Lingua italiana: è corretto dire “scendere il cane”?

27 Novembre 2025

Nella lingua italiana, come sappiamo bene, ci sono verbi intransitivi e verbi transitivi, solo che a volte le categorie non sono ben definite.

Lingua italiana: è corretto dire "scendere il cane"?

Nella storia della lingua italiana esistono fenomeni che, pur non appartenendo alla norma dell’italiano standard, risultano talmente diffusi nell’uso quotidiano da generare dubbi, discussioni e persino contrapposizioni geografiche e sociali. È il caso dell’uso transitivo di alcuni verbi di movimento, in particolare scendere, ma anche salire, uscire ed entrare, che in molte aree d’Italia vengono impiegati con un complemento oggetto, assumendo un funzionamento diverso rispetto a quello tradizionalmente codificato nella grammatica italiana.

Espressioni come “scendi il cane”, “scendi la bambina”, “scendi le valigie” sono considerate da molti un errore, un regionalismo popolare o un tratto dialettale travestito da italiano. Eppure, come spesso accade, la realtà linguistica è più sfumata e complessa di quanto non sembri a prima vista. Il fenomeno merita un’analisi attenta, non solo perché divide l’opinione dei parlanti, ma perché racconta molto della natura viva, dinamica e plurale della nostra lingua.

Lingua italiana: cosa significa “scendere con valore transitivo”

In italiano standard, scendere è un verbo intransitivo: indica un movimento che parte dall’alto verso il basso e non può avere complemento oggetto (“scendo le scale” è accettato, “scendo la bambina” no).

Tuttavia, già nei dizionari troviamo una seconda accezione: “percorrere verso il basso”, una costruzione che consente frasi come:

  • ho sceso le scale

  • abbiamo sceso il sentiero

Questo uso è riconosciuto, legittimo e documentato in tutte le grammatiche. Si tratta però di una transitività “limitata”, che si applica al luogo che viene percorso, non alla persona o all’oggetto che si porta verso il basso.

L’uso popolare, invece, amplia questa transitività: “scendere qualcuno o qualcosa”, come in “scendi il cane”, assume il significato di “portare giù”, “far scendere”. È qui che nasce il conflitto normativo.

Gli studiosi sono concordi nel ritenere questo uso non standard. I principali dizionari riportano infatti:

  • GRADIT: segna scendere transitivo come meridionalismo o popolare;

  • Sabatini-Coletti: registra l’uso solo per scendere e salire, marcati come regionalismi;

  • Devoto-Oli: indica scendere transitivo come regionale;

  • Zingarelli: lo registra come meridionalismo;

  • Treccani: lo classifica come regionalismo, non appartenente all’italiano comune.

La linguistica contemporanea, dunque, riconosce l’esistenza del fenomeno, lo descrive, ne registra la frequenza, ma non lo promuove a uso standard.

Un’indagine dell’Atlante della Lingua Italiana Quotidiana (ALIQUOT) mostra una divisione netta: l’Italia appare spaccata in due. Al sud, in particolare in Sicilia e Campania, l’uso transitivo è molto diffuso, spontaneo e generalmente accettato. Al nord, invece, è considerato scorretto, dialettale, persino irritante.

È significativo che:

  • oltre il 60% delle domande all’Accademia della Crusca provenga dal Nord,

  • mentre circa il 27% proviene dal Sud.

Molti utenti settentrionali chiedono conferma della “correttezza” della norma, mentre vari utenti meridionali lamentano una sorta di stigma linguistico: ciò che nel parlato locale è naturale e funzionale diventa oggetto di critica quando si tenta di trasferirlo nell’italiano standard.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’uso transitivo non è esclusivo del Sud. La storia letteraria e dialettale dimostra che la costruzione è presente:

  • nel patois valdostano, dove sortir (uscire) è transitivo,

  • in aree di Piemonte e Liguria,

  • nella letteratura del Novecento, dove troviamo illustri esempi:

    • Beppe Fenoglio: “l’ho uscito con quest’acqua”

    • Italo Calvino: “aveva uscito di tasca un giornale”

    • Lorenzo Viani e Aldo Palazzeschi per l’uso di scendere transitivo.

Questo testimonia che il fenomeno, pur oggi associato al Meridione, ha radici più profonde e diffuse.

Perché scendere e salire hanno più possibilità di diffondersi

Un dettaglio grammaticale importante: salire e scendere hanno già, nell’italiano comune, un doppio comportamento con gli ausiliari:

  • sono salito, sono sceso (intransitivo)

  • ho salito le scale, ho sceso il sentiero (transitivo)

Questo rende più probabile — almeno sul piano strutturale — una progressiva estensione d’uso, mentre uscire ed entrare, che richiedono sempre essere, sono molto più resistenti al cambiamento.

L’argomento dell’“economia linguistica”

Molti parlanti spiegano l’uso transitivo come una forma di semplificazione: invece di usare perifrasi come:

  • porta fuori il cane

  • tira fuori la carne dal frigo

  • metti giù la valigia

dicono semplicemente:

  • esci il cane

  • esci la carne dal frigo

  • scendi la valigia

Da un punto di vista comunicativo, la frase è più rapida, immediata ed efficace.

Un fenomeno da osservare, non da condannare

Tutto ciò conduce a un punto cruciale: questi usi non appartengono all’italiano standard, e non sono accettati come normativi. Tuttavia, sono radicati, vitali e diffusi in molte regioni italiane e perfettamente funzionali nei registri colloquiali.

La lingua cambia sempre dal basso verso l’alto, partendo dall’uso dei parlanti. Non sappiamo se tra cinquant’anni “scendere il cane” sarà considerato corretto, ma sappiamo che oggi:

  • è un regionalismo vivo,

  • è usato anche da parlanti colti,

  • ha esempi letterari autorevoli,

  • divide l’Italia in un curioso e affascinante mosaico sociolinguistico.

Nel frattempo, chi vuole aderire alla norma può evitare l’uso transitivo di scendere e optare per costruzioni standard; chi invece preferisce la forma regionale può continuare a usarla nel registro informale, consapevole della sua natura non standard.

La lingua italiana è un organismo complesso: non vive solo nelle grammatiche, ma nelle voci, negli accenti, nelle abitudini dei suoi parlanti. E proprio per questo, è splendida nella sua varietà. Per saperne di più rimandiamo all’esaustivo articolo dell’Accademia della Crusca: Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

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