Nel vasto panorama della lingua italiana, esistono numerose varianti linguistiche che affondano le proprie radici nella storia dell’evoluzione della lingua e nella sua quotidiana pratica orale. Una di queste è la forma “colla”, variante composta della preposizione semplice “con” e dell’articolo determinativo femminile singolare “la”, il cui significato è dunque equivalente a “con la”. Sebbene oggi questa forma risulti marginale e poco utilizzata nella lingua scritta, “colla” ha un’origine linguistica pienamente legittima e un funzionamento ben spiegabile alla luce dei fenomeni dell’univerbazione e della assimilazione regressiva.
Origine e significato nella lingua italiana della forma “colla”
“Colla” non è, come potrebbe erroneamente sembrare a un orecchio non attento, una forma errata o dialettale, ma rappresenta una legittima evoluzione morfologica della lingua. Si tratta di una preposizione articolata, ovvero l’unione di una preposizione semplice (“con”) con un articolo determinativo (“la”), una fusione che ha dato vita alla forma univerbata “colla”.
Nel significato, non c’è alcuna differenza tra “colla” e “con la”: entrambe indicano una relazione di accompagnamento, strumentalità o modo. La differenza risiede nella forma, e questa forma ci racconta una storia linguistica interessante.
L’univerbazione
Il primo fenomeno da considerare è l’univerbazione, ovvero la fusione grafica e fonetica di due parole in una sola. Nella lingua italiana, molte preposizioni articolate si sono formate proprio tramite univerbazione: “della” (da + la), “nella” (in + la), “sulla” (su + la), e via dicendo. “Colla” è quindi un caso del tutto analogo, nato dall’unione di “con” e “la”, un’unione tanto frequente nella lingua parlata da aver assunto stabilità anche a livello morfosintattico, almeno fino a una certa epoca.
L’univerbazione risponde a una logica di economia linguistica e fluidità del parlato: dire “colla” è più rapido, foneticamente più compatto, e più musicale rispetto alla sequenza “con la”, che richiede una cesura tra le due parole.
L’assimilazione regressiva
Il secondo fenomeno che ha determinato la forma “colla” è l’assimilazione regressiva. In linguistica, l’assimilazione è quel processo fonetico per cui un suono viene modificato per avvicinarsi a un suono vicino. L’assimilazione può essere progressiva (quando un suono influenza quello che viene dopo) o regressiva (quando è il suono successivo a influenzare quello precedente).
Nel caso di “colla”, l’assimilazione è regressiva perché il suono /l/ dell’articolo “la” ha influenzato il suono finale della preposizione “con”, che originariamente terminava con una nasale /n/. Il suono nasale /n/ si è quindi modificato per somigliare al suono seguente, diventando /l/, che è un suono laterale alveolare come la /l/ dell’articolo.
In altre parole, l’assimilazione regressiva ha trasformato “con la” in “col la”, e la successiva univerbazione ha prodotto la forma unica “colla”. Questo stesso processo ha generato anche altre forme simili, oggi meno diffuse ma comunque attestabili in testi letterari e dialettali, come “colle” (da “con le”), e “collo” (da “con lo”).
Presenza di “colla” nella lingua letteraria
Nonostante oggi “colla” sia poco usata nella lingua scritta contemporanea, essa è ampiamente attestata nella tradizione letteraria italiana. Autori del passato come Dante Alighieri, Petrarca, Boccaccio e persino Manzoni hanno fatto uso della forma “colla”, tanto da renderla comune nei testi pre-ottocenteschi.
La presenza di “colla” in testi di tale autorità dimostra come, per secoli, questa forma fosse accettata, rispettata e persino preferita in contesti letterari elevati.
Persistenza nella lingua parlata e nei dialetti
Oggi, sebbene la lingua scritta abbia abbandonato l’uso regolare di “colla”, preferendo la forma analitica “con la”, la forma univerbata sopravvive nella lingua parlata, specialmente in alcune aree dell’Italia centrale e settentrionale, e in certi registri di discorso familiare o colloquiale. Non è raro, ad esempio, che un parlante dica: “Vado colla macchina”, oppure “Esco colla mia amica”, in un contesto informale.
In alcuni dialetti, questa forma è tuttora vitale e considerata normale. L’italiano regionale ne conserva traccia come espressione spontanea, spesso usata senza piena consapevolezza della sua origine linguistica.
La forma “colla” è una testimonianza della vitalità e della storicità della lingua italiana. Essa nasce da due fenomeni linguistici ben riconoscibili: l’univerbazione e l’assimilazione regressiva, meccanismi attraverso cui la lingua si modella per adattarsi all’uso e alla pronuncia più economica ed efficiente.
Oggi può sembrare una forma desueta, talvolta ironica o antiquata, ma “colla” ha alle spalle una storia che la collega direttamente alla tradizione letteraria italiana e alla struttura interna della lingua. È uno degli esempi più evidenti di come la lingua, nel suo continuo movimento, conservi al proprio interno tracce di epoche, modi di parlare e mondi ormai lontani — eppure mai del tutto perduti.