Italiano: Gesù è nato in una grotta, in una mangiatoia o in una stalla?

24 Dicembre 2025

Scopriamo quale termine italiano è il più consono per indicare il luogo in cui è nato Gesù e che è divenuto simbolo del presepe e del Natale.

Italiano: Gesù è nato in una grotta, in una mangiatoia o in una stalla?

La domanda su dove sia nato Gesù — in una grotta, in una mangiatoia o in una stalla — è più complessa di quanto sembri e rivela l’intreccio tra testo evangelico, tradizione storica e immaginario culturale italiano. Le tre immagini non sono necessariamente in contraddizione, ma appartengono a livelli diversi di racconto: quello biblico, quello storico-archeologico e quello simbolico.

Per capire se sia corretto usare ciascuna di queste espressioni, occorre partire dai Vangeli, proseguire con le testimonianze storiche antiche e infine considerare il modo in cui la tradizione cristiana ha costruito nel tempo la narrazione della Natività.

Cosa dicono i Vangeli

L’unico Vangelo che fornisce dettagli sul luogo della nascita di Gesù è quello di Luca. Il testo afferma che Maria «diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,7).

È importante notare subito un punto fondamentale:
Luca non parla né di grotta né di stalla.
L’unico elemento concreto menzionato è la mangiatoia.

La mangiatoia (phatnē in greco) è il recipiente in cui si mette il cibo per gli animali. Questo dato suggerisce chiaramente un ambiente legato alla presenza di bestiame, ma non specifica se si trattasse di una stalla vera e propria, di una grotta o di un altro tipo di ricovero.

Il Vangelo di Matteo, invece, non menziona affatto la mangiatoia e parla genericamente della nascita a Betlemme e della visita dei Magi, senza indicare il luogo preciso.

Italiano: il significato della mangiatoia

Dire che Gesù è nato in una mangiatoia è quindi corretto dal punto di vista evangelico, anche se tecnicamente Gesù non “nasce” nella mangiatoia, ma viene deposto in essa subito dopo la nascita.

La mangiatoia ha un forte valore simbolico:

  • richiama l’umiltà e la povertà;
  • collega Gesù al mondo animale e contadino;
  • anticipa, in chiave teologica, l’idea di Gesù come “pane” donato all’umanità.

Dal punto di vista storico, la presenza di una mangiatoia indica che il parto avvenne in un luogo non destinato all’ospitalità umana, o comunque non adeguato a una nascita.

La grotta: tradizione antichissima

L’idea che Gesù sia nato in una grotta non proviene direttamente dai Vangeli canonici, ma da una tradizione molto antica, già attestata nel II secolo.

Giustino Martire, scrittore cristiano vissuto intorno al 150 d.C., afferma che Gesù nacque in una grotta vicino a Betlemme. Questa tradizione viene poi ripresa da Origene nel III secolo, che riferisce come il luogo fosse conosciuto e venerato già dai cristiani del tempo.

Dal punto di vista storico-archeologico, questa ipotesi è plausibile. Nella regione della Giudea, infatti, era comune utilizzare grotte naturali come ricoveri per animali o come ambienti annessi alle abitazioni. Spesso una casa aveva una parte scavata nella roccia, adibita a stalla, soprattutto nei mesi freddi.

Per questo motivo, dire che Gesù è nato in una grotta è corretto secondo la tradizione storica cristiana, anche se non è un dato esplicito dei Vangeli.

La stalla: un’immagine tardiva

L’idea della stalla nasce più tardi ed è frutto soprattutto dell’immaginario occidentale medievale. Nei presepi, nella pittura e nell’arte sacra europea, la Natività viene ambientata in una stalla in legno, simile a quelle delle campagne europee.

Questa rappresentazione non è storicamente accurata per la Palestina del I secolo, dove le stalle come le immaginiamo oggi erano rare. Tuttavia, la stalla è una traduzione culturale: serve a rendere comprensibile al pubblico europeo il senso di povertà, marginalità e semplicità del luogo.

Dire che Gesù è nato in una stalla non è quindi sbagliato dal punto di vista simbolico e catechetico, ma è meno preciso storicamente.

Se vuoi divertirti giocando con la lingua italiana ti consigliamo questo bellissimo libro di quiz: 501 quiz sulla lingua italiana.

© Riproduzione Riservata