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“Fare una Caporetto”, origine e significato del modo di dire

Avete mai sentito l'espressione "fare una caporetto"? Scopriamo origine e significato di questo modo di dire.

La vita non รจ fatta solo di successi: sarร  capitano anche a voi di “fare una Caporetto”. Non avete mai sentito questo modo di dire? Sicuramente, conoscerete perรฒ l’aneddoto storico legato a questa espressione. Ma procediamo con ordine e scopriamo origine e significato di questo modo di dire.

Il significato di “fare una Caporetto”

L’espressione “fare una Caporetto”, o anche soltanto il termine “Caporetto”, รจ utilizzata in italiano come sostantivo femminile e ha il significato figurato di “disfatta ingloriosa”, “sconfitta pesantissima”, “fallimento assoluto”, “sciagura enorme”.

Risulta frequentissimo il suo uso in ambito sia politico sia sportivo. Ma perchรฉ si dice “una caporetto” per indicare una sconfitta pesante?

L’origine del modo di dire

L’espressione fa direttamente riferimento alla battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell’Isonzo: si tratta di uno scontro combattuto durante la prima guerra mondiale tra le forze congiunte degli eserciti austro-ungarico e tedesco, contro il Regio Esercito italiano. L’attacco, cominciato alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917, portรฒ alla piรน grave disfatta nella storia dell’esercito italiano, tanto che ancora oggi il termine Caporetto รจ utilizzato come sinonimo di sconfitta disastrosa (e non solo nella lingua italiana).

La battaglia di Caporetto

Il contesto รจ quello della Prima Guerra Mondiale, la guerra di logoramento per eccellenza. Sul fronte italiano, inoltre, la guerra era combattuta in luoghi impervi e spesso inaccessibili. Lโ€™esercito italiano, indebolito da una serie di lunghe battaglie in zona e colto impreparato a causa di una mancata organizzazione e difficoltร  di comunicazione da parte dei piani alti, non ressero lโ€™impatto dellโ€™attacco di un esercito austro-ungarico altresรฌ. Lโ€™esercito italiano pagรฒ un prezzo altissimo: almeno 10000 morti, 30000 feriti e poco meno di 300000 prigionieri, oltre a un milione di profughi italiani che furono costretti a scappare.

Altri modi di dire provenienti dal linguaggio militare

“Caporetto” non รจ l’unico modo di dire proveniente dal linguaggio militare: esistono diverse altre espressioni ancora usate come โ€œterra di nessunoโ€ (indica un territorio non rivendicato da nessuno stato o autoritร  che nasce durante la prima guerra mondiale per indicare l’area situata tra due trincee nemiche in cui nessuna delle due parti voleva muoversi apertamente o che nessuno voleva prendere per paura di essere attaccato dal nemico durante l’azione); โ€œfranco tiratoreโ€ (si riferisce oggi a chi, in politica, sfruttando il voto segreto non segue le indicazioni del proprio partito, espressione che ha origine durante la guerra franco-prussiana del 1870 per descrivere chi si opponeva all’occupazione o all’evacuazione di cittร ).

Molte espressioni di origine “bellica” traggono origine dalla posizione che i soldati avevano in guerra, come โ€œessere in trinceaโ€ (significa essere in una situazione molto difficile da gestire o di opposizione che trae origine dal fossato difensivo usato in guerra), โ€œessere in prima lineaโ€ (significa essere in prima fila, cioรจ al fronte, a contatto con la minaccia o il pericolo) e โ€œstare nelle retrovieโ€ (in riferimento alla zona arretrata di un gruppo di soldati dove si raccoglie e si ordina tutto ciรฒ che serve ad alimentare lโ€™attivitร  nellโ€™area di combattimento). Abbiamo infine altre espressioni morte, come โ€œscemo di guerraโ€, โ€œmutilato nel cervelloโ€.

Perchรฉ diciamo cosรฌ

Questa e altre espressioni idiomatiche sono protagoniste all’interno del libro “Perchรฉ diciamo cosรฌ” (Newton Compton), opera scritta dal fondatore di Libreriamo Saro Trovato contenente ben 300 modi di dire catalogati per argomento, origine, storia, tema con un indice alfabetico per aiutare il lettore nella variegata e numerosa spiegazione delle frasi fatte. Un lavoro di ricerca per offrire al lettore un โ€œdizionarioโ€ per un uso piรน consapevole e corretto del linguaggio.

Un โ€œlibro di societร โ€ perchรฉ permette di essere condiviso e di โ€œgiocareโ€ da soli o in compagnia alla scoperta dellโ€™origine e dellโ€™uso corretto dei modi di dire che tutti i giorni utilizziamo. Un volume leggero che vuole sottolineare lโ€™importanza delle espressioni idiomatiche. Molte di esse sono cadute nel dimenticatoio a causa del sempre piรน frequente utilizzo di espressioni straniere e anglicismi.

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