Lingua italiana: la pronuncia corretta è “àltero” o “altèro”?

24 Giugno 2025

Scopriamo tramite questo articolo se la parola della lingua italiana "altero" è una parola sdrucciola oppure, seguendo la norma, è una parola piana.

Lingua italiana la pronuncia corretta è àltero o altèro

La risposta, sulla base delle fonti autorevoli e della tradizione letteraria riguardo la lingua italiana, è chiara: la pronuncia corretta è “altèro”, con accento tonico sulla “e”, seconda sillaba: /al·tè·ro/. Tuttavia, è interessante esplorare perché si sia diffusa anche la forma erronea “àltero”, e cosa questo ci dice sui meccanismi della lingua italiana.

Origine etimologica e significato della parola della lingua italiana

L’aggettivo “altèro” deriva direttamente da “alto”, attraverso una formazione che inizia già nel XIII secolo, e che trova nei secoli successivi un uso stabile in ambito poetico e aulico. Il significato originario richiama la nobiltà d’animo, la maestosità del portamento, la fierezza. Non a caso, “altèro” compare nei versi di Dante, Petrarca, Tasso, fino a Manzoni, con sfumature ora positive ora negative.

Infatti, oltre al significato nobile (“improntato a maestà e dignità”), “altèro” può anche suggerire un tratto negativo: orgoglio eccessivo, arroganza, superbia. Questa ambivalenza semantica è testimoniata dalla stessa citazione manzoniana: “movimento che lasciava trasparire un non so che d’altèro e d’inquieto”, dove l’aggettivo accenna a un misto di fierezza e turbamento.

L’ambiguità nella pronuncia: altèro o àltero?

L’accentazione corretta — altèro, con accento sulla “e” — non è immediatamente ovvia per chi legge la parola senza una guida ortoepica (cioè relativa alla corretta pronuncia). Questo perché l’occhio, seguendo l’abitudine di parole simili come “àlbero”, può facilmente portare a ipotizzare un’accensione sulla prima sillaba: àltero. Ma questa è una forzatura analogica, che non ha base nell’etimologia né nella tradizione letteraria.

A fare chiarezza interviene la lessicografia ufficiale:

Il Vocabolario Treccani, lo Zingarelli, il Devoto-Oli, il Sabatini Coletti, e il Dizionario Garzanti segnalano chiaramente l’accento sulla “e”, cioè altèro.

La pronuncia fonetica standard è trascritta come /alˈtɛro/, con l’accento sulla “è” aperta.

Anche il DOP (Dizionario di Ortografia e Pronunzia) conferma questa accentazione, come unica forma corretta.

Perché si dice erroneamente “àltero”?

L’errore nasce da un fenomeno linguistico comune: l’analogia. L’italiano è una lingua tendenzialmente proparossitona, ovvero predilige parole con accento sulla terzultima sillaba (come àlbero, àquila, ùtile, ecc.). In presenza di una parola che sembra simile a queste, il parlante può naturalmente applicare la stessa regola.

Inoltre, “àltero” sembra evocare visivamente e foneticamente parole come:

àlbero – stesso inizio, medesimo ritmo;

àmaro – aggettivo trissillabico di uso comune;

àncora, àbito, ànimo – tutte con accento iniziale.

Questa scivolosa somiglianza può far pensare che anche “altèro” debba seguire lo stesso modello, portando alla diffusione di una pronuncia erronea ma comprensibile: àltero. Tuttavia, non esistono testi autorevoli in cui questa accentazione sia giustificata o considerata corretta.

L’uso errato della pronuncia può apparire innocuo, ma in certi contesti — ad esempio nella recitazione poetica, nella dizione professionale, o in ambiti accademici — può essere percepito come segno di scarsa padronanza linguistica. È per questo che è importante conoscere e praticare la corretta accentazione, specialmente con parole di registro elevato o letterario.

Il rischio, infatti, è quello di allontanarsi dalla tradizione letteraria: quando Manzoni scrive “un non so che d’altèro”, la forza del verso sta anche nella sua musicalità, che dipende dalla collocazione dell’accento. Spostandolo, si rompe il ritmo, si altera il tono, e si impoverisce la comprensione del testo.

La parola “altèro” è un aggettivo elegante, stratificato nei significati, ricco di storia. La sua pronuncia corretta — con accento sulla seconda sillaba: altèro — è confermata dalla lessicografia italiana e dalla tradizione poetica. L’alternativa “àltero” è un’esitazione fonetica comprensibile, ma non giustificata. Conoscere la giusta accentazione non è solo una questione formale: è un atto di attenzione verso la lingua, la sua storia e il suo uso più autentico.

In un’epoca in cui la lingua parlata spesso si allontana dalla norma scritta, piccoli gesti come pronunciare correttamente altèro possono diventare segni di consapevolezza culturale. Perché la bellezza delle parole non è solo nel loro significato, ma anche nel suono con cui risuonano nella mente di chi le ascolta.

© Riproduzione Riservata