Nelle interrogative indirette va il congiuntivo o il condizionale? L’errore da evitare

30 Gennaio 2025

Facciamo chiarezza sulla questione della lingua italiana che pone i parlanti davanti a un dubbio: nelle interrogative indirette che modi verbali usare.

Nelle interrogative indirette va il congiuntivo o il condizionale

L’uso del condizionale e del congiuntivo nelle interrogative indirette rappresenta uno degli aspetti più sfumati della grammatica italiana. Molto spesso, nell’italiano parlato e scritto, si assiste a una certa oscillazione tra questi due modi verbali, il che genera dubbi sulla correttezza delle formulazioni. Cerchiamo di chiarire quali sono le forme più corrette, quali quelle ai limiti dell’accettabilità e quali, invece, risultano errate.

La differenza tra interrogative dirette e indirette

Un’interrogativa diretta è una domanda vera e propria, che termina con un punto interrogativo e mantiene l’ordine naturale delle parole:

“Sarebbe meglio accettare la proposta?”
“Non sarebbe meglio cambiare strategia?”
Le interrogative indirette, invece, dipendono da un verbo reggente che introduce la domanda in forma subordinata, e non hanno un punto interrogativo. Per esempio:

“Mi chiedo se sarebbe meglio accettare la proposta.”
“Mi domandavo se non sarebbe stato meglio cambiare strategia.”
È proprio in queste costruzioni che sorge la questione dell’uso del congiuntivo o del condizionale.

Congiuntivo vs. condizionale nelle interrogative indirette

In linea generale, il congiuntivo è il modo più adatto alle interrogative indirette, in quanto esprime incertezza, dubbio o possibilità. Per questo motivo, le seguenti frasi sono considerate grammaticalmente più corrette:

“Mi chiedevo se non fosse meglio cambiare idea.”
“Mi domando se la sua proposta non sia migliore della mia.”
Tuttavia, anche l’uso del condizionale in alcuni contesti è accettabile, sebbene si trovi ai margini dell’uso più rigoroso. Questo perché la sequenza se + condizionale non è sbagliata di per sé nelle interrogative indirette, ma risulta più naturale quando il condizionale ha funzioni specifiche:

Se la frase sottintende un’ipotesi non espressa:

“Mi domando se direbbe la stessa cosa anche davanti a suo padre.”
Qui il condizionale è lecito perché si potrebbe sottintendere una condizione (“se ci fosse suo padre”).
Quando il condizionale esprime cortesia

“Mi chiedo se non le farebbe piacere riposarsi un po’.”
Qui il condizionale viene usato per attenuare l’espressione.
Se l’azione è proiettata nel futuro rispetto a un passato

“Mi chiedevo se sarebbe davvero partito.”
In questo caso, la proiezione nel futuro impone l’uso del condizionale composto (sarebbe partito).
Se nessuna di queste tre condizioni è soddisfatta, è preferibile il congiuntivo. Ad esempio:

No: “Mi chiedo se non sarebbe meglio accettare.”
: “Mi chiedo se non fosse meglio accettare.”

No: “Mi domando se la proposta X non sarebbe migliore della Y.”
: “Mi domando se la proposta X non sia migliore della Y.”

Il rapporto temporale tra reggente e subordinata

Un altro aspetto importante riguarda la relazione temporale tra la frase principale e la subordinata. Ad esempio, consideriamo queste due frasi:

“Non c’è alcun dubbio che il migliore sia lui.”
“Non c’era alcun dubbio che il migliore fosse lui.”
Nel primo caso, il verbo della principale (“non c’è dubbio”) è al presente, quindi la subordinata al congiuntivo deve mantenere lo stesso valore temporale e usare il congiuntivo presente (sia).

Nel secondo caso, invece, il verbo della principale è al passato (non c’era dubbio), quindi anche la subordinata deve essere al passato (fosse). Questa concordanza è necessaria per rispettare le relazioni temporali tra le due proposizioni.

Errori comuni e usi errati

A questo punto, possiamo riassumere alcune costruzioni errate che spesso si incontrano:

Errore: “Mi chiedevo se fosse meglio partire domani o dopodomani.” → (fosse meglio non esprime chiaramente l’idea del futuro: meglio usare il condizionale composto*)
Forma corretta: “Mi chiedevo se sarebbe stato meglio partire domani o dopodomani.”

Errore: “Mi domandavo se sarebbe potuto piovere.” → (Se non è sottintesa una condizione ipotetica, il condizionale stona in una domanda indiretta)
Forma corretta: “Mi domandavo se potesse piovere.”

L’uso corretto del congiuntivo o del condizionale nelle interrogative indirette dipende dal contesto e dalla funzione della subordinata. In assenza di una condizione ipotetica, di un valore di cortesia o di una proiezione al futuro, il congiuntivo rimane la scelta preferibile e più corretta.

Sebbene l’italiano parlato mostri una certa tolleranza verso il condizionale in alcune strutture, è importante saper riconoscere quando il suo uso è accettabile e quando, invece, risulta grammaticalmente dubbio. Per evitare incertezze, dunque, un buon consiglio è quello di preferire sempre il congiuntivo, tranne nei casi in cui il condizionale svolge una funzione specifica ben definita.

Per saperne di più può essere utile consultare l’articolo riguardante il suddetto argomento redatto dall’Accademia della Crusca: “Sintassi del verbo: interrogative indirette“.

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