Il Congiuntivo è senza dubbio il modo verbale che più ci mette in crisi quando parliamo o quando scriviamo, anche perché, a dirla tutta, in determinate circostante la regola da seguire non è univoca né sottostà ad una norma precisa.
Ma in molte altre circostanze la norma esiste e la grammatica italiana ci indica come fare a non commettere alcun errore nell’uso del congiuntivo. vediamo un po’ cosa è il congiuntivo e quali sono gli errori più frequenti.
Il Congiuntivo
Il congiuntivo ha quattro tempi: presente, passato, imperfetto e trapassato. Questo modo verbale è utilizzato soprattutto nelle subordinate e il suo tempo è spesso influenzato dal tempo della frase principale.
In alcune subordinate, il congiuntivo esprime chiaramente la componente volitiva, potenziale o dubitativa che è tipica di questo modo verbale. Questo si verifica in causali, consecutive, ipotetiche, restrittive, concessive, temporali, avversative (solo dopo “nonché”), comparative, eccettuative, relative e incidentali, dove il congiuntivo è usato insieme all’indicativo in varie misure. Nelle proposizioni finali, di adeguatezza ed esclusive, il congiuntivo è l’unica forma utilizzabile.
In altre subordinate non aggiunge specifici significati rispetto all’indicativo, ma può essere preferito per ragioni stilistiche, poiché appartiene a un registro linguistico più formale, o perché è richiesto da particolari reggenze. Questo si applica al congiuntivo presente in oggettive, soggettive, dichiarative, interrogative indirette, comparative di ineguaglianza e limitative.
Gli errori più frequenti
Uno degli errori più comuni nel suo è sostituirlo con l’indicativo, soprattutto nel linguaggio colloquiale parlato. Quando si parla con un amico, è frequente dire frasi come:
- “Penso che tu devi parlare con lui.”
- “Credo che hanno imparato a cavalcare.”
- “Non voglio che fai così.”
Tuttavia, bisogna prestare attenzione. Le regole della grammatica italiana stabiliscono che con i verbi che esprimono pensiero, giudizio, percezione, e volontà si deve usare il cong. Invece, negli esempi sopra riportati è stato usato l’indicativo. Sarebbe più corretto dire:
- “Penso che tu debba parlare con lui.”
- “Credo che abbiano imparato a cavalcare”
- “Non voglio che faccia così.”
Anche se questo errore non è grave, non creerà problemi in una conversazione con un amico. Tuttavia, in contesti formali come il lavoro, un esame universitario, un colloquio di lavoro, un discorso pubblico, o in testi scritti, è fondamentale rispettare le regole grammaticali. Errori nell’uso del congiuntivo possono dare l’impressione di essere approssimativi e poco attenti. Questi errori, se commessi in situazioni importanti, possono essere problematici.
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Congiuntivo nel Periodo Ipotetico
Un altro errore comune riguarda l’uso del nel periodo ipotetico. Il periodo ipotetico è una struttura grammaticale usata per esprimere un’ipotesi e può essere di tre tipi: realtà (1° tipo), possibilità (2° tipo) e irrealtà (3° tipo).
Il periodo ipotetico è composto da due parti:
- Protasi: introdotta da “se”, costituisce l’ipotesi.
- Apodosi: esprime la conseguenza e coincide con la proposizione principale.
Nel periodo ipotetico della possibilità (2° tipo) e dell’irrealtà (3° tipo), la protasi richiede sempre il congiuntivo. Tuttavia, spesso si usa l’indicativo al suo posto, soprattutto nel parlato, come in:
- “Se ero ricco mi compravo una Ferrari.”
- “Se me lo dicevi prima, ci pensavo io.”
Queste frasi rappresentano ipotesi irreali o possibili, e richiedono il congiuntivo:
- “Se fossi ricco mi comprerei una Ferrari.” o “Se fossi stato ricco avrei comprato una Ferrari.”
- “Se me l’avessi detto prima, ci avrei pensato io.”
Un errore più grave è usare il condizionale al posto del congiuntivo nel periodo ipotetico, come in:
- “Se io avrei avuto i soldi mi sarei comprato una Ferrari.”
Questo errore è percepito come inaccettabile sia nel parlato che nello scritto.
Coniugazioni Errate del Congiuntivo
L’errore più grave nell’uso del congiuntivo riguarda i verbi irregolari come “andare”, “fare”, “stare” e “dare”. Poiché terminano in -are, si tende erroneamente a coniugarli come i verbi regolari della prima coniugazione, risultando in forme sbagliate come:
- “Che io vadi”, “che io facci”, “che io dassi”.
Le forme corrette sono:
- “Che io vada”, “che io faccia”, “che io stia”, “che io dia”.
Anche l’imperfetto di questi verbi segue una coniugazione irregolare, quindi bisogna usare:
- “Che io dessi”, “che io stessi”.
Seguendo queste regole, l’uso corretto di questo modo verbale diventa più semplice.