e morfologici legati a specifici suffissi e alla loro evoluzione nel passaggio dal singolare al plurale. Uno di questi riguarda il plurale del sostantivo “psicologo”, per cui si trovano, talvolta, due forme: “psicologi” e “psicologhi”. La prima è corretta e ampiamente accettata nell’uso standard e formale; la seconda è considerata errata o, al massimo, marcata e sconsigliata, soprattutto nei testi scritti curati e nella lingua sorvegliata.
L’origine del dubbio nella lingua italiana
Il dubbio nasce dalla presenza nel lessico italiano di parole che terminano in -logo, un suffisso di origine greca (da “λόγος”, logos, cioè “discorso”, “studio”) utilizzato per indicare persone che svolgono una professione o una funzione legata alla conoscenza: biologo, psicologo, teologo, filologo. A fianco di questi, esistono anche parole con lo stesso suffisso che non indicano persone ma cose, come catalogo, dialogo, monologo. E qui risiede la chiave per comprendere la regola grammaticale.
La regola: -logo -logi se si parla di persone
Nel sistema morfologico dell’italiano, quando il nome in -logo indica una persona, il plurale regolare prevede la forma -logi, con la i. Questo è il caso di:
psicologo → psicologi
biologo → biologi
archeologo → archeologi
antropologo → antropologi
Al contrario, quando il sostantivo in -logo indica una cosa, il plurale si forma con il suffisso -loghi. Ecco alcuni esempi:
catalogo → cataloghi
dialogo → dialoghi
prologo → prologhi
monologo → monologhi
Questa distinzione è chiaramente fondata e coerente con il comportamento della lingua italiana in altri ambiti: la lingua tende a mantenere una differenza fonetica e morfologica tra nomi di persona e nomi di cosa.
Perché “psicologhi” appare comunque, anche se è errato?
La forma “psicologhi”, seppur errata, si incontra talvolta, soprattutto in testi poco sorvegliati, come scritti informali, post sui social media, commenti online o in elaborati scolastici. La presenza della “h” potrebbe sembrare necessaria a chi applica in modo generalizzato la regola fonetica dell’italiano, secondo cui la “h” si inserisce tra “c/g” e “e/i” per conservare il suono duro. Per esempio: amico → amici; ma tedesco → tedeschi. Tuttavia, questa regola non si applica ai nomi in -logo riferiti a persone.
Molti madrelingua, non ricordando la distinzione tra nomi di persona e nomi di cosa, finiscono per “italianizzare” il plurale secondo modelli morfologici più familiari, introducendo la “h” per analogia, come in:
lago → laghi
fuoco → fuochi
obbligo → obblighi
In questi casi, la “h” serve davvero a mantenere la durezza della consonante, ma non è necessaria né corretta in “psicologi”, perché la “g” seguita da “i” è già di per sé un suono duro.
La forma corretta: “psicologi”
La forma psicologi è quella corretta, standard, normata dalla grammatica e registrata in tutti i principali dizionari della lingua italiana. È la forma utilizzata nei testi scientifici, giornalistici, giuridici, e nelle comunicazioni formali. Ogni altro uso (come “psicologhi”) appare come un’oscillazione poco felice, frutto di incertezza linguistica o di scarsa attenzione ortografica.
Ad esempio, si dirà:
Gli psicologi infantili sono intervenuti nel caso di trauma collettivo.
L’associazione degli psicologi ha organizzato un convegno nazionale.
Questi sono alcuni tra i più noti psicologi comportamentali del Novecento.
Lo stesso fenomeno si applica ad altri sostantivi
Il meccanismo non riguarda solo “psicologo”, ma è identico anche per:
filologo → filologi
paleontologo → paleontologi
neurologo → neurologi
In ciascuno di questi casi, la forma con “-ghi” sarebbe sbagliata perché contraddice la regola grammaticale e fonologica che distingue i plurali dei nomi di persona da quelli delle cose.
Un plurale da attenzionare
Nel vasto panorama della lingua italiana, la precisione morfologica è spesso ciò che distingue la lingua curata da quella trascurata. Nel caso del dubbio tra “psicologi” e “psicologhi”, la risposta è chiara: la forma corretta è “psicologi”, coerente con la regola generale secondo cui i nomi in -logo riferiti a persone formano il plurale in -logi. La forma “psicologhi”, purtroppo presente in qualche testo, è da evitare perché non solo non è corretta, ma rompe la coerenza di un sistema linguistico ben strutturato.
Utilizzare “psicologi” significa rispettare la logica della lingua italiana, promuovendo al tempo stesso una comunicazione precisa, professionale e culturalmente competente.