Il denaro rappresenta da sempre croce e delizia della vita dell’uomo. Per questo, esistono diversi modi di dire che riguardano i soldi e, in particolare, chi non ne ha più. Parliamo di “essere al verde”, un’espressione che non auguriamo a nessuno di dire ma che, spesso, viene utilizzata. Scopriamo l’origine di questa espressione idiomatica.
Cosa significa “essere al verde”
Anche se il verde è considerato per antonomasia il colore della speranza, essere al verde (o restare al verde, o trovarsi al verde) significa rimanere senza soldi, essere ridotti in miseria.
L’origine del modo di dire
Secondo alcuni, questa locuzione molto diffusa nel parlato deriverebbe dall’antica consuetudine di dipingere di verde il fondo delle candele. A Firenze, in occasione delle aste pubbliche, il Magistrato del Sale usava come segnatempo lunghe candele di sego tinte di verde all’estremità inferiore; quando la candela arrivava al verde, l’asta era da considerarsi chiusa.
Una ulteriore spiegazione è legata sempre al fondo delle candele, ma in un altro contesto: in passato i poveri non avevano i soldi per comprare le candele per illuminare la casa, quindi le utilizzavano fino alla fine e, solitamente, il fondo delle candele era di colore verde.
Ma sulle origini di questa espressione sono state formulate anche altre teorie. Verde era il colore della fodera interna del portafoglio, e verde era il colore della lanterna che, un tempo, veniva accesa dagli enti caritatevoli per segnalare ai “poveri vergognosi” che un pasto caldo era pronto.
Come dicevano, esistono diverse possibili spiegazioni per la nascita di questa espressione. Anticamente, infatti, i soldi venivano portati in sacchetti che nel fondo erano di colore verde, quindi quando una persona cominciava a rimanerne senza, cominciava a vedere il colore sul fondo del sacco.
I modi di dire legati al (poco) denaro
Se “essere al verde” è il più diffuso, esistono comunque altri modi di dire utilizzati per indicate la propria condizione economica come la locuzione “da quattro soldi”, espressione riferita a persone, opere, idee e lavori e che significa di poco pregio, di scarso valore.
Non è isolato l’esplicito richiamo alle monete per intendere “da poco”; espressioni analoghe si trovano infatti già nella letteratura greca e latina. Aristofane, nella commedia La pace, parlava di «uomo da tre oboli», Apostolio scriveva «che vale quattro oboli», Persio «un palafreniere da tre assi», Nicofonte «da due assi», Marco Tullio Cicerone «non un uomo da mezzo asse», Petronio «uomo da un sesterzio».
Altre variazioni sul tema: da due soldi (come la Canzone da due soldi, interpretata da Achille Togliani e Katyna Ranieri al Festival di
Sanremo del 1954) e da tre soldi (come appunto L’opera da tre soldi, l’opera teatrale più famosa di Bertolt Brecht).
Infine, ecco le altre locuzioni legate alla mancanza (o allo spreco) di denaro: essere povero in canna, tanto paga Pantalone, essere in bolletta.
Il libro sulle espressioni idiomatiche
“Essere al verde” e altre espressioni idiomatiche sono protagoniste all’interno del libro “Perché diciamo così” (Newton Compton), opera scritta dal fondatore di Libreriamo Saro Trovato contenente ben 300 modi di dire catalogati per argomento, origine, storia, tema con un indice alfabetico per aiutare il lettore nella variegata e numerosa spiegazione delle frasi fatte. Un lavoro di ricerca per offrire al lettore un “dizionario” per un uso più consapevole e corretto del linguaggio.
Un “libro di società” perché permette di essere condiviso e di “giocare” da soli o in compagnia alla scoperta dell’origine e dell’uso corretto dei modi di dire che tutti i giorni utilizziamo. Un volume leggero che vuole sottolineare l’importanza delle espressioni idiomatiche. Molte di esse sono cadute nel dimenticatoio a causa del sempre più frequente utilizzo di espressioni straniere e anglicismi.