Nel panorama del mondo medievale, la parola latina “exemplum” (plurale exempla, anche per la lingua italiana) ricopre un ruolo centrale nella comunicazione religiosa, morale e letteraria. Il termine, che in latino classico significa “esempio”, ha subito una significativa evoluzione semantica e funzionale nel corso del Medioevo, diventando una delle forme narrative più diffuse all’interno della predicazione cristiana e della letteratura didattico-morale. In italiano, exemplum è stato adottato talvolta nella forma originaria latina, soprattutto in ambito accademico e filologico, mentre nell’uso corrente è spesso reso con termini quali “esempio”, “racconto edificante” o “novella morale”.
Origine e significato nella lingua italiana
In latino, exemplum indicava un modello da imitare, un precedente, una figura esemplare, utile a illustrare una norma o a sostenere un ragionamento. Con l’avvento del cristianesimo e la diffusione della predicazione, questa accezione si arricchisce: l’esempio diventa uno strumento narrativo con cui istruire i fedeli, ammonirli, condurli sulla via della salvezza. Nasce così l’exemplum medievale, racconto breve, spesso aneddotico, con una morale esplicita o implicita, usato dai predicatori come supporto alla parola divina.
L’exemplum e la predicazione tra il XII e il XIV secolo
Il periodo compreso tra il XII e il XIV secolo conosce un’intensificazione dell’attività predicatoria, favorita dalla riforma gregoriana e dal sorgere degli ordini mendicanti (in particolare francescani e domenicani). In questo contesto, l’exemplum diviene uno strumento essenziale: capace di suscitare l’attenzione degli uditori, illustra in modo concreto e immediato concetti astratti, norme morali, dogmi religiosi.
I predicatori raccolgono gli exempla in veri e propri repertori, utilizzati come serbatoi tematici da cui attingere nel corso delle prediche. Tali raccolte si moltiplicano e si specializzano, fino a formare una vera e propria letteratura esemplare, spesso organizzata per temi o in ordine alfabetico, con lo scopo di facilitare la consultazione.
Le principali raccolte di exempla
Tra le raccolte più note troviamo il “Tractatus de diversis materiis predicabilibus” di Stefano di Bourbon, un’opera monumentale che raccoglie oltre duemila racconti esemplari, attingendo a fonti bibliche, agiografiche, classiche, popolari. Lo scopo è fornire al predicatore materiale narrativo per ogni occasione, in particolare per combattere superstizioni, eresie e comportamenti devianti.
Altro esempio importante è il “Promptuarium exemplorum” di Martino di Polonia, anch’esso ordinato tematicamente e ricco di aneddoti, miracoli e parabole. Allo stesso modo, il “Tractatus de abundantia exemplorum” di Umberto di Romans, domenicano, offre un repertorio destinato ai confratelli predicatori, con l’intento di arricchire e vivacizzare la predicazione.
Non meno rilevante è il “Alphabetum narrationum”, completato dal “Compendium mirabilium” di Arnoldo di Liegi, opera in cui l’organizzazione alfabetica dei temi permette una consultazione rapida e funzionale. La “Scala Coeli” di Giovanni Gobi (XIV sec.) rappresenta un ulteriore stadio evolutivo, dove l’intreccio tra precettistica e narrazione giunge a un alto grado di elaborazione letteraria.
Dallo exemplum alla novella
Col tempo, l’exemplum si trasforma: pur rimanendo ancorato a uno scopo didattico, assume forme sempre più articolate, con tratti narrativi autonomi e una maggiore attenzione alla verosimiglianza e alla struttura. Questo passaggio segna il cammino verso la novella, forma letteraria laica e autonoma che si afferma con il Decameron di Boccaccio. Non è un caso che molte novelle boccacciane affondino le radici nella tradizione degli exempla medievali: il tono moraleggiante si attenua, la religiosità cede il passo all’ironia, ma il meccanismo dell’istruzione attraverso la narrazione rimane centrale.
La fortuna dell’exemplum
L’exemplum non è solo un fenomeno religioso. Esso partecipa a pieno titolo della cultura medievale, influenzando anche la letteratura cortese e quella giullaresca. Il racconto breve, con la sua funzione persuasiva, si adatta perfettamente al gusto del pubblico medievale, attratto dal meraviglioso, dal prodigioso, dal simbolico. In molti casi, gli exempla diventano strumenti di propaganda politica o sociale, veicolando l’ideologia dominante in forma narrativa.
Al centro dell’exemplum vi è la volontà di educare attraverso il racconto. Che si tratti di una storia di santi, di un aneddoto su un peccatore redento, di un miracolo della Vergine o di una punizione divina, lo scopo è sempre lo stesso: orientare il comportamento del pubblico, offrendo modelli da imitare o da evitare. In ciò si manifesta la continuità con l’etica classica, rivisitata in chiave cristiana.
L’exemplum è molto più di un semplice “racconto esemplare”: è un punto d’incontro tra predicazione, narrazione e insegnamento. Attraverso di esso, la Chiesa medievale ha saputo comunicare in modo capillare e coinvolgente, trasmettendo i propri valori a una società in gran parte analfabeta. Allo stesso tempo, ha contribuito alla nascita della novella e alla diffusione di una letteratura breve, intensa, radicata nella vita quotidiana. In questa continuità tra racconto sacro e finzione laica si ritrova l’eredità profonda dell’exemplum, che continua a vivere in molte forme della narrazione contemporanea.