Lingua italiana: “pronto soccorso”, qual è il plurale?

1 Dicembre 2025

Scopriamo assieme qual è il plurale del sintagma della lingua italiana "pronto soccorso", se "pronti soccorsi", "pronto soccorsi" o resta invariato,

Lingua italiana: "pronto soccorso", qual è il plurale?

Il sintagma della lingua italiana “pronto soccorso” è uno di quei casi affascinanti in cui grammatica, lessicografia e uso comune non procedono sempre nello stesso verso. La domanda che molti parlanti si pongono—qual è il suo plurale?—sembra semplice, ma nasconde un intricato insieme di considerazioni linguistiche, storiche e semantiche. La riflessione sul plurale di pronto soccorso non può prescindere dal chiedersi in primo luogo cosa sia questa espressione: un semplice sintagma composto da un aggettivo e un sostantivo, oppure una vera e propria unità lessicale autonoma, un lemma, paragonabile a pronto intervento o primo soccorso?

Lingua italiana: sintagma o unità lessicale?

La maggior parte dei dizionari italiani tradizionali tratta pronto soccorso come un sintagma, e non come una voce autonoma. Il Vocabolario Treccani, ad esempio, lo menziona all’interno della voce soccorso: “posto di pronto soccorso, o assolutamente pronto soccorso, reparto di un ospedale […] nel quale si effettuano medicazioni e si prestano le prime cure”. Lo stesso vale per Devoto-Oli e Zingarelli fino alle edizioni 2012.

Altri dizionari, come il GRADIT di De Mauro, gli dedicano un lemma separato, ma senza specificare un plurale. Diversa è invece la posizione del Sabatini-Coletti (2008), che lo considera esplicitamente invariabile al plurale. Il GDLI, ancora più deciso, introduce perfino la variante univerbata prontosoccorso, sancendo in maniera formale la natura composita e inscindibile dell’espressione.

Il caso più “aperto” è il Dizionario di ortografia e di pronunzia (DOP) di Migliorini, Tagliavini e Fiorelli, che affianca alla forma invariabile i pronto soccorso anche l’opzione i pronti soccorsi.

Questa varietà testimonia che la questione non è affatto pacifica.

Perché la parola tende a diventare un’unità unica

Secondo la teoria delle polirematiche, cara a Tullio De Mauro, un sintagma può diventare un’unità lessicale quando presenta un “sovrappiù semantico”, ovvero un significato che supera la semplice somma delle parti. Pronto soccorso rientra perfettamente in questa logica: non indica semplicemente un “soccorso tempestivo”, ma un servizio ospedaliero specifico, con funzioni, competenze e un immaginario sociale ben definiti.

Inoltre, la prova più significativa della sua compattezza semantica sta nell’impossibilità di inserire elementi interni senza alterarne il significato: “un pronto ed esperto soccorso” non equivale più al Pronto soccorso come istituzione sanitaria.

Un’altra spia della progressiva cristallizzazione del sintagma è l’uso frequente, nella stampa, della preposizione in al posto di al o nel: “portato in Pronto soccorso”, “attese in Pronto soccorso”. La maiuscola, sempre più diffusa, è un ulteriore indizio di questa tendenza.

Perché l’univerbazione non si afferma

Nonostante tutto ciò, l’univerbazione prontosoccorso rimane rara. Le ragioni sembrano due:

  1. La trasparenza semantica del sintagma, che è perfettamente comprensibile nei suoi elementi.

  2. La forte presenza di modelli analoghi:

    • soccorso alpino

    • soccorso stradale

    • mutuo soccorso

    • primo soccorso

    • pronto intervento

Tutti seguono lo schema aggettivo + sostantivo, rendendo naturale percepire anche pronto soccorso come sintagma, più che come parola unica.

Il nodo del plurale: quali forme circolano?

La questione centrale riguarda la flessione plurale. Quali forme troviamo realmente in uso?

1. Invariabile: “i pronto soccorso”

È la forma più diffusa, adottata dalla stampa, dalle istituzioni e dal sito del Ministero della Salute. È coerente con l’idea che si tratti di una polirematica o comunque di un sintagma fortemente cristallizzato.

2. “I pronto soccorsi”

Seconda per frequenza, seppur molto più rara. Nasce dall’applicazione delle regole normali dei composti aggettivo + sostantivo: come altorilievo / altorilievi, altopiano / altipiani.

3. “I pronti soccorsi”

È la forma ammessa dal DOP. Ma è estremamente minoritaria: segue rigidamente la grammatica, ma non tiene conto dell’identità lessicale del sintagma.

4. “I pronti soccorso”

Occasionalissima e difficilmente giustificabile, nasce forse dal paragone con composti come capistazione. Ma le strutture sintattiche sono diverse e il paragone risulta improprio.

5. Riduzione del sintagma a “pronto”

In casi singoli, soprattutto giornalistici: “i pronti declassati”. Ma è una scorciatoia stilistica, non un vero plurale.

Quale forma preferire?

Alla luce dell’uso, della lessicografia e dell’evoluzione semantica, la forma preferibile e consigliata è senza dubbio:

“i pronto soccorso”

È:

  • la più diffusa nella lingua amministrativa e medica;

  • coerente con il valore di unità lessicale del sintagma;

  • vicina all’uso giornalistico e istituzionale;

  • compatibile con altre polirematiche tecniche (i pronto intervento, i primo soccorso… spesso anch’essi invariabili nell’uso specialistico).

Le altre forme sono possibili, ma meno naturali, meno diffuse o meno giustificate dal punto di vista semantico.

Il caso di pronto soccorso mostra quanto la lingua italiana sia complessa, viva e in continuo movimento. Nel confronto tra regole grammaticali, uso reale, modelli analogici e percezione dei parlanti, emerge che questo sintagma non è più solo un accostamento aggettivo + sostantivo, ma una vera realtà lessicale, quasi un nome proprio di servizio.

Per questo il suo plurale più corretto, più attuale e più coerente con la lingua contemporanea è invariabile: i pronto soccorso.

Una scelta che, come spesso accade in linguistica, rispetta la grammatica ma valorizza soprattutto l’uso vivo della lingua. Per saperne di più ecco l’esaustivo articolo redatto dall’Accademia della Crusca: Pronto Soccorso.

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